Sono passati 70 anni da quando, per la prima volta, il sorriso in bianco e nero di ‘Totò il Buono’ ha bucato lo schermo dei televisori italiani, ma la violenta semplicità del film ‘Miracolo a Milano’ resta impressa ancora oggi nel ricordo degli appassionati di cinema.
Testimonianza della crisi economica del dopoguerra e della povertà irreversibile in cui versavano molte famiglie, il film di De Sica rimane il capolavoro del neorealismo italiano.
Per celebrarne il 70esimo anniversario sono state organizzate diverse iniziative, su web e nel Comune di Milano, in stretta collaborazione con il Sistema bibliotecario e con la Cineteca della città.
Il capolavoro cinematografico
Girato quasi completamente ‘in esterni’ tra febbraio e giugno 1950, Miracolo a Milano fece della città lombarda un set a cielo aperto, riportando la realtà della miseria con occhio oggettivo e mai disincantato.
Dalla difficile infanzia del protagonista alla costruzione della baraccopoli di via Valvassori Peroni al centro della storia. Una realtà narrata attraverso una spiazzante ironia che evidenzia le contraddizioni sociali dell’Italia del dopoguerra.
Il successo immediato
Il film di Vittorio De Sica, su soggetto di Cesare Zavattini, fu rappresentato per la prima volta l’8 febbraio 1951 e si aggiudicò quello stesso anno la Palma d’Oro al festival di Cannes e il premio per il miglior film straniero dei critici di New York.
‘Sono legato a quel film da una profonda affezione sentimentale, perché l’avevo ideato e realizzato in omaggio a Cesare Zavattini.– dichiarò il regista De Sica pochi anni dopo – Da molto tempo, fin dai nostri primi incontri, sapevo quanto egli tenesse a un libro piccolo e bello che aveva idealmente dedicato ai ragazzi: Totò il buono; sapevo soprattutto il suo desiderio segreto di vederlo diventare film.’
Un cult tratto dallo scritto di Zavattini
‘C’era una volta a Milano una signora molto buona, si chiamava Lolotta e aveva quasi ottant’anni. Una mattina trovò nel suo orticello, sotto a un cavolo, un bambino appena nato e lo chiamò Totò…’ Così inizia Totò il Buono, il romanzo per ragazzi scritto da Cesare Zavattini.
Il racconto è ambientato nella cittadina di Bamba, simile per tanti aspetti alle grandi città italiane dell’epoca, dove coesistevano moderni edifici residenziali e agglomerati di baracche, una sorta di ‘paradosso urbano’.
E’ dalla‘fiaba di ordinaria quotidianità’ dello scrittore che De Sica ebbe l’intuizione per sviluppare Miracolo a Milano.
Il libro era nato come soggetto per un film con protagonista Totò (Antonio De Curtis), ma quel film non fu mai realizzato e il soggetto fu trasformato in un romanzo, pubblicato a puntate sulla rivista Tempo a partire dal maggio del 1942.
Un anno dopo usciva come pubblicazione autonoma per Bompiani. Il sottotitolo ‘Romanzo per ragazzi (che possono leggere anche gli adulti)’ glielo diede proprio l’editore.
I progetti in atto
Il messaggio lanciato dalla celebre pellicola è ancora vitale e costituisce tutt’oggi un prezioso oggetto di studio: la Milano delle sperequazioni sociali, divisa tra la massa di reietti e i padroni in cappello a cilindro, non è poi così diversa dall’Italia di disuguaglianze tra periferie e metropoli.
La critica di Vittorio De Sica e Zavattini è però anche un proposito di speranza: che dal basso possa nascere un senso di comunità solido e indistruttibile.
E’ per tale messaggio, di grandissima attualità, che oggi si è attivato il quartiere Lambrate-Città Studi con una serie di iniziative a tutto campo.
All’ingresso della biblioteca Valvassori Peroni, ad esempio, a pochi passi dal set originale, è stato affisso una maxi riproduzione del disegno a penna e matita di Giuseppe Corti (290 x 370 mm) che riproduce il progetto integrale del famoso villaggio di Totò e i suoi compagni.
Non solo, per chi non può arrivare alla biblioteca ‘di persona’, è disponibile la riproduzione virtuale del paesaggio delle baracche al link https://milano.biblioteche.it/miracolomilano ed è possibile scaricare liberamente l’ebook della prof.ssa Cassarini, ricco di testi interessanti e di non facile reperimento.
L’arte rende omaggio a Miracolo a Milano
Un altro evento che porterà attenzione sul film sarà una delle opere d’arte contemporanea programmate per il progetto di arte pubblica ArtLine, negli spazi verdi di City Life. Tra le opere già approvate c’è infatti l’installazione di Liliana Moro, una delle artiste italiane più affermate della sua generazione e tra i protagonisti del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2019.
L’opera prende spunto da una delle scene iconiche di Miracolo a Milano: gli homeless pagano una lira per sedersi e assistere allo spettacolo del tramonto dietro alle guglie.
Il Miracolo a Milano trasportato nella street art
‘L’idea – afferma Sergio Seghetti, responsabile unità servizi digitali del Sistema bibliotecario di Milano e cittadino milanese – è quella di proseguire con queste iniziative fino al mese di novembre 2021, sebbene l’incertezza della situazione sanitaria non offra troppe garanzie. (…) Importantissimo sarà il contributo e l’interesse mostrato dalla popolazione. ’
Sotto quest’ottica positiva, utilizzando una piccola donazione di un appassionato cinofilo, il Circolo ACLI Lambrate ha dato incarico a Christian Gangitano, direttore artistico dell’associazione Atelier Spazio Xpò e co-founder dell’ATS Casa degli Artisti, di istruire tutto il percorso necessario per realizzare un murales dedicato al film, che sarà collocato, auspicabilmente, sul muro dell’Università Statale.
‘Un murales dunque, – spiega Vincenzo Casati, presidente del Circolo ACLI Lambrate – per rinverdire la memoria di un capolavoro della storia del cinema, girato proprio in questo angolo di città, da quel momento immortale periferia dell’immaginario non solo milanese.’
Beatrice Simion
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*Le rare immagini del backstage sono state messe a disposizione dal Sistema bibliotecario di Milano