La crescita dei licei, nelle scelte degli studenti che si affacciano alle superiori, non accenna a calare.
I dati italiani delle preiscrizioni all’anno scolastico 2021-22 dicono che sono ormai quasi 3 su 5 i ragazzi che scelgono questo tipo di formazione nel passaggio dalle secondarie di primo a quelle di secondo grado.
Con una propensione agli studi scientifici soprattutto per i maschi e a quelli umanistici per le femmine.
In Veneto, però, nemmeno la metà della popolazione scolastica opta per un indirizzo liceale.
Questa, in linea con la tendenza del settentrione del Paese, e del Nord-Est in particolare, resta una delle regioni in cui la formazione tecnica e professionale conservano ancora un forte appeal. Dato che, probabilmente, si spiega con le possibilità di rapidi sbocchi sul mercato del lavoro che un simile percorso scolastico è ancora in grado di aprire a chi lo segue.
I dati veneti
Il Veneto, innanzitutto, è la prima regione d’Italia per percentuale di preiscrizione agli istituti tecnici.
Il 38% dei ragazzi veneti hanno scelto anche per il prossimo anno scolastico una formazione tecnica. A seguirli, sono i coetanei emiliani: 36% . A parti invertite, Emilia Romagna (con il 15,8%) e Veneto (con il 13,8%) sono ai primi due posti anche per quanto riguarda le preiscrizioni alle scuole professionali.
Dati, in entrambi i casi, ben al di sopra delle medie nazionali, che registrano un 30,3% per gli istituti tecnici e un 11,9% (-1% nel confronto annuo) per quelli professionali.
“Percorsi valorizzati, pari dignità”
In Italia, in un anno, gli istituti tecnici hanno visto un calo di preferenze di 0,5 punti percentuali, solo in parte mitigato dalla crescita degli istituti tecnologici, passati dal 19,6% al 20,3%.
In Veneto, invece, questo non è accaduto.
“Il rischio di una eccessiva licealizzazione del sistema scolastico – ha commentato l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan – in Veneto non c’è, grazie a un lavoro di valorizzazione di tutti i percorsi che ha dato pari dignità all’offerta formativa e ha valorizzato tutte quelle scuole che sono in forte relazione con il sistema produttivo”.
I licei nazionali
In Italia, invece, sono saliti al 57,8% gli studenti che hanno richiesto di essere iscritti nell’anno scolastico 2021-22 a un liceo. La crescita, iniziata nel 2015, non risente dunque degli effetti della pandemia, se si pensa che un anno fa la quota era stata del 56,3%.
E’ il Lazio, con il 71,2%, la regione di gran lunga al primo posto, seguita a distanza dalla Campania (64,3%). Analizzando i dati per tipo di liceo, le forme più tradizionali registrano tutte (tranne l’artistico, che sale dal 4,4% al 5,1%) una lieve flessione. Il classico passa da 6,7% a 6,5%, il linguistico da 8,8% a 8,4%, il musicale-coreutico dall’1% allo 0,7%, lo scientifico strettamente inteso da 15,5% a 15,1%.
Il caso degli scientifici
L’istruzione superiore scientifica, però, si è articolata negli anni in forme più attuali di istruzione.
E così, nel suo complesso, i licei scientifici salgono dal 26,2% al 26,9%.
Merito in particolare dei licei che sostituiscono il latino con l’informatica, ovvero quelli di scienze applicate, che passano dall’8,9% al 10%.
Stabile, all’1,8%, il liceo sportivo, così come i licei europei e internazionali (0,5%), un altro settore in crescita è quello delle scienze umane, che guadagnano un punto percentuale, passando dall’8,7% al 9,7%.
L’iter
Chiuse le preiscrizioni, le scuole comunicheranno entro giovedì 11 febbraio agli studenti l’accettazione o meno della loro domanda. La comunicazione avverrà attraverso e-mail.
Nel caso di diniego, lo studente sarà dirottato sulla scuola indicata in alternativa. Se questa indicazione non fosse stata inserita nella domanda, lo studente sarà contattato per la scelta. E se fosse lo studente ad aver cambiato nel frattempo idea sul suo percorso di studi? Nessun problema: si fa sempre in tempo. Basterà ripresentare la domanda, avente a oggetto il trasferimento. Questo diventerà però operativo solo con il nulla osta della scuola inizialmente selezionata.
Alberto Minazzi