L’obiettivo è quello di farne un gioiello del turismo di qualità da un milione di presenze l’anno.
Con migliaia di nuove opportunità lavorative stabili e la riqualificazione di una vocazione innata: quella di essere ancora l’isola d’oro.
Il Lido di Venezia è in una fase di svolta. Legata alla sostenibilità ambientale, al turismo internazionale e congressuale, alla rivitalizzazione del suo tessuto urbano e alla formazione universitaria.
Tutto il resto già ce l’ha, indipendentemente dal fatto di essere a soli 15’ minuti di vaporetto da Piazza San Marco.
Il Lido: tra storia e futuro
Accanto al più noto biglietto da visita delle ampie spiagge e della Mostra del Cinema, il Lido di Venezia è un simbolo della storia artistica del Liberty europeo e dell’hotellerie di lusso.
Ma anche della tradizione di attività sportive di livello come tennis, golf ed equitazione. I suoi circoli sportivi sono noti nel mondo e affondano le radici in un lontano passato. Il Golf Club Alberoni, ad esempio, ha festeggiato i 90 anni nel 2018. Il galoppatoio, che torna a offrire anche l’opportunità di suggestive cavalcate sulla spiaggia, i 60 nel 2020.
Il Lido di Venezia, fin dal 1911, ha anche un suo aeroporto dotato anche di eliporto: il Giovanni Nicelli, inserito in un importante contesto verde come San Nicolò.
I potenziali investitori e le prospettive
Non mancano neppure gli investitori interessati a una prospettiva di rilancio più ampia.
Non solo imprenditori locali ma anche di grandi investitori nazionali, come Cassa Depositi e Prestiti e solide catene internazionali, come Club Med. Fino a importanti realtà estere, come Dubai.
Gli occhi del mondo sono insomma tornati a puntare su questa striscia di terra che separa per circa 12 km il mare Adriatico dalla Laguna. Per un ripensamento, già iniziato, di quello che, al di là della contingenza-Covid, richiede oggi il mercato turistico.
La mobilità elettrica
Laddove un tempo si viaggiava in carrozza, nel 2021 lo si farà ad alimentazione elettrica. A partire da maggio, infatti, l’intera isola sarà percorribile con i nuovi mezzi pubblici, una parco autobus nuovo di zecca all’insegna della sostenibilità ambientale. Un tocco d’avanguardia che mira a fare di un’isola “retrò”la capofila della mobilità elettrica.
Il polo congressuale e l’ospitalità alberghiera
Proprio per agevolare l’arrivo al Lido di fondi e progetti, l’Amministrazione comunale ha da qualche anno costituito una specifica Agenzia per lo sviluppo. Si tratta di una sorta di catalizzatore per far sì che gli interessi imprenditoriali manifestati nei confronti del Lido di Venezia possano essere facilitati nella loro realizzazione all’interno di un più ampio progetto complessivo. Gli investimenti fondamentali sono legati alla congressualità e alla dotazione di camere alberghiere adeguate ai livelli richiesti dagli standard internazionali.
“La vocazione del Lido – spiega il presidente dell’Agenzia, Beniamino Piro – resta quella verso il lusso. E non possiamo pensare di contare sulle sole 200 camere attualmente a disposizione nello storico Hotel Excelsior. Per poterci confrontare con i competitor occorre una disponibilità di almeno un migliaio di stanze. Altrimenti gli altri continueranno a ospitare milioni di turisti, mentre il Lido continuerà a restare fermo al mezzo milione di presenze degli anni Cinquanta. Che allora ne facevano la realtà leader, ma ora sono chiaramente superati dallo sviluppo del settore”.
I progetti per l’ospitalità turistica e le attività collaterali
Neppure i progetti mancano. Una complessiva operazione di recupero dell’ex Ospedale al Mare prevede 500 camere 4 e 5 stelle da non temere concorrenza alcuna.
C’è poi il progetto di recupero dell’ex Colonia Padova, agli Alberoni, dove le camere a 5 stelle dovrebbero essere altre 120. Rientra infine pienamente nel piano di sviluppo del Lido anche la riapertura dello storico Hotel Des Bains, che si aggiungerebbe al celebre Hotel l’Excelsior.
Una volta raggiunta questa dotazione alberghiera, il Lido potrà pensare a realizzare un marketing di livello e allo sviluppo di attività collaterali, come sport o concerti. “La speranza – conclude il presidente dell’Agenzia per lo sviluppo – è quella di raddoppiare le presenze, raggiungendo il milione di visitatori. Con questa massa critica, si può pensare a operazioni più diffuse, visto che più gente significa più economia, più domanda e più offerta. Non dobbiamo commettere l’errore di puntare a tornare ai fasti degli anni Sessanta, ma possiamo assolutamente pensare di poter essere una località ambita in Europa, come lo sono oggi le varie Mykonos o Palma di Maiorca”.
L’Ospedale al Mare
In questa prospettiva di evoluzione, il principale intervento sarà il recupero dell’area dell’ex Ospedale al Mare. Abbandonate definitivamente le funzioni sanitarie nel 2006 (tranne che nel Monoblocco, che in prospettiva sarà sostituito da una nuova struttura dedicata), la zona, famosa a livello nazionale nello scorso secolo per le cure elioterapiche, è da anni oggetto di degrado. Nel progetto complessivo, da 130 milioni di euro, rientrano due strutture ricettive (di Club Med e Th Resort), la prima università italiana per la formazione dei manager alberghieri e una spa aperta al pubblico. Saranno inoltre restaurati la chiesa di Santa Maria Nascente e il teatro Marinoni.
C’è invece l’intenzione di abbattere 5 storici padiglioni, attualmente fatiscenti. Al riguardo, Italia Nostra ha presentato un ricorso al Tar, che sarà discusso nel merito a inizio 2022. Intanto, però, in soli due giorni sono state raccolte 300 firme di operatori economici dell’isola in una petizione a sostegno dell’operazione e procede l’iter per l’avvio dei lavori (previsto per il 2022), che dovrebbero durare due anni.
Un’isola che si rinnova
Quello all’ex Ospedale al Mare, in ogni caso, non è l’unico intervento che sta rinnovando o rinnoverà l’aspetto del Lido. La struttura del Blue Moon, l’affaccio a mare che accoglie, al termine del Gran Viale, i visitatori che arrivano nel terminal di piazzale Santa Maria Elisabetta ospiterà una piscina scoperta con giochi d’acqua e attività per i bambini. Una piscina olimpionica, inoltre, dovrebbe sorgere nell’area dell’ex La Fontaine. E c’è anche il progetto, all’ex Colonia Inpdap, di realizzare in collaborazione con la Federcalcio una senior house.
Alberto Minazzi