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Giuseppe Conte si è dimesso. E ora che succede?

Giuseppe Conte si è dimesso. E ora che succede?
Giuseppe Conte firma il nuovo Decreto

26 gennaio, ore 12.03. Come annunciato nel corso del Consiglio dei Ministri di questa mattina, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è salito al Colle per ufficializzare le proprie dimissioni. Una decisione che mette un punto definitivo al Conte-bis e apre una vera e propria crisi di governo dall’esito incerto senza una prospettiva su quello che potrebbe essere il nuovo esecutivo. L’incontro è durato appena mezz’ora.
La palla ora passa al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che avvierà le consultazioni con i gruppi parlamentari, per valutare tutti i possibili scenari e comprendere se davvero esiste una nuova maggioranza, più larga e coesa, a sostegno di un ipotetico Conte-ter.
Il terzo mandato è infatti il vero obiettivo del Premier dimissionario, che ora più che mai ha bisogno di numeri nelle due Camere e di solidità per dissipare tutti i dubbi del Quirinale.
In seguito all’incontro con il Presidente Mattarella, Conte incontrerà i presidenti di Camera e Senato.

Le comunicazioni del Segretario Generale del Quirinale Ugo Zampetti

Come siamo arrivati fin qui

Solo una settimana fa il Premier incassava la fiducia a maggioranza relativa del Senato, sostenuta da 156 senatori, con i due voti in extremis di Ciampolillo e Nencini. Un risultato che sembrava aver ridato fiato e futuro al Conte-bis, concedendo alla compagine di governo il tempo necessario per allargare la maggioranza in Parlamento con l’aiuto degli ormai celebri sostenitori definiti, in virtù del ruolo chiamati a coprire in un momento tanto delicato quanto lo è quello che sta attraversando il nostro Paese, “responsabili”. L’illusione è durata appena una settimana.

Nell’arco degli ultimi sette giorni Conte ha progressivamente preso atto dell’impossibilità di allargare la compagine a suo sostegno, soprattutto in vista di questioni particolarmente divisive. Come la relazione sulla giustizia del Ministro Alfonso Bonafede, sulla quale si doveva votare in Parlamento tra mercoledì 27 e giovedì 28 gennaio e che invece, vista la situazione, potrebbe saltare.

Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede

La relazione, come prassi prevede annualmente, oltre a fare il punto sullo stato di salute del sistema giudiziario, dovrebbe illustrare a deputati e senatori le riforme ritenute opportune per un miglioramento dell’organizzazione e dei servizi.
Prima ancora di esser giunta in aula, è diventata però un vero e proprio “casus belli“, dando il colpo di grazia alla maggioranza già risicata a sostegno del Conte-bis.

Conte-ter: con quale maggioranza?

Avendo il Presidente del Consiglio rassegnato le dimissioni, ora la palla passa al Presidente della Repubblica. Sarà ora Mattarella a dover avviare il consueto giro di consultazioni per verificare se davvero esista una nuova maggioranza a sostegno di Giuseppe Conte.
Il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, le maggiori forze politiche che sostengono l’attuale esecutivo, si sono detti disponibili e convinti a continuare un percorso di Governo accanto al Premier dimissionario.

Rimangono incerte invece le intenzioni di Italia Viva. I dissapori tra i due leader, Giuseppe Conte e Matteo Renzi, sembrano tutt’altro che sopiti. Eppure c’è chi sostiene che nelle ultime ore si possa trovare un’intesa per ricostruire un esecutivo che tiri avanti fino a fine legislatura. Incerto anche il numero di “responsabili” che entrerebbero stabilmente all’interno della compagine di Governo, rendendo più solido il progetto del Conte-ter.

Nel centro-destra, invece, Giorgia Meloni e Matteo Salvini chiedono con forza il voto anticipato, “l’unica soluzione possibile per ridare voce agli italiani”. Silvio Berlusconi dalle pagine de “Il Giornale” auspica un “esecutivo di unità, con le forze migliori del Paese che si mettono insieme per fare le cose indispensabili per uscire dall’emergenza”, ponendo come alternativa il voto e ribadendo la posizione convinta di Forza Italia all’interno centrodestra.

Possibili scenari alternativi 

Le consultazioni del Capo dello Stato non inizieranno prima di mercoledì pomeriggio, dato che nella mattinata del 27 gennaio è prevista al Quirinale la cerimonia per il Giorno della Memoria. Saranno consultazioni rapide, che termineranno quasi certamente nell’arco della settimana in corso, come si mormora nei palazzi romani in queste ore.

Qualora Mattarella dovesse prendere atto della mancanza di una maggioranza solida a sostegno del Conte-ter, a quel punto si aprirebbero tre possibili scenari: il voto anticipato da fissare prima di luglio 2021, data del “semestre bianco” ( gli ultimi sei mesi di mandato del Presidente della Repubblica, in cui il Capo dello Stato non ha il potere di sciogliere le Camere),un Governo di unità nazionale sostenuto da larghe intese e guidato da un Presidente del Consiglio politicamente trasversale, una maggioranza PD-M5S-LeU-Italia Viva ricompattata su un nome diverso per la presidenza del consiglio o un governo tecnico.

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Tag:  Governo