Milanesi e non: attenzione.
Da oggi nel capoluogo lombardo vige il divieto di fumo all’aperto.
Lo ha stabilito il Comune di Milano con l’approvazione del nuovo Regolamento per la qualità dell’aria.
Con una deroga per i luoghi isolati: lì, i fumatori, non saranno sanzionati.
Dove non si può più fumare
Ma nei parchi, alle fermate dei mezzi pubblici, nei cimiteri, negli stadi, nelle strutture sportive e nelle aree cani, o comunque laddove nel raggio di 10 metri ci siano altre persone, non si potranno accendere sigari o sigarette.
Un primo passo verso l’obiettivo del 2025, quando il divieto di fumo sarà esteso a tutte le aree pubbliche all’aperto.
Nel frattempo, per i trasgressori le sanzioni andranno da un minimo di 40 a un massimo di 240 euro.
“Si tratta – precisa il Comune in una nota – di misure che hanno un duplice obiettivo: aiutano a ridurre il Pm10, ossia le particelle inquinanti nocive per i polmoni e tutelano la salute dei cittadini dal fumo attivo e passivo nei luoghi pubblici e frequentati anche dai minori”.
I dati in Italia
Secondo i dati ISTAT, in Italia i fumatori sono di poco inferiori ai 10 milioni.
Il fumo è più diffuso nella fascia di età che va tra i 20 e i 44 anni.
Questo, sempre secondo l’Istituto di statistica, porta ad attribuire al fumo di tabacco oltre 93 mila morti l’anno nel nostro Paese. Più del 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità realizzati in collaborazione con l’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri, l’Università Vita-Salute S. Raffaele, l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete Oncologica (ISPRO) e la Doxa, i fumatori di sigarette tradizionali durante il periodo di lockdown sono diminuiti dal 23,3% al 21,9%. 1,4 punti percentuali in meno che corrispondono a una stima di circa 630 mila fumatori in meno, di cui 334 mila uomini e 295 mila donne. Sono però aumentati i consumatori di tabacco riscaldato e sigarette elettroniche.
Chi, invece, tra i fumatori di sigarette tradizionali non è riuscito a smettere di fumare, ha aumentato il numero di sigarette fumate. Il dato riguarda il 9,0% della popolazione: circa 3,9 milioni di persone.
La Legge Sirchia del 2003
Dal 2003 nel nostro Paese, per effetto della legge Sirchia (allora ministro della Salute), il divieto di fumo è stato esteso a tutti i locali chiusi, i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali, bar e ristoranti, i luoghi di svago, le palestre e i centri sportivi.
Aree smoking free
In Italia non esistono delle vere e proprie zone smoking free all’aperto.
Ma molte spiagge delle coste italiane hanno provveduto a bandire le sigarette in Veneto (Bibione), in Lazio (Anzio, Ladispoli, Ponza), in Abruzzo (Alba Adriatica), nelle Marche (Pesaro, San Benedetto del Tronto, Sirolo), in Sardegna (Olbia, Sassari, Stintino), in Liguria (Lerici, Sanremo, Savona), in Emilia Romagna (Ravenna e Rimini), in Puglia (Manduria e Porto Cesareo) e in Sicilia (Capaci, Lampedusa, Linosa).
E all’estero? A New York, per esempio, nel 2002 è stato approvato lo ‘Smoke Free Air Act’, che ha decretato lo stop al tabacco in tutti i locali pubblici e gli uffici. Divieto che dal 2011 è stato esteso a strade, piazze, parchi, spiagge.