di Antonio Sicilia
Il Senato conferma: il Governo Conte bis resta in carica.
Dopo un’intera giornata di aula, tra interventi, trattative e sanificazioni, la crisi si risolve con un nulla di fatto. 156 senatori favorevoli alla fiducia, 140 senatori contrari, 16 senatori astenuti.
Si riparte da dove le cose erano state lasciate.
Ma la lunga giornata che ha tenuto gli italiani incollati agli smartphone, alle televisioni e ai pc ha segnato uno spartiacque. D’ora in poi, nessuna votazione avrà esito scontato in Senato.
La maggioranza c’è, ma non è assoluta: ogni approvazione sarà sudata.
Cronaca di una lunga giornata
Roma, 19 gennaio. Sono le 9:30 quando Giuseppe Conte esce in auto da Palazzo Chigi per raggiungere Palazzo Madama con un filo di ritardo rispetto alla tabella di marcia.
Dopo aver incassato la fiducia alla Camera dei Deputati, si gioca proprio qui al Senato il round decisivo per la sopravvivenza del Governo.
La seduta inizia alle 9:41 quando la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, chiede all’aula di osservare un minuto di silenzio per la morte di Emanuele Macaluso, parlamentare per sette legislature e storico dirigente del PCI.
Il discorso di Conte
Il discorso del Presidente Conte inizia proprio da qui, dal ricordo di Macaluso, definito un “grande protagonista della storia del Paese”.
Da quel momento in avanti il prosieguo dell’intervento del Presidente del Consiglio è in gran parte identico a quello già pronunciato a Montecitorio nella giornata di ieri (18 gennaio).
L’umore dell’aula è più timido di quello registrato alla Camera, meno applausi e un Premier visibilmente provato dai ritmi di questa due giorni anche nel tono di voce.
“Confesso di avvertire un certo disagio – dice il Presidente Conte – sono qui oggi non per annunciare nuove misure di sostegno per i cittadini e le imprese, non per illustrare la bozza ultima, migliorata del Recovery Plan, ma per provare a spiegare una crisi di cui immagino i cittadini, ma, devo confessarlo, io stesso, non ravviso alcun plausibile fondamento“.
Un inciso che scatena da un lato l’entusiasmo tra i banchi dell’attuale maggioranza e dall’altro fischi e cori del tipo “Mastella Mastella” tra gli scranni dell’opposizione.
L’appello ai “volenterosi”
Dopo questa parentesi accesa, il discorso fila senza particolare clamore fino alle 10:47 e si conclude con un appello ai “volenterosi”.
“Questo Governo intende perseguire un progetto politico ben preciso che mira a modernizzare il Paese, migliorando le sue infrastrutture materiali e immateriali, compiendo la transizione energetica e digitale, potenziando l’inclusione sociale, il tutto nel segno dello sviluppo sostenibile – rileva Conte -. Chi ha idee, progetti, volontà di farsi costruttore insieme a noi di questa alleanza votata a perseguire lo “sviluppo sostenibile”, sappia che questo è il momento giusto per contribuire a questa prospettiva.”
L’obiettivo della maggioranza assoluta
Sono ore frenetiche e neanche il discorso di Conte ferma le trattative in corso per avvicinarsi il più possibile alla “maggioranza assoluta” di 161 senatori.
Conti alla mano, un obiettivo lontano e dal valore prettamente simbolico.
Il Governo, infatti, può sopravvivere anche con una maggioranza semplice o relativa, ovvero prendendo anche soltanto un voto in più rispetto a quelli totalizzati dall’opposizione.
Le previsioni attestano la maggioranza a favore della fiducia al Governo in un numero compreso tra i 151 e i 158 senatori. L’esito, come si è visto, dipenderà dal voto dei senatori a vita, dalle decisioni last minute degli ex 5 stelle, degli onorevoli del gruppo misto e da qualche sorpresa tra le fila degli ex alleati renziani e di Forza Italia.
Il voto
La discussione in Senato sul voto di fiducia inizia ufficialmente alle 10:52.
Il primo iscritto a parlare è il Senatore Pier Ferdinando Casini, il cui intervento si interrompe dopo pochissimi minuti per lasciar spazio alla standing ovation per l’ingresso in aula della senatrice a vita Liliana Segre.
🔴 Standing ovation al #Senato per l’ingresso in aula della senatrice a vita Liliana Segre. #crisidigoverno #LilianaSegre pic.twitter.com/4lk3dU7UlZ
— Metropolitano.it (@MetropolitanoIT) January 19, 2021
Nel frattempo le indiscrezioni, poi confermate dall’esito del voto, vedono sempre più propensi a votare la fiducia gli ex M5S come Gregorio De Falco e Luigi Di Marzio . Confermato anche il sostengo alla maggioranza del senatore a vita ed ex Presidente del Consiglio Mario Monti. Tra previsioni, voci di corridoio e trattative serrate, la discussione procede fino alle 18:49, con due interruzioni per la sanificazione dell’aula. Dopo gli attesi interventi di Matteo Salvini e di Matteo Renzi, è il turno della breve replica del Presidente Conte, per lasciare poi spazio al voto dei senatori.
La conferma del Conte bis
La votazione dura circa un’ora e alle 22.14 in punto si conosce l’atteso esito della votazione: il Governo ottiene la fiducia al Senato ma con una maggioranza relativa, come da previsioni.
Può sopravvivere anche senza Italia Viva, allontana per ora lo spettro delle dimissioni per il Presidente Conte e dà alla compagine governativa il tempo necessario per trovare nuovi “responsabili” nelle prossime settimane, senatrici e senatori con cui provare a rendere la maggioranza più solida.
Quello che è certo è che da stasera in avanti ogni votazione al Senato, dati i numeri risicati a sostegno dell’esecutivo, diventerà un vero e proprio banco di prova per Conte e la sua squadra.
Una prova che non tarderà ad arrivare: tra meno di 24h il “Decreto Ristori” approderà in Parlamento per l’approvazione e questa volta la maggioranza assoluta non sarà un optional.