I primi tremila braccialetti saranno distribuiti ai pazienti del centro diabetico di Chioggia
Il suo nome è AIDme, contiene tutte le informazioni medico sanitarie della persona che lo indossa e può essere considerato un vero e proprio salvavita. Di che cosa si tratta?
Stiamo parlando del braccialetto che presto sarà ai polsi di tremila diabetici dell’Ulss 3 Serenissima, a Venezia. Preziosi strumenti informativi che saranno distribuiti alle persone affette da questa grave patologia seguite dal Servizio di diabetologia nell’ambito del progetto “Salviamo la vita con un braccialetto”.
Il progetto dell’Associazione diabetici del centro lagunare è realizzato con il contributo dell’Assessorato regionale alla sanità e all’assistenza sociale e dell’Ulss 3 Serenissima.
Come funziona il bracciale
AIDme è’ un braccialetto ipoallergenico e resistente all’acqua. Come un piccolo computer, custodisce i dati clinici della persona cui è assegnato e, in caso di emergenza, chiunque avvicini il proprio telefono potrà leggere in tempo reale il quadro medico per favorire il soccorso della persona in questione.
Sarà come avere una cartella clinica tra le mani: saranno chiare le patologie di cui quella persona soffre, i medicinali che prende, le allergie e le intolleranze farmacologiche o alimentari che ha. Ma sarà anche possibile conoscere l’orario di somministrazione dell’insulina, dei farmaci, il suo gruppo sanguigno, i suoi dati optometrici, perfino se la persona in questione ha dato o meno consenso alla donazione degli organi.
AIDme contiene infine anche una rubrica con i numeri telefonici da chiamare in caso di emergenza, la foto identificativa del paziente e i risultati di eventuali test effettuati per la ricerca del Covid. E’ a tutti gli effetti quindi una banca dati, che funziona senza scaricare alcuna app e che si rivela fondamentale per salvare la vita al suo possessore, che in caso di necessità può essere soccorso nel modo più opportuno.
Il diabete: una malattia da tenere sotto controllo
«Il diabete è una malattia silente e subdola – sottolinea il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben – che colpisce buona parte della popolazione. Avere al polso uno strumento come questo significa aiutare a prevenire molte delle emergenze di chi soffre di questa patologia, come gli attacchi ipoglicemici, e nei casi più gravi a salvargli la vita».
Oltre a essere una persona fragile perché affetto da malattia cronica, chi soffre di diabete è spesso anziano e necessita della presenza di un familiare che lo assista. Il bracciale che indica la terapia da effettuare, gli orari di somministrazione dell’insulina e gli orari in cui devono essere prese le pastiglie durante il giorno rendono più semplice questo compito.
I bracciali sono distribuiti in questa prima fase ai tremila diabetici di Chioggia accompagnati dall’educazione all’uso e una bruchure informativa che aiuta nell’inserimento dei dati.