Nella notte tra il 12 e il 13 gennaio il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al Recovery plan.
Nonostante l’astensione di Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, le due ministre di Italia Viva, l’esecutivo ha approvato la proposta del “Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
Si tratta di un dossier di 172 pagine che dovrebbe indicare nello specifico le modalità con cui spendere i fondi del programma “Next Generation Eu”, i finanziamenti e i prestiti della Commissione Europea pensati per far fronte alle difficoltà economiche e sociali causate dalla pandemia da Coronavirus.
Il Piano è suddiviso in sei missioni, ciascuna delle quali corrisponde ad un’area tematica rispetto alla quale intervenire:
- Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
- rivoluzione verde e transizione ecologica;
- infrastrutture per una mobilità sostenibile;
- istruzione e ricerca;
- inclusione e coesione;
- salute.
Per far fronte a ciascuna delle “missioni”, stando al Piano, si potrà contare su circa 210 miliardi di euro: 144,2 miliardi finanzieranno nuovi progetti, mentre i rimanenti 65,7 miliardi saranno utilizzati per portare a conclusione i progetti già in essere.
Nella tabella allegata al dossier approvato dal Consiglio dei Ministri, si evidenzia già l’entità delle risorse che verranno allocate per ciascuna delle sei missioni.
Raddoppiati i fondi per la Sanità
Una delle novità, rispetto alle bozze circolate nei giorni scorsi, è l’aumento dei fondi destinati alla Sanità: dai 9 miliardi inizialmente ipotizzati si è passati a circa 18 miliardi.
Le risorse in questione saranno suddivise in due piani di intervento, da un lato una voce di spesa dedicata all’innovazione, alla ricerca e alla digitalizzazione, dall’altro, circa 8 miliardi, per l’assistenza di prossimità e la telemedicina.
Rimane irrisolta la questione della governance, senza un’indicazione specifica su come e chi gestirà concretamente le risorse indicate dal Recovery Plan. Il governo assicura che presenterà alle Camere un “modello di governance che identifichi la responsabilità della realizzazione del Piano, garantisca il coordinamento con i ministri competenti a livello nazionale e gli altri livelli di governo, monitori i progressi di avanzamento della spesa”.
L’ultimo atto del Governo Conte II?
Irrisolte anche le tensioni all’interno della maggioranza, palesate dall’astensione di questa notte da parte delle due ministre di Italia Viva.
Se il Recovery Plan sarà l’ultimo atto del Governo Conte II lo scopriremo nel corso della giornata di oggi (13 gennaio), con due appuntamenti cruciali: la conferenza stampa fissata nel pomeriggio dal leader di IV, Matteo Renzi, e il Consiglio dei Ministri programmato in serata per fissare le nuove misure per far fronte all’emergenza sanitaria.
Nel frattempo, le 172 pagine del “Piano nazionale di ripresa e resilienza” saranno inviate alla Camera dei Deputati e al Senato al fine di acquisirne le valutazioni.