Il Ministero della Salute ha appena riconosciuto i test antigenici di terza generazione come “sovrapponibili a quelli molecolari, specie se utilizzati nella prima settimana di infezione”, ma già la scienza è oltre.
“Con la Liguria – ha rivelato Roberto Rigoli, coordinatore delle microbiologie del Veneto – stiamo testando un nuovo test antigenico di terza generazione rapidissimo, visto ché dà risposta sulla positività in soli 3 minuti”.
Screening semplificati
L’annuncio arriva subito dopo il documento della Direzione generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, che ha certificato una sperimentazione partita dalla nostra regione, ora impegnata in un’ ulteriore ricerca.
Il risultato semplifica prima di tutto le procedure di screening.
Come ha sottolineato il direttore del Dipartimento di prevenzione regionale, Francesca Russo, alla base della novità c’è la ridefinizione del concetto di “caso”.
Tra i 3 criteri presi in considerazione a tal fine (clinico, epidemiologico e di laboratorio), si introduce in particolare la possibilità di effettuare i test di conferma non solo attraverso controlli molecolari, ma anche con i test rapidi più moderni. In più, anche i tamponi di prima e seconda generazione sono considerati utili per individuare i casi positivi a fini di sanità pubblica, allineandosi con le finalità di approfondimento diagnostico.
“I test non cerchino solo la proteina spike, potrebbero fallire con le mutazioni”
Un secondo documento, dell’associazione microbiologi italiani, è stato citato da Rigoli e preso in considerazione dal Ministero. “La biologia molecolare – ha sintetizzato il microbiologo – rimane la procedura standard per la diagnostica, ma non può essere considerata screening. Si iniziano inoltre a distinguere le diverse generazioni di test antigenici rapidi e a dare linee guida sui riscontri di positività, legato al numero di amplificazioni”.
Su questa base, il Ministero ha aggiunto, tra le nuove indicazioni, il fatto che non si deve cercare solo la proteina “S” di spike, perché “in questo caso il test molecolare può fallire in caso di mutazioni”. “L’approccio diagnostico che abbiamo in Veneto – conclude Rigoli – è assolutamente in linea con questo documento. Anzi, possiamo dire di averlo un po’ anticipato”.
Il nuovo iter
Un soggetto riscontrato positivo con un test rapido, secondo l’illustrazione del nuovo documento ministeriale fatto dalla dottoressa Russo, viene così posto adesso in isolamento. E un negativo al rapido, ma con sintomatologia riconducibili a quelli del Covid-19, deve essere sottoposto a nuovo test entro 2 o 4 giorni. Ma questo test può essere molecolare o antigenico di terza generazione.
“Quando c’è un contesto di alta prevalenza, in cui il virus circola in maniera molto sostenuta – ha infine chiarito Francesca Russo – il documento spiega che è importante sia individuare i soggetti positivi, ma anche porre grande attenzione ai negativi sintomatici, in particolare quelli che hanno avuto contatti a rischio o appartenenti a una comunità chiusa, come contesti sanitario-residenziali o carceri”.