Dopo le difficoltà del secondo trimestre 2020, tra luglio e settembre le famiglie italiane hanno visto il loro reddito disponibile e il loro potere d’acquisto ripartire con decisione dopo il forte calo registrato tra aprile e giugno.
Lo ha rilevato l’Istat comunicando l’ aggiornamento dei conti trimestrali dei settori istituzionali.
Il considerevole aumento dei consumi registrato ha consentito di raggiungere “livelli di poco inferiori a quelli del terzo trimestre 2019”.
Reddito disponibile e potere d’acquisto delle famiglie
Il reddito disponibile lordo delle famiglie italiane, nel terzo trimestre 2020, si è attestato su 287.038 milioni di euro, con un incremento del +6,3% in termini nominali rispetto al trimestre precedente, portandosi al di sotto di 0,6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’aumento in termini reali, ovvero del potere d’acquisto, è stato invece del +6,6%, pari a una diminuzione dello 0,4% rispetto al 2019.
Stessa percentuale di riduzione (-0,4%) si è registrata per la pressione fiscale che, rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, è scesa al 39,3%.
La differenza tra i primi 9 mesi dei due anni si è così ridotta, con una variazione percentuale tendenziale del -2,7% sia per il reddito disponibile che per il potere d’acquisto.
Propensione ai consumi in crescita
Tra luglio e settembre è ripartita con decisione anche la spesa per consumi finali delle famiglie, arrivata a 246.665 milioni di euro.
La crescita percentuale rispetto al periodo tra aprile e giugno è stata elevata, +12,1% in termini nominali, anche se non ha permesso di tornare sui livelli di un anno precedente, visto che il confronto fa segnare un -7,6%. Il divario si fa ancor più ampio nel confronto su base annua dei primi nove mesi: nel 2020, la diminuzione è stata del 10,4%.
Risparmio e investimenti
Aumentando la propensione alla spesa è diminuita quella al risparmio, che aveva toccato addirittura il 19% tra aprile e giugno.
La flessione di 4,4 punti percentuali, che determina il risultato del 14,6% tra luglio e settembre, non impedisce però di superare di 6,5 punti percentuali il risultato dello stesso periodo del 2019, con livelli annui che restano così di gran lunga superiori alla media (+7,4 nel confronto tra i primi 9 mesi del 2019 e quelli del 2020).
Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici nel terzo trimestre 2020 è stato invece del 6% (+1,5% rispetto ai tre mesi precedenti, +0,3% nei confronti del 2019), a fronte di un aumento degli investimenti fissi lordi addirittura del +43,2%. I 17.460 milioni di quest’ultima voce valgono anche un +5% nel confronto tra trimestri 2019 e 2020, mentre resta un calo (-9,2%) allargando la prospettiva su 9 mesi.
Oltre ai consumi, ripartita l’occupazione
L’Istat ha comunicato anche i dati relativi all’occupazione e alla disoccupazione aggiornati a novembre 2020. Quando, dopo la sostanziale stabilità di ottobre, gli occupati sono a tornati a crescere di 63.000 unità (+0,3%), con un tasso di occupazione del 58,3%.
E’ diminuito anche, per il quarto mese consecutivo e con maggior intensità, il tasso di disoccupazione, sceso sotto il 9% (-0,6%) in generale e al 29,5% (-0,4%) tra i giovani.
E’ aumentato invece al 35,8% (+0,2%) il tasso di inattività.
Pur restando l’occupazione sotto i livelli pre-Covid (-0,6% rispetto a febbraio, con 300 mila unità in meno), il dato relativo alla disoccupazione è tornato per la prima volta da giugno, e con valori più marcati (-0,5%), sotto a quello registrato prima dell’inizio della pandemia.