Un gruppo di ragazzini tra i 10 ed i 14 anni si sono cimentati in “Un insolito Natale in bianco e nero”, realizzando una mostra fotografica che adornerà le vetrine dello spazio culturale Anim’arte, in centro a Mestre, fino al prossimo 6 gennaio.
Scelta artistica ma anche pratica, il bianco e nero racconta il Natale ai tempi del Covid-19, una festa che, nonostante tutto, non ha perso il suo fascino, almeno agli occhi dei più piccoli.
I partecipanti al laboratorio, che mai prima di allora avevano usato una macchina analogica, si sono rivelati degli attenti osservatori e hanno catturato scatti interessanti, sia dal punto di vista della composizione che della forma.
Il Natale, per i bambini, resta sempre magia
Nonostante il particolare momento che l’interno mondo sta vivendo, ne è emerso un Natale visivamente non troppo insolito: le vie della città illuminate, gli addobbi e l’albero in Piazza Ferretto, la gente all’uscita dai negozi con i pacchetti regalo.
Per i giovanissimi fotografi le consuetudine natalizie, almeno all’apparenza, sembrano rimaste integre.
Ma sono gli scatti meno natalizi quelli che fanno riflettere di più.
Pochi passanti per strada, un runner che consegna un pacco a una signora ripresa di spalle, un gatto appollaiato su una macchina ferma, un cagnolino a guinzaglio su una strada deserta o un signore tutto solo con due valigie tra le mani.
La fotografia analogica per le foto più belle del Natale 2020
“Lo scorso ottobre, abbiamo allestito anche una camera oscura – spiega Alberto Stevanato dell’associazione culturale Macaco Records che, insieme a Solenn Le Marchand ha dato vita ad Anim’arte, spazio dedicato all’arte e alla creatività – Da qui l’idea di organizzare, insieme a Miriam Zenobio e Marco Centasso, dei laboratori per bambini e adolescenti dedicati alla fotografia analogica, un meraviglioso mondo a loro sconosciuto. Abbiamo avviato già due percorsi e nel secondo, svoltosi a dicembre, ci è venuto in mente di allestire sulle vetrine della sede dell’associazione una mostra con i migliori scatti realizzati nel periodo antecendente al Natale.
Abbiamo fornito ai bambini delle macchine usa e getta in B&W (bianco e nero) chiedendo loro di scattare il Natale, le foto più belle e rappresentative sono state quindi appese con fili, mollette o inserite in cornici realizzate a mano con cartoncini e colori.
Uno scatto per riflettere
Ci si potrebbe chiedere che senso abbia proporre un laboratorio di fotografia analogica nel XXI secolo, quando chiunque può avvicinarsi alla fotografia con uno smartphone o un tablet e usare i filtri di Instagram e Facebook come post-produzione. In realtà, spiegano gli organizzatori, la fotografia analogica permette di comprendere le basi e il funzionamento del processo fotografico, di interiorizzare e maneggiare parametri che in digitale si sceglie spesso di lasciare in automatico, allenando il fotografo ad essere più meticoloso e creativo di fronte all’obiettivo di qualsiasi apparecchio fotografico, anche digitale. Inoltre, la fotografia analogica consente di fermarsi e riflettere sull’immagine, sul suo ruolo e uso nella società contemporanea e su come sia cambiato nel corso della sua storia.
Professione reporter
Al laboratorio di fotografia realizzato nel mese di dicembre hanno partecipato bambini in età compresa tra i 10 e i 14 anni. All’inizio i ragazzini hanno esplorato la storia della fotografia e preso confidenza con diversi apparecchi fotografici. Poi, si sono calati nel ruolo di veri e propri reporter, dandosi una missione: documentare il primo Natale dall’inizio della pandemia di Covid-19 per scoprire se e come la situazione attuale ha influenzato la festa più attesa dell’anno. Infine, muniti di grembiule e guanti protettivi, si sono occupati dello sviluppo fotografico.
Le foto sviluppate sono state infine scansionate e messe in rassegna per la stampa. Quelle scelte fanno ora parte della mostra “Un insolito Natale in bianco e nero””.