Una sorta di “zona arancione ridotta di scala”, con la chiusura dei confini comunali a partire dalle ore 14.
È quanto prevede la nuova ordinanza anti contagio da Covid-19 presentata dal presidente del Veneto Luca Zaia valida da sabato 19 dicembre al prossimo 6 gennaio 2021.
Ecco il testo ufficiale della nuova ordinanza
“Non so cosa farà il Governo – ha detto – non ho ancora ben capito cosa accadrà e non voglio entrare nel dibattito nazionale. Ma il Veneto è il Veneto e non possiamo aspettare ulteriormente: per questo abbiamo pensato a un provvedimento innovativo che ci permetta di aumentare il distanziamento sociale e mettere in sicurezza i cittadini. Se poi arriveranno le misure nazionali, avendo rango superiore, assorbiranno le nostre. Ed eventualmente rivedremo le nostre disposizione alla luce di queste. Nel frattempo, dobbiamo però metterci in sicurezza”.
La soluzione individuata cerca di mantenere “un punto di equilibrio tra il tema epidemiologico e quello di natura imprenditoriale – ha spiegato Zaia – Manteniamo infatti inalterato il tema degli orari e delle aperture delle attività produttive e commerciali e tuteliamo fino in fondo le libertà personali. La vera novità è che dalle 14 in poi si lavora solo con i cittadini della propria città, potendo così distribuire anche i flussi commerciali, evitando la commistione di popolazioni epidemiologiche diverse”.
Le deroghe
Saranno ovviamente previste una serie di deroghe, in pratica le stesse previste dalle normative nazionali per la zona arancione.
Si potrà, cioè, uscire per motivi sanitari, per andare a scuola, al lavoro o per andare a fare la spesa alimentare se non è possibile farla nel proprio territorio comunale.
Ovviamente, gli spostamenti dovranno essere giustificati dall’apposita autocertificazione.
“Siamo in ogni caso disponibili – ha precisato il presidente – a rispondere a tutti i dubbi e alle richieste dei cittadini attraverso le faq. Le restrizioni che abbiamo pensato sono sicuramente dei sacrifici, ma non ci sembrano così dolorose. E danno una risposta dal punto di vista sanitario. Di meno di questo, dal punto di vista epidemiologico, oggettivamente non si può fare, per non rischiare di trovarci poi in difficoltà a gennaio. Di più significherebbe chiusure totali, e non siamo chiamati a farle”.
Il Comune di Padova, intanto, aveva già vietato l’accesso e la mobilità delle auto dalle 10 alle 19, sia sabato 19 che domenica 20, all’interno della circonvallazione interna.
Un’ordinanza per un Veneto ancora giallo
Alla base della nuova ordinanza c’è l’indagine epidemiologica realizzata dalla responsabile del Dipartimento regionale di prevenzione, Francesca Russo, alla vigilia della nuova definizione del colore delle varie regioni.
“Avendo un Rt inferiore a 1 (esattamente 0,96, ndr) per queste valutazioni – ha dichiarato Russo – e di poco superiore a 1 su 14 giorni, ci collochiamo ancora in uno scenario presumibilmente di area gialla. Sia pure con elevata probabilità di rischio di passaggio ad un’area superiore. Per questo, per evitare, controllando l’incidenza, una situazione di ulteriore situazione di stress sui servizi ospedalieri, abbiamo pensato a questa situazione di equilibrio che può ridurre con misure utili e importante l’indice di affollamento delle città. E ne vedremo gli effetti subito dopo le festività”. Il Veneto, al momento, è dunque in una “condizione di plateau, con un andamento più o meno stabile, ma senza aver avviato quel percorso di discesa che speravamo di intraprendere”, conclude Russo.
La situazione nei reparti ordinari degli ospedali
Con oltre 2.700 soggetti positivi al Covid ricoverati in area non critica, la situazione legata all’emergenza nei reparti ordinari degli ospedali del Veneto presenta “un’incidenza significativa, anche se è di sostanziale equilibrio e fa registrare un forte rallentamento”. Lo afferma Paolo Fattori, il dirigente regionale che ha presentato uno studio sull’andamento dei ricoveri.
Ne emerge che il 68% dei ricoverati per coronavirus presenta uno “stato severo” di salute, ovvero quello intermedio tra il “lieve” e il “critico”. Con differenze tra Ulss e Ulss, tra il 60 e il 70 per cento dei ricoverati nei reparti ordinari ha più di 70 anni, con un ulteriore 30% tra i 50 e i 69 anni, mentre è residuale la quota di soggetti più giovani. Ogni giorno, i nuovi ingressi e le uscite sostanzialmente si equilibrano, attestandosi tra le 250 e le 270 unità. La durata media del ricovero è infine di 15-16 giorni.
I ristori
In attesa delle decisioni del Governo, le Regioni hanno intanto confermato la necessità di ricollegare alle eventuali misure restrittive adeguati ristori. “Come gruppo di governatori – ha ricordato Zaia – abbiamo confermato che il tema dei ristori è importante, su queste partite. E per noi devono essere ristori “alla tedesca”, riconoscendo una quota parte per le perdite di fatturato”. In materia di ristori, il Veneto ha intanto stanziato ulteriori 4 milioni di euro a favore dei Centri per l’assistenza agli anziani non autosufficienti, in aggiunta ai 13 milioni già destinati lo scorso novembre.