Sono 4 i nuovi archivi donati al Centro Studi del Vetro della Fondazione Cini: Bianchin, Vigna, Rubino, Signoretto
Quando si parla di vetro a Venezia, il pensiero corre veloce verso l’isola di Murano.
E’ lì che sono nati e si sono formati molti maestri, diventati famosi in tutto il mondo, di quest’arte che si tramanda da generazione in generazione.
Forse però non tutti sanno che in un’altra splendida isola veneziana, quella di San Giorgio Maggiore, c’è dal 2012 il Centro Studi del Vetro della Fondazione Cini.
Con i suoi oltre 150 mila tra disegni, schizzi e progetti esecutivi originali, può essere considerato un unicum nel suo genere. Per la ricchezza del materiale che conserva è diventato l’Archivio Generale del Vetro veneziano.
Un patrimonio che cresce negli anni grazie a donazioni degli archivi di grandi artisti, provenienti sia da privati sia dalle istituzioni del territorio. Ultimi in ordine di tempo sono arrivati ad arricchire le collezioni quelli di Cristiano Bianchin e Giorgio Vigna. A questi si aggiungono i progetti con il vetro ideati da Silvano Rubino, per il quale il Centro Studi avvierà nel 2021 una campagna di digitalizzazione con l’obiettivo di rendere i suoi materiali condivisibili con chi lo desidera. Nuovi fondi che ampliano le raccolte sul vetro contemporaneo.
“La Fondazione Cini è orgogliosa di annunciare queste nuove importanti acquisizioni – afferma il direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte Luca Massimo Barbero – Esse rappresentano la memoria viva del lavoro di grandi artisti del vetro muranese che sarà messa a disposizione degli studiosi, e allo stesso tempo aprono al contemporaneo le già ricchissime raccolte del Centro Studi del Vetro”.
Il vetro internazionale di Pino Signoretto
Non solo. Per la prima volta il Centro Studi Vetro raccoglie l’archivio completo di Pino Signoretto, scomparso nel 2017. A un anno dalla sua morte venne insignito con uno dei premi più significativi per la sua intensa carriera di successi, il MAM-Maestro d’Arte e Mestiere, assegnato ai migliori 75 artigiani d’Italia.
Originario di Favaro Veneto, è tra i più abili e riconosciuti maestri vetrai della scena muranese e internazionale. Il suo apprendistato è iniziato nel 1954 in una fornace di lampadari e dal 1959 ha lavorato con alcuni dei più grandi maestri muranesi come Alfredo Barbini, Livio e Angelo Seguso, Ermanno Nason.
Diventato maestro vetraio nel 1960, ha arricchito la conoscenza delle diverse tecniche fino a rendere sempre più personale il proprio metodo e stile di lavorazione. Nel 1978 apre il suo atelier a Murano e da quel momento ha iniziato la sua escalation collaborando con grandi aziende del vetro e del design in tutto il mondo e artisti contemporanei di fama.
“Per noi è un onore – spiega la figlia di Pino Signoretto, Paola – donare il materiale di 60 anni di lavoro di mio padre. In questo modo, tanto prezioso patrimonio non andrà disperso, anzi valorizzato ulteriormente. L’arte del vetro deve ritrovare il suo ruolo fondamentale in città e in questo senso il Centro del Vetro della Cini svolge un lavoro significativo”.
Il suo archivio completo comprende circa 450 pezzi tra schizzi e progetti di piccola e grande scala.
Riguardano in particolare interventi realizzati con più vetrerie muranesi o in collaborazione con designer e artisti di fama, italiani e internazionali. Vi sono anche 200 unità tra stampe fotografiche,fotocolor e riproduzioni su diversi supporti relative a opere realizzate e alle differenti fasi di lavorazione in fornace, compresi alcuni dvd che testimoniano la sua attività. Non mancano documentazione e corrispondenza con artisti e istituzioni italiane e straniere, una trentina di riviste specializzate e un corpo bibliografico di circa 250 pubblicazioni, cataloghi e libri sul vetro.
Cristiano Bianchin
Considerevole anche il lascito di altri due artisti. Cristiano Bianchin vive e lavora a Venezia, dove si è formato all’Accademia di Belle Arti diplomandosi in pittura nel 1987.
Le sue prime opere in vetro risalgono al 1992. Dopo diverse partecipazioni alla Biennale di Venezia, alla Fondazione Bevilacqua La Masa e a Parigi – dove nel 2011 gli è stata dedicata una sala personale al Musée del Arts Décoratifs -, nel 2017 ha vinto il Premio Glass in Venice.
Lui stesso dona il suo archivio costituito da 200 unità tra progetti e schizzi; 9 quaderni di appunti; 7 classificatori con documentazione sugli allestimenti di mostre collettive e personali ed eventi a cui ha partecipato; 200 stampe fotografiche, fotocolor e corrispondenza istituzionale e privata con enti culturali e personalità del mondo dell’arte e del collezionismo. Si tratta di materiali che riguardano anche lavori sperimentali non ancora conosciuti al pubblico, opere e studi di grafica.
Giorgio Vigna: la fornace, il suo mondo
“La fornace – sottolinea il maestro Giorgio Vigna ringraziando il Centro del Vetro per il lavoro che sta facendo – è per me anche uno spazio di ispirazione massima. Nella mia vita il vetro è un elemento chiave e la cosa più bella è che donandolo, questo mio archivio rimane a disposizione di chiunque voglia fruirne per studio. L’auspicio è che possa essere uno stimolo anche per avvicinare i giovani a quest’arte”.
Vigna ha collaborato con la vetreria Venini dal 1997 al 2019 e parte del suo archivio è dedicata ai lavori di quel periodo. Tra i materiali ci sono un centinaio di disegni originali realizzati con tecniche miste, fotografie e materiale digitale e analogico, cataloghi. Per le sue opere Vigna utilizza varie materie tra le quali il vetro, i metalli e la carta trattate in modo sempre nuovo e sorprendente per svelarne possibilità nascoste.
Silvano Rubino
Il veneziano Silvano Rubino ha donato parte del suo archivio, tra cui 50 tavole con rappresentati diversi modelli e loro studi realizzati dal 2001 al 2012.
I disegni sono corredati da fotografie in alta definizione dei progetti finali – tutti pezzi unici – prodotti e non.
Il corpus è suddiviso tra Vasi-oggetto, sculture e installazioni. L’artista nei suoi lavori tocca vari ambiti che spaziano dal vetro, alla fotografia, al video. Si dedica anche alla pittura, lavora su scenografie e costumi teatrali, installazioni ambientali. Il suo archivio arriverà al Centro Studi del Vetro in gennaio.