L’Rt del Veneto, cioè l’indice di trasmissione del Covid-19, nell’ultima settimana è sceso sotto quota 1, attestandosi a 0,91. In altri termini, una persona infetta trasmette il virus a meno di un’altra persona. «È una
grande notizia dal punto di vista dello scenario e per le valutazioni tecnico-scientifiche dell’unità di crisi» ha affermato la dottoressa Francesca Russo, direttore del Dipartimento di prevenzione regionale.
Verso la zona gialla
Il dato, che è stato comunicato informalmente alla Regione, è alla base della fondata speranza di poter rimanere ancora in zona gialla anche nella classificazione odierna di Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute. «Nel confronto con il presidente dell’ISS Silvio Brusaferro – ha rivelato Russo – ci è stata confermata l’evidenza di un andamento positivo dell’Rt. Anche considerando tutti i parametri siamo più verso l’area gialla che verso quella arancione».
«Oggi – ha commentato il presidente Luca Zaia – ci arriverà la comunicazione ufficiale e probabilmente saremo ancora gialli. Dopo, la dottoressa Russo si prenderà qualche giorno per ragionarci sopra, per vedere l’andamento epidemiologico. Ci fornirà quindi una relazione per capire se sarà necessario adottare altre misure, ferma restando la zona da cui partiamo».
Rt: una precisazione
Nei dati ufficiali, l’Rt del Veneto dovrebbe figurare pari a 1,01, comunque abbondantemente sotto l’1,25 che determina il passaggio alla zona arancione. Come ha spiegato Francesca Russo, l’ISS considera infatti 3 tipi di Rt, basati tutti sui dati inviati dalle Regioni. «L’Rt più affidabile – ha sottolineato Russo – è quello settimanale, che ci vede attestati a 0,91. Si basa sulla capacità della Regione di individuare i positivi sintomatici. Perché, pur non sapendo ancora quanto, è appurato che la capacità di trasmettere il virus da parte degli asintomatici è inferiore».
L’Rt pubblicato è invece quello “aggiustato”, che è più stabile perché si basa su due settimane.
Nell’ultima settimana, in Veneto, è sceso da 1,11 a 1,01.
Infine, vi è un terzo Rt, calcolato sui soli sintomatici ricoverati. Qui, il dato veneto è a 0,92.
Scendono i ricoveri
Nel bollettino giornaliero, il dato che spicca è il calo dei ricoverati, scesi a 3.176 (-46).
«Da qualche giorno – ha evidenziato Zaia – ci sono timidi segnali sull’ospedalizzazione, che speriamo si consolidi e diventi una tendenza importante. Siamo sicuramente nel plateau della parte apicale della curva, anche se ancora non sappiamo quanto durerà. Anche se ci sono questi segnali positivi, la preoccupazione resta comunque alta. Anche perché il tema delle terapie intensive ha il suo peso». Il numero di malati in area critica è infatti salito a 375 (+18).
Un’enclave del Nord-Est?
Zaia ha quindi annunciato un accordo con l’Istituto zooprofilattico, che ha raccolto un campione di tamponi effettuati per capire se in quest’area il virus sia mutato verso ceppi diversi.
«Nel bacino che comprende Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Carinzia – ha spiegato il presidente – sembra si sia formata un’enclave con un andamento del contagio più graduale, sia in salita che in discesa. E va considerato anche che lo stesso Friuli Venezia Giulia, che pure ha passato un periodo in fascia arancione, sta incontrando le stesse difficoltà».
La lettera per la standardizzazione
La dottoressa Russo ha inoltre inviato questa mattina una nota all’Istituto Superiore di Sanità e al Ministero chiedendo che siano utilizzate le stesse modalità di valutazione tra le diverse regioni, soprattutto riguardo alla numerosità dei tamponi effettuati. Una richiesta da tempo avanzata da tutte le Regioni, seguita da una nota del 3 dicembre che indica come caricare i dati. E si incentra particolarmente sul fatto che si carichino tamponi molecolari, tamponi rapidi e si indichino se i positivi sono stati evidenziati con uno solo o entrambi i test.
«La richiesta – ha spiegato Russo – è che siano effettivamente rappresentati per tutte le Regioni anche i dati dei tamponi antigenici effettuati. E che vengano confrontate anche le strategie, come l’effettuazione dei test su tutti i contatti stretti asintomatici di soggetti positivi e il testing sulle scuole». «Le valutazioni dell’ISS – ha concluso Zaia – a nostro avviso vanno fatte su dati omogenei. Anche perché i 3.883 nuovi positivi che abbiamo evidenziato nelle ultime 24 ore hanno un’incidenza del 6,88% sul totale di 56.430 tamponi effettuati, comprendendo i 40.130 rapidi».