L’allarme è scattato a mezzogiorno, quando le previsioni hanno improvvisamente fatto virare verso la quota di 135 cm la marea, ancora una volta eccezionale, che stava preparandosi a investire Venezia.
Le procedure per attivare il Mose non erano state avviate.
Per protocollo, il sistema integrato delle barriere mobili, ancora in sperimentazione, viene messo in azione quando le previsioni di marea arrivano ad almeno 130 cm.
E prima di mezzogiorno le stime erano inferiori. 125 cm al momento del picco.
Venezia sarebbe comunque stata allagata nelle parti più basse.
Ma nessuno pensava che, a gabbarci , sarebbe stato il vento.
Che in Adriatico ha cambiato repentinamente direzione e, dalla Croazia ha soffiato sempre più forte.
Ad aggiungersi, ci sarebbero stati anche gli apporti dei fiumi Tagliamento e Piave.
Fatto sta che, alle 15.30, l’ora indicata nelle previsioni delle ore 12.00 per il picco di marea, l’acqua non si è arrestata ai 135 cm raggiungendo, invece, alle 16.40, i 139.
Con il Mose a riposo sotto il mare, ancora una volta Venezia ha conosciuto una giornata di disperazione e di imprecazioni.
Chioggia sotto 146 cm d’acqua
Peggio è andata a Chioggia, dove si sono raggiunti addirittura 146 cm in centro storico, mentre la diga di Sottomarina ha segnato un centimetro in più.
“La situazione è spaventosa – ha detto il sindaco Alessandro Ferro da Isola Verde – Il mare è impetuoso, le onde sono altissime, le strutture balneari sono state mangiate dal mare e la spiaggia è scomparsa. Questa mareggiata ha fatto danni enormi. Purtroppo sono cambiate improvvisamente le condizioni meteo e tre ore di preavviso non sono sufficienti per azionare il funzionamento del Mose”.
Altri 4 picchi nei prossimi giorni
Non è finita qui. Venezia e Chioggia attendono altri 4 picchi importanti di marea nei prossimi giorni.
Le previsioni del Centro Maree indicano infatti quota 125, alle ore 07.00 del 9 dicembre e acque alte eccezionali che raggiungeranno 135 cm nei giorni 10 (ore 07.15), 11 (ore 07.55) e 12 dicembre.
Sotto il segno del Mose
Ma il Mose ci sarà.
Nel tardo pomeriggio, infatti, la squadra che può attivare le procedure è stata convocata.
Si sta attendendo che la laguna scarichi in mare per poter far alzare le barriere approfittando del picco più basso di marea, che ci dovrebbe essere verso mezzanotte e quaranta.
“Per attivare il Mose ci vuole del tempo e questa situazione ci mostra come si debba imparare a essere più rapidi, perché le previsioni, come si è visto, cambiano in maniera repentina – ha detto il sindaco Luigi Brugnaro, giunto già nel primo pomeriggio al Centro Maree per seguire l’evolvere della situazione –Non c’è da parte nostra alcuna polemica. Il commissario sta facendo un ottimo lavoro e c’è una leale collaborazione. Ma ci sono situazioni contingenti, come questa, che richiedono di essere sul pezzo per poter agire con maggior velocità. E bisogna rispondere ai cittadini”.
I cittadini arrabbiati, si sono sentiti traditi
Sui social, infatti, le proteste non si sono fatte attendere.
Tra video e foto di Venezia, Chioggia e isole allagate, tra le immagini di negozi con pompe attivate, di gente di nuovo per strada con gli stivali e di persone in difficoltà, le polemiche e gli improperi hanno dato sfogo a un senso di impotenza che, per troppi anni, ha accompagnato la vita di chi vive in laguna.
Cosa attenderci per ora dal Mose
Ma perché il Mose non è stato attivato?.
A spiegarlo è stata il Provveditore alle Opere Pubbliche Cinzia Zincone. “Il Mose – ha chiarito – è in fase sperimentale e si alza quando c’è una previsione di almeno 130 cm. L’allerta viene data 48 ore prima non solo per emettere le ordinanze per la navigazione ma anche per convocare le squadre operative. L’operazione va preparata. Quando le previsioni sono cambiate, si era già fuori tempo massimo”.
Ogni alzata del Mose è considerata al momento ancora un test.
Quanto accaduto l’8 dicembre apre a un auspicio. “Mi auguro – ha concluso infatti Zincone – che si riesca a far tesoro anche di questa esperienza per aggiornare le procedure in modo di adattarle anche a situazioni come questa, di improvviso peggioramento delle condizioni meteo”.
Nel frattempo, la commissaria Elisabetta Spitz sta sovrintendendo le operazioni per il nuovo sollevamento delle paratoie mobili. Il Mose dovrà risollevarsi nella notte e riabbassarsi temporaneamente domani (9 dicembre ndr) alla bocca di porto di Malamocco per consentire a una ventina di navi di uscire da Venezia.