Il Superbonus 110% porterà in Veneto, tra il 2021 e il 2026, quasi 1,7 miliardi di euro, elevando in media del 41% il valore degli incentivi fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica.
La stima effettuata dall’indagine realizzata da CNA Veneto in collaborazione con il Centro studi Sintesi di Mestre conferma dunque che la misura adottata dal Governo potrà produrre effetti positivi sugli investimenti del sistema casa. E dare così un importante sostegno a un settore, quello dell‘edilizia, che esce da un decennio di particolare sofferenza.
Le stime sull’impatto Superbonus 110%
La valutazione dell’impatto del Superbonus si basa sulle risorse stanziate dal Decreto Rilancio.
In Veneto, si stima che l’importo di detrazioni fiscali derivanti dagli interventi di efficientamento energetico e di applicazione di misure antisismiche previste col recente decreto legge sarà di complessivi 1,652 milioni di euro dal 2021 al 2026, con una punta di 379 milioni nel 2022. Il Superbonus 110% dovrebbe così consentire per le famiglie un aumento medio del 41% di sconti e incentivi fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica, portando la media annua stimata a 941 milioni.
Nel Veneziano, quinta provincia (prima è Padova con una media di 52 milioni l’anno) tra le sette della regione per totale di benefici, l’importo del Superbonus sarà di complessivi 264 milioni, per una media annua di 44 milioni.
L’importanza delle detrazioni fiscali per l’edilizia
Dal 2010 al 2019, ancor prima della pandemia, il settore dell’edilizia ha sofferto in maniera particolare, sia per quanto riguarda le imprese di costruzione che per quelle delle produzioni manifatturiere strettamente legate al settore, come quelle di legno, materiali specifici e mobili.
Il Veneto, in questo, non ha fatto eccezione rispetto alla tendenza nazionale, sia per il numero di imprese (-16,3% dirette, -15% collegate), sia per l’occupazione (-28%), sia per il valore aggiunto prodotto (-23,1%).
In questo contesto, qualche segnale positivo, dal 2015 in poi, si è comunque registrato.
I permessi di costruire per le abitazioni sono ad esempio risaliti dell’81%, grazie soprattutto agli interventi di ampliamento. Ma anche l’edilizia non residenziale ha fatto segnare un +53% nello stesso periodo. E un ruolo importante lo hanno giocato proprio gli incentivi per le ristrutturazioni e il risparmio energetico.
Le detrazioni d’imposta richieste nel 2019 hanno raggiunto infatti gli 863 milioni, +156% dal 2010.
Tutto questo ha generato investimenti complessivi, nel decennio, stimati attorno ai 24 miliardi di euro, con una crescita dagli iniziali 1.384 milioni agli attuali 2.858 (+107%).
Le considerazioni di CNA
La CNA del Veneto guarda dunque con estremo favore alle possibilità derivanti dal Superbonus 110%.
“È un’idea molto buona – ha commentato il presidente, Alessandro Conte – perché dà la possibilità di rinnovare il nostro patrimonio edilizio e rimettere in moto in maniera importante tutto il settore, che è trainante anche nella nostra regione”. Conte sottolinea però alcune questioni da prendere in considerazione.
CNA sostiene in primo luogo il riutilizzo degli edifici, per evitare il consumo del suolo. In tal senso, la richiesta al Governo è quella di estendere il Superbonus anche ai capannoni e agli edifici residenziali. Un’altra richiesta portata avanti a livello nazionale è quella di estendere il provvedimento anche per gli anni a venire, destinandovi anche eventuali risorse dal Recovery Fund, non limitandosi, come è previsto ora, a quegli interventi programmati entro il 31 dicembre 2021. Sul fronte delle pratiche, che risultano piuttosto complesse, l’appello va invece sia alle Amministrazioni, per la riduzione della burocrazia, sia alle stesse imprese, favorendo le reti per stringere i tempi di realizzazione dei lavori.