Siamo alla seconda ondata, ma c’è chi, dalla prima, non è mai uscito.
Dal punto di vista economico, infatti, la pandemia ha gettato numerose famiglie sul lastrico.
Per loro, l’emergenza è quotidiana e consiste nel riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena.
Ai nuclei assistiti con il primo lockdown, se ne sono aggiunti altri in tutto il territorio.
33 bancali di cibo per le famiglie in difficoltà
Alla sede della Protezione Civile di Mestre un nuovo carico di kit di beni alimentari è giunto oggi (23 novembre ndr) e sarà presto distribuito grazie alla Caritas, alle parrocchie e ai tanti volontari che, dalla prima ondata, si sono messi a disposizione a fianco della Protezione Civile per aiutare nelle consegne.
Sono 33 i bancali di generi alimentari stoccati a Mestre. 660 kg di alimenti di prima necessità ai quali, nelle prossime settimane, se ne aggiungeranno altri.
“Purtroppo le emergenze sociali continuano a crescere di giorno in giorno – ha detto l’assessore alla coesione sociale Simone Venturini, sul posto con il vicesindaco Andrea Tomaello ad attendere l’arrivo del carico – C’è un grandissimo impegno da sostenere e per questo ringrazio di cuore, a nome della città, tutti i referenti della Caritas e del mondo del volontariato che ci aiutano nella distribuzione. E un grazie anche ai ragazzi della Protezione civile che ci assicurano il loro supporto logistico nelle operazioni di carico e scarico”.
La Protezione Civile da sempre in prima linea
Un ruolo, quello della Protezione civile, sottolineato anche dal vicesindaco Tomaello.
“Anch’io ringrazio i volontari che oggi, con la loro opera, stanno aiutando in maniera concreta il Comune nell’accogliere questo importante carico che verrà poi distribuito sul territorio. Il loro sostegno, come si è visto in questi mesi e non solo, è di grande rilievo per le attività delle istituzioni che svolgono un’opera fondamentale per tutta la cittadinanza”.
Sono infatti migliaia le famiglie da raggiungere.
Già ad aprile, ai nuclei già seguiti dai servizi sociali, si sono aggiunte centinaia di nuove richieste d’aiuto.
Per qualcuno si è trattato di trovar risposta a bisogni immediati a fronte di redditi che con il lockdown si sono praticamente azzerati.
Per molti altri, però, la situazione non si è nel frattempo risolta.
A loro, si aggiungono le nuove povertà generate dalla seconda ondata che a breve potranno trovare nei beni che saranno consegnati un piccolo ristoro.