Otto maestri d’arte insegnano il mestiere a venticinque ragazzi disabili
A ogni ragazzo sono stati assegnati gli strumenti del mestiere. Possono essere aghi, forbici, righelli, macchine per cucire.
Oppure attrezzi per il giardinaggio, stampi e fustelle per cuoio, forme per le maschere o arnesi da officina. Se vi capita in una di queste giornate di essere a Venezia, dalle parti di Rio Terà dei Pensieri, li trovate al lavoro al mercato biologico equo e solidale. Così come nella Bottega della Solidarietà in campo del Ghetto vecchio, a Santa Croce e San Marco. Sono operativi anche in terraferma, a Mestre presso il laboratorio dell’Associazione Aeres.
Si tratta di venticinque ragazzi disabili coinvolti nel progetto di Ulss 3 Serenissima e Aeres Venezia “Impronta di comunità”.
Fino a fine dicembre saranno operativi sul campo. La loro scuola di mestieri sarà nelle botteghe di quartiere e nei mercati rionali di Venezia e Mestre.
Maestri d’arte e volonterosi apprendisti
I venticinque ragazzi hanno ciascuno il loro maestro dell’artigianato storico locale. Realizzano maschere per il Carnevale, lavori di piccola sartoria, riparazioni.
Apprendono le tecniche di pelletteria e ceramica, del giardinaggio. Alcuni di loro stanno imparando a realizzare mascherine e altri piccoli manufatti.
Organizzano anche la vendita diretta di alcuni dei loro prodotti. Gli otto artigiani maestri provengono dalla rete di Aeres Venezia e sono stati scelti dall’Ulss 3 in base alle specifiche condizioni psicofisiche e abilità dei ragazzi, tutti a carico del Servizio integrazione lavorativa dell’Azienda sanitaria.
«Quest’anno – spiega la coordinatrice del Servizio dei distretti 1 e 2 dell’Ulss 3 Raffaella Moretti – l’emergenza epidemica ha interrotto il tirocinio che abitualmente svolgevano per la loro invalidità civile presso le aziende pubbliche e private del territorio. Per questo è nato il progetto “Impronta di comunità”.
Assieme ad Aeres abbiamo individuato i maestri che li seguiranno fino alla fine dell’anno in sessioni di lavoro costruite ad hoc per trasmettere il sapere professionale ai ragazzi. Ci ha molto sorpreso l’alchimia naturale che si è creata tra loro e gli allievi».
“Impronta di comunità” per apprendere il mestiere artigiano
Il progetto messo in campo da Ulss 3 e Aeres Venezia vuole essere una risposta per contrastare l’isolamento sociale dei ragazzi disabili.
«Attraverso queste esperienze formative, pratiche e lavorative – sottolinea il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben – si stimolano le loro abilità residue ma anche la socialità e l’autonomia».
I giovani sono impegnati fino a fine anno, tre giorni alla settimana per quattro ore al giorno. Le loro attività, organizzate su più laboratori, botteghe e spazi all’aperto, in totale sicurezza e nel rispetto delle normative anti Covid, comprendono varie attività. Tra queste la sartoria, le creazioni di riciclo, la manutenzione del verde urbano, la cura delle aiuole e delle piante officinali e aromatiche, la logistica, la grafica e l’informatica base.
L’associazione Aeres Venezia, attiva nell’economia sociale, ha messo a disposizione per questo progetto gli artigiani attivi nella sua rete.
«Con questo “artigianato di relazione” – racconta il presidente Massimo Renno – noi insegniamo il mestiere e ogni giorno vediamo i progressi di questi ragazzi che si impegnano al massimo. Loro sono appassionati, attenti e si rendono progressivamente sempre più autonomi».