Quasi 36 milioni di euro per i prossimi 3 anni, come prima tranche di un intervento complessivo pluriennale da 520 milioni di euro.
È quanto serve a Venezia per ripartire con gli interventi di risanamento igienico sanitario del centro storico, della Giudecca e di Murano e, in prospettiva, completarli entro qualche decina d’anni.
Il rifacimento della rete fognaria di Venezia rappresenta uno dei principali punti della mozione presentata nei giorni scorsi dall’intero Consiglio comunale per chiedere a Roma il rifinanziamento della Legge speciale.
7 cantieri per Venezia: miglioramenti e lavoro
Il progetto era stato avviato negli anni Novanta del secolo scorso ma si è poi arenato con il calo di risorse garantite dal Governo per permettere alla città e alla gronda lagunare di far fronte alle difficoltà e ai costi straordinari legati alla sua specialità.
Se, come richiesto dal comune di Venezia, la Legge Speciale fosse finanziata con almeno 150 milioni all’anno per i prossimi 10 anni, la città potrebbe riprendere quanto abbandonato ripartendo con 7 importanti cantieri “di terra”. Oltre che, ovviamente, procedendo in parallelo con il necessario scavo dei rii e con il monitoraggio di alcuni parametri idrodinamici e chimico-biologici delle acque, del regime idraulico e dei fanghi presenti nei rii.
Un salto di qualità che porterebbe non solo un netto miglioramento dal punto di vista igienico sanitario e dell’inquinamento ma anche molto lavoro.
Il monitoraggio della situazione
La verifica di dati come livello e circolazione idrica, ossigeno disciolto, pH, reazioni di ossidoriduzione, torbidità, particolato sospeso, azoto e fosforo totali o metalli pesanti presenti nell’acqua lagunare è infatti condizione indispensabile per garantire l’efficacia degli interventi ed eventualmente ricalibrarli.
Così come lo è l’analisi dei sedimenti, verificando nei fanghi la presenza di sostanze organiche, metalli pesanti e sostanze chimiche come i LAS, ma anche il tasso di denitrificazione (ovvero la riduzione dell’azoto allo stato elementare per la sua rimozione).
Dei complessivi 36 milioni e 450 mila euro previsti per la prima fase, 5,3 milioni (4,140 per lo scavo dei rii e 1,160 per i monitoraggi) sarebbero utilizzati a questi fini.
Il piano di risanamento
Nel piano complessivo, il risanamento igienico sanitario dovrebbe partire da 7 aree cittadine.
Queste sono state individuate tenendo conto del rapporto fra il costo delle opere e il carico inquinante sulle reti cittadine delle diverse isole, oltre che della vivacità idrodinamica dei rii ricettori.
A Sant’Elena una rete fognaria moderna e tecnologica
L’intervento più oneroso (7,87 milioni) e che richiede la maggiore attenzione riguarda Sant’Elena.
Si tratta infatti di una delle isole in cui è possibile separare in due l’attuale rete mista, con l’introduzione di un impianto di depurazione. Completato l’intervento, il sistema fognario terrà così distinte le acque nere da quelle pluviali.
Sant’Elena, tra le aree più “nuove” della città, consentirebbe infatti la realizzazione di una rete fognaria moderna e con elevato contenuto tecnologico.
In ordine di valore economico, il secondo cantiere (da 4,9 milioni) interesserà San Giacomo dall’Orio. Vengono poi Santa Maria Formosa (4,37 milioni), Santa Maria della Fava (4,21 milioni), la zona Sartori-Sant’Andrea-Racchetta-Corrente e Do Pozzi (per complessivi 3,84 milioni), Nomboli (3,13 milioni) e San Stae (2,83 milioni).
Lo stato dell’arte e le prospettive
Dal 1995, gli interventi completati nelle 133 isole di centro storico, Giudecca e Murano riguardano solo Tolentini, Borgoloco Pompeo Molmenti, San Giovanni Grisostomo, Santa Marina, San Lorenzo, San Pantalon, San Gregorio, Salute, San Vio e San Severo.
Per realizzare tutti gli interventi di risanamento igienico sanitario in centro storico saranno necessari però più decenni. Questo, in primo luogo, perché serviranno risorse per 520 milioni di euro. Ed è chiaro, dunque, che i finanziamenti vanno spalmati su una prospettiva pluriennale.
Al tempo stesso, va però evidenziato che non sarebbe comunque possibile procedere contemporaneamente in tutta la città. Dal punto di vista logistico, il tessuto cittadino non è infatti in grado di reggere una molteplicità di cantieri di questa tipologia aperti in simultanea.
La “specialità” di Venezia anche nel sistema fognario
Solo alcune aree della città, come appunto Sant’Elena, offrono la possibilità di realizzare nuove reti fognarie ad alto contenuto tecnologico. L’opera di risanamento igienico-ambientale del sistema fognario veneziano passa quindi anche attraverso il rinnovo degli antichi collettori pubblici.
Compresa la riattivazione dei Rii Terà e delle fosse settiche, oltre alla realizzazione di trattamenti locali.
Uno dei punti critici del sistema sono gli impianti fognari interni agli edifici, in particolare delle zone più centrali, che rischiano di vanificare i tentativi di realizzare una rete moderna. E questo sia per i vincoli storico-architettonici, che per la presenza di una falda acquifera salmastra e superficiale.
Per questi motivi, bisognerà puntare, oltre che sul miglioramento delle condizioni generali, anche sulla riduzione del carico inquinante sversato in laguna. In questi casi, va quindi ripristinato il più possibile il sistema di smaltimento esistente.