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Pellestrina, un anno dopo. "L'isola felice"

Pellestrina, un anno dopo. "L'isola felice"

E’ passato un anno dalla devastazione.
Eppure oggi Pellestrina, l’isola che più di altri luoghi, il 12 novembre 2019, ha subito danni e pianto una vittima a causa della marea eccezionale che ha invaso Venezia, appare un’isola felice.
Dopo esser assurta alle cronache nazionali e internazionali e dopo aver conosciuto, durante l’estate, un turismo nuovo e copioso, l’isola è tornata nella sua aura di semplicità e tradizioni.
A dedicarle un video, che è anche un omaggio alla sua natura rimasta immutata nel tempo, è Mirko Groove.
E’ suo quel ritratto postato con fortuna su Youtube che porta il titolo di “Pellestrina l’isola felice”.

Pellestrina
Pellestrina

“Pellestrina – spiega Groove – è una realtà che mi ha sempre incuriosito. Volevo visitarla da tanto e quest’anno l’ho fatto tra fine agosto e settembre. Di solito, nei miei video cerco di rappresentare il bello e il brutto di una realtà. A Pellestrina però ho trovato solo bellezza e tranquillità. L’isola felice rappresenta quello che ho visto, il mio sentire”.

Un prezioso tesoro della laguna

Piccole chiese, case colorate, orti curati e spiagge selvagge.
Sono questi gli ingredienti che fanno di Pellestrina, sottile lingua di terra di circa undici chilometri, un tesoro prezioso all’interno della laguna.

 

La sua comunità intima e ristretta (circa 3700 abitanti) riempie l’atmosfera di cordialità e altruismo.
Qui tutti si conoscono.
“Quello che più mi ha colpito, arrivato sull’isola – rivela Mirko Groove – è stato trovarmi di fronte un gruppo di bambini che giocava a pallone sulla piazzetta del borgo. Una scena d’altri tempi. Era da moltissimo che non vedevo dei bambini giocare disinvolti per strada. Probabilmente perché da piccolo giocavo anch’io a pallone, ma questa scena mi è sembrata l’espressione della sincerità e della naturalezza di Pellestrina. Dove li trovi oggi dei ragazzi che si divertono all’aperto per le vie del centro?”

L’isola dei pescatori e dei bambini

Isola di pescatori, Pellestrina conserva intatta la sua storia.
Qui si possono osservare i famosi merletti artigianali, pizzi delicati con fili di cotone intrecciati sul ‘tombolo’.
Nel borgo di San Pietro in Volta, il più antico di questo angolo di laguna, il carattere marinaro si afferma in tutta la sua veracità. Nel video si scorge anche il rivenditore di una pescheria che chiama a raccolta i clienti con un megafono. Caratteristica che può risultare insolita a chi non è della zona, ma questa è solo parte del clima di familiarità presente sull’isola.

Un’oasi protetta, la ciclovia, la spiaggia selvaggia

A Pellestrina si gira a piedi, in autobus o in bicicletta.
La Ciclovia delle isole di Venezia misura 40 km andata e ritorno, ma comprende anche percorsi in traghetto e vaporetto. Da Chioggia o dal Lido di Venezia partono ferry boat che raggiungono Pellestrina in pochi minuti.
Nel tragitto si scorgono i ‘murazzi”, imponenti difese a mare erette dalla Repubblica veneziana, e la zona di Ca’ Roman. Questa spiaggia selvaggia ospita un’oasi protetta di 40 ettari, uno degli ambienti dunali più integri dell’alto Adriatico, famoso soprattutto per la sua fauna.
“Sono tanti anni che lavoro in laguna, ma realizzando questi video – dichiara l’autore del filmato –mi sono accorto di non averla mai vista veramente”.

Il punto di forza: la resilienza

Pellestrina è stata scossa dalla tragedia dell’acqua alta e recentemente ha registrato il primo caso di contagio da Covid-19.
In realtà non è questo un momento felice neanche per questa piccola isola, ma la sua anima resiste intatta.
I fondi a sostegno del posto sono stati stanziati e in buona parte consegnati, il piano di rialzare di circa 30 centimetri il muretto a difesa dell’acqua alta è già in funzione.
A Pellestrina c’è chi, il 12 novembre 2019 ha perso tutto.
“Ma l’atmosfera – dice Groove- non è certo rassegnata. Gli abitanti dell’isola hanno saputo reagire con spirito all’emergenza”

 

 

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