Le prossime due settimane saranno quelle decisive.
Siamo in attesa del picco, quello che potrebbe nei prossimi 10 giorni portarci a galoppare verso i 1800/2000 ricoveri.
La sanità veneta, quindi, si sta attrezzando per passare alla fase 4.
Nel semaforo regionale significa passare all’arancione, che però non ha nulla a che vedere con la cosiddetta “zona arancione” del governo.
In termini concreti, quindi, non significa che ci saranno restrizioni alla libertà personale o alle attività produttive ma far in modo che gli ospedali possano disporre di quanti più posti letto sia possibile. Per questa ragione, è invitata a collaborare anche la sanità privata.
Massima tensione per gli ospedali: serve collaborazione
Il presidente della regione Veneto Luca Zaia, nell’ambito del quotidiano punto stampa di oggi (06 novembre 2020 ndr) è stato molto netto e preciso su questo.
“Siamo con mezzo piede dentro la fase 4 – ha detto – Ai cittadini chiedo ancora di evitare di andare al pronto soccorso se non indispensabile. Chiamate il vostro medico di base perché la maggior parte dei problemi legati al Covid possono essere affrontati a livello domiciliare. Dobbiamo evitare il collo di bottiglia al pronto soccorso”.
Un gruppo di lavoro sta provvedendo alla chiusura dei protocolli proprio per l’assistenza domiciliare.
I dati
I modelli invitano alla prudenza. Il picco è segnalato chiaramente, così come un aumento di occcupazione, rispetto all’attuale 16%, delle terapie intensive.
“Ma dovremmo raggiungere un massimo di 250-300 terapie intensive necessarie – ha rassicurato Zaia – Il nostro sistema sanitario non è in sofferenza ma ci sono ospedali che già ora affrontano delle difficoltà”.
Belluno, per esempio, risulta oggi già in fase 4 per numero di ricoveri (ha già superato cioà il parametro dei 900) mentre è ancora in fase 3 per numero di terapie intensive.
Rovigo sta tra la fase 2 e la 3 per numero di ricoveri, in fase 3 per terapie intensive.
Treviso invece è già in fase 4 per numero di ricoveri ma tra la 1 e la 2 per terapie intensive.
Insomma, le situazioni sono diverse ma unica sarà la regia per andare a regime contro il Covid.
“Sul fronte ospedaliero siamo sicuri di tenere ancora i parametri in linea – ha detto Zaia – Ma il rischio di passare allo scenario nazionale successivo, come detto più volte, dipende da tutti noi”.
Il dato “spurio” e il barlume di speranza
Oggi sono 43.937 i positivi sul territorio. 17.972 sono le persone in isolamento, 1301 i ricoverati e 174 le terapie intensive.
Il dato “spurio”, quello controtendenza, anomalo rispetto a quanto previsto dai modelli, appare proprio nella registrazione del numero dei ricoverati e delle terapie intensive delle ultime 24 ore. Per la prima volta dopo diversi giorni, in Veneto, sono stati cioè “solo” 27, i ricoveri in più, (contro gli oltre 70 dei giorni scorsi) così come sono risultate “solo 4” le terapie intensive in più rispetto al giorno precedente.