Da teatri, a musei, a spazi espositivi virtuali.
E’ l’effetto della continua evoluzione della situazione legata al coronavirus, e in particolare delle misure volte al contenimento del contagio: bisogna pensare a nuove soluzioni per restare a galla davanti all’emergenza. Ed essere dunque pronti a rivedere i piani in corsa.
È quanto si è trovato a fare, ad esempio, il Teatro Stabile del Veneto, modificando l’idea iniziale del progetto “Il teatro si mostra”, praticamente in concomitanza con il suo avvio.
“Ci sono oggi diverse esposizioni organizzate nei nostri teatri di Venezia, Padova, Treviso e Verona – anticipa il presidente del Teatro Stabile del Veneto Giampietro Beltotto – Il senso vero di tutto questo va però al di là dei singoli eventi. Sta nel far vedere alle città che il teatro è utile, che è attrattivo, che non è solo un luogo simbolo delle città ma un luogo vivo in cui le politiche culturali sono aperte a tutte le forme dell’arte e a tutti i linguaggi. E’ per questo che può essere ugualmente fisico, quando si può, o virtuale. Il Covid – conclude – ha portato una rivoluzione: il vero teatro del futuro forse è proprio in casa. E’ un delivery“.
Il progetto originario
A fronte della sospensione degli spettacoli dal vivo fino al 24 novembre, l’idea iniziale era stata quella di proporre, dal 4 novembre, una serie di visite guidate ed esposizioni al Teatro Goldoni di Venezia e negli altri 3 grandi teatri del Veneto: “Verdi” di Padova, “Mario Del Monaco” di Treviso e “Nuovo” di Verona.
Teatri come veri e propri musei, dunque. A partire dai foyer, allestiti in collaborazione con importanti realtà del territorio come spazi espositivi di opere d’arte e creazioni di grandi artigiani. Ma i visitatori avrebbero potuto, in piccoli gruppi e su prenotazione, effettuare anche delle visite guidate nelle storiche sale, sul palco e nel dietro le quinte.
Prevista inoltre, in occasione dei festeggiamenti per il giorno della Rimembranza, l’11 novembre, la proiezione sugli schermi dei foyer del cortometraggio sulla grande guerra “Attimi eterni” di Daniele Capuzzo.
L’evoluzione virtuale
L’ultimo DPCM ha però chiuso i teatri a ogni attività. E anche “Il teatro si mostra” ha così dovuto essere adattato alle regole per contenere il contagio.
La scelta è caduta così sull’unica alternativa possibile: il ricorso alla soluzione virtuale.
Al teatro “Verdi” di Padova si è trasformata in una mostra di vetro artistico, al “Mario Del Monaco” di Treviso in un’esposizione di lavori artistici fatti da artigiani, al Goldoni in una rassegna di opere contemporanee.
“Con la Galleria Ravagnan, che ha messo a disposizione le opere – spiega la direttrice del Goldoni, Jacqueline Gallo – stiamo cercando di organizzare la realizzazione di video che consentano agli interessati di effettuare un tour virtuale della mostra. Vogliamo fare in modo che le visite guidate siano comunque possibili, sia pure solo in streaming”.
Del resto, il Teatro Stabile del Veneto, già a partire dal lockdown della scorsa primavera, è riuscito a trovare, grazie alle possibilità messe a disposizione dalla tecnologia, le modalità per continuare a svolgere il compito di teatro pubblico che gli è attribuito. Attraverso la piattaforma digitale “Backstage” sono cioè state portate online una serie di attività, che hanno consentito di continuare ad offrire contenuti di qualità, sia pure nell’unica “piazza” disponibile: quella del web.
In tal modo, si è mantenuta viva la relazione con gli spettatori, ma non solo. La soluzione virtuale ha permesso anche di onorare i contratti in essere, continuando così a offrire lavoro a compagnie e maestranze, che, nei fatti, sono coloro che maggiormente risentono delle limitazioni imposte all’attività.