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Un nuovo protocollo per la residenzialità a Venezia

Un nuovo protocollo per la residenzialità a Venezia
Abitazioni veneziane

C’è anche Study in Venice, il polo internazionale di eccellenza dell’educazione veneziana, tra gli aderenti al nuovo protocollo per favorire la residenzialità studentesca in Laguna, prevedendo la possibilità di destinare a tal fine anche bed and breakfast e appartamenti turistici in locazione.
Un rilancio che parte dal mondo universitario, ma che, con una visione di lungo periodo, potrebbe portare in prospettiva anche al nuovo sviluppo di contratti dal respiro e dalla durata più ampia.

Dal vecchio al nuovo protocollo

Il primo protocollo in materia risale allo scorso aprile, in pieno lockdown. Fu infatti pensato come intervento temporaneo per fronteggiare l’improvviso ed eccezionale calo della presenza turistica in città. I buoni risultati ottenuti in questi mesi hanno portato alla formulazione e alla firma di una versione perfezionata e potenziata del documento.

A dare ulteriore forza al progetto è l’adesione di Ca’ Foscari, Iuav, Conservatorio Benedetto Marcello e Accademia di Belle Arti, riunite nel polo “Study in Venice”.
Le realtà di formazione superiore contano infatti su circa 30.000 iscritti. Giovani che possono così dare nuova vitalità al contesto sociale cittadino, trovando magari anche occasioni di lavoro che rendano stabile la loro residenza in Laguna.

Studenti universitari
Gli studenti universitari potrebbero rappresentare una larga fetta di nuovi residenti a Venezia

Il portale di Study in Venice

Una delle prime azione promosse dal polo è stata l’attivazione del portale students.veniceapartment.com, appositamente dedicato alla ricerca in centro storico di appartamenti per studenti. Un’iniziativa che, anche grazie alla collaborazione con il Comune di Venezia e le associazioni di categoria Confedilizia, Abbav e Agata, ha già dato risultati incoraggianti.

Nonostante la crescita di annunci e contatti, la domanda è infatti di gran lunga superiore all’offerta.
Da fine agosto a fine ottobre sono stati pubblicati sul portale 134 appartamenti, a fronte di 1.021 richieste. Gli utenti totali della piattaforma sono 4.739 e le pagine visualizzate 31.198.

Le locazioni turistiche

“L’iniziativa- conferma Massimo Maccatrozzo di Agata Apartments, rappresentante degli agenti immobiliari che curano le locazioni turistiche – sta andando molto bene. Il riscontro tra i nostri associati è molto buono, così come i contratti siglati: se l’adesione è arrivata attorno al 20%, già circa il 10% delle situazioni è andata a buon fine. L’idea ci sembra ottima e non a caso l’abbiamo presa al volo. La chiave del successo è il portale, come canale preferenziale per il contatto tra domanda e offerta. È stata un po’ la scoperta dell’acqua calda, ma ci ha permesso di avere situazioni più trasparenti”.

Per la loro vicinanza alle sedi universitarie San Giobbe e San Sebastiano sono le zone ovviamente più gettonate.  Tra le tipologie di appartamenti “sono soprattutto quelli di livello medio-basso – evidenzia Maccatrozzo – a prestarsi al caso specifico. Fornendo peraltro un notevole innalzamento rispetto agli abituali standard qualitativi degli appartamenti riservati agli studenti”.

Una visione di prospettiva

La bontà dell’iniziativa è tale, per il rappresentante di Agata Apartments, da spingerlo a considerazioni che la proiettano anche al di là della fase contingente. “Quando anche il mondo turistico potrà finalmente ripartire – prevede Maccatrozzo- credo che questa possibilità di impiego degli immobili non verrà comunque meno. È vero che una locazione turistica ha canoni più elevati, mentre quello previsto per gli studenti è agevolato. Ma, dal punto di vista reddituale, non ci sono grandi differenze, perché la tassazione nel secondo caso è meno della metà, favorendo questa scelta”.

Il ragionamento, allora, potrebbe per Massimo Maccatrozzo essere ulteriormente ampliato. “Se ci fossero  regole che favoriscono il residenziale tout court come quello per gli studenti, secondo me si potrebbe arrivare a quell’inversione di tendenza che tutti auspichiamo, anche perché non mancano gli spazi. Ovvero si potrebbe tornare anche a una residenzialità più stabile nel centro storico: ci stiamo già adoperando, a tal fine. Non a caso è stato lo stesso sindaco Brugnaro a lanciare l’idea, ipotizzando ad esempio norme più stringenti e meno sbilanciate a favore degli inquilini per le locazioni in alcune zone della città. Sarebbe positivo, e ritengo utile per tutti, riprendere ora in mano questa partita”.

B&B soprattutto per i professori

I dati sull’adesione dei bed and breakfast non sono direttamente rilevabili dalla piattaforma. L’inserimento come annunci, spiega Abbav, non permette infatti di risalire esattamente al numero di aderenti, anche se c’è la conferma di un buon riscontro. “I B&B – sottolinea però Ondina Giacomin – hanno maggiori difficoltà, rispetto a coloro che fanno locazioni turistiche, a dare la propria disponibilità. Questo proprio perché affittano camere, non appartamenti, e la piattaforma è pensata soprattutto per questi secondi”.

Si è trovata comunque una soluzione, riservando un angolo della piattaforma alle offerte specifiche che meglio si sposano con le richieste degli insegnanti e di chi lavora in università piuttosto che con quelle degli studenti.
“Per questi ultimi – riprende Giacomin – sono previsti contratti concordati, al 10% di tassazione, stipulabili solo dalle associazioni di categoria deputate a questo dallo Stato. Uno dei punti di forza dell’accordo tradotto nel protocollo è allora proprio lo spazio dedicato a quegli appartamenti particolarmente belli, o con connotazioni non adatte agli studenti, che possono essere dedicati al corpo docente”.

 

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