In Veneto, continua a crescere il numero di positivi da coronavirus.
Da inizio emergenza sono 63.095. Gli ultimi 2.298 risalgono alle ultime 24 ore.
Sono così oggi 35.166 i positivi. 16.275 le persone in isolamento.
Numeri importanti, che fanno fronte a un altrettanto ingente numero di tamponi.
“Nelle ultime 24 ore ne sono stati fatti circa 30 mila, di cui 15 mila molecolari“, ha sottolineato il presidente della regione Veneto Luca Zaia ricordando che il totale è arrivato a 2.365.361.
Verso il nuovo DPCM
Zaia ha quindi confermato la convocazione in videoconferenza alle 15.30 di oggi (03 novembre 2020 ndr) per la riunione col Governo. «Immagino che ci sarà presentata la bozza del DPCM su cui dovremo esprimerci verso sera. Da quel che ho potuto capire dalle parole del premier, saranno adottate misure nazionali come la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana e la didattica a distanza al 100% in tutte le scuole, a partire dalla terza media».
Sulle eventuali ulteriori misure a livello locale, il presidente tiene poi a sottolineare: «Ai cittadini dico che, pur essendo ai limiti con i parametri, siamo in una fascia in cui non sono previste misure restrittive. Il Veneto è in una posizione intermedia, con un’infezione importante (superata, toccando quota 1.119, quota 1.000 ricoveri e terapie intensive a quota 148, con 12 nuovi casi ieri e 10 già nella mattinata di oggi, ndr), ma un sistema sanitario la cui qualità è riconosciuta negli altri 21 parametri presi in considerazione, a partire dalla gestione della sanità e dal contact tracing ».
Lo sforzo di tutti per non “passare di fascia”
Nonostante le rassicurazioni, il presidente non ha mancato di ricordare come il confine tra i limiti dei parametri sia sottile e come, per questo, ci sia bisogno del contributo di tutti.
« Dobbiamo però sottolineare che ormai gli spazi per divagazioni sul tema o discrezionalità sono estremamente ridotti – ha sottolineato – Non possiamo permetterci di passare di fascia: ognuno di noi può aiutarci, in tal senso, rispettando alcuni semplici accorgimenti, a partire dalla mascherina».
Tamponi e medici di base
I medici di base diventano in questa fase fondamentali.
In 650 già da un mese sono attivi sul fronte dello screening in maniera volontaria, gratuitamente, senza che vi fosse alcun obbligo di legge. «A tutti loro dico grazie – ha dichiarato Zaia -. Solo ieri ne hanno eseguiti circa 1.500, poco più di due a testa, per cui non è vero che non c’è nessuno che li fa. In un momento di necessità, chi è in grado di cucire, va rifornito di ago e filo per tamponare le ferite».
Sul tema, il presidente ha annunciato che «probabilmente entro sera ci arriveranno dal Governo 64.000 tamponi rapidi, che vanno ad aggiungersi alle nostre dotazioni. L’invio a tutti i medici di base è già stato predisposto, in modo tale che già tutti gli altri medici di base possano essere operativi entro fine settimana.
I tamponi saranno inseriti in un kit, all’interno di una busta con camice, calzari e visiera per la protezione dei medici durante l’esecuzione del tampone.
Plasma iperimmune: una cura garantita in Veneto
Prosegue poi anche la raccolta per incrementare le scorte della Banca del Plasma, l’unica finora creata in Italia.
Tre nuove emoteche saranno acquistate grazie ai 29.000 euro raccolti dall’Avis regionale.
«Per la raccolta – ha specificato il presidente – abbiamo deciso di intercettare i pazienti al momento della dismissione dopo la guarigione in ospedale. Il plasma iperimmune è infatti una cura che, in Veneto, non abbiamo mai smesso di somministrare quando i medici ritengono che ce ne sia titolo».
