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Coronavirus. Zaia: nessuna restrizione per attività produttive

Coronavirus. Zaia: nessuna restrizione per attività produttive
Zaia conferenza stampa 31 ottobre 2020

Sia nei rapporti tra Governo e Parlamento, sia in quelli tra Roma e le Regioni, sono ore decisive verso un nuovo DPCM per fronteggiare la nuova ondata di contagi da Covid-19. E il presidente del Veneto, Luca Zaia, tiene a chiarire: «In questo momento non intravediamo soluzioni attraverso un lockdown in stile marzo: non ci sono i presupposti. Noi siamo assolutamente pronti a dar corso a eventuali nuove restrizioni, ma non sicuramente sul fronte delle attività produttive».

Il dialogo Governo-Regioni

Dopo la videoconferenza di domenica, anche la mattinata di oggi è stata dedicata al confronto tra i presidenti di Regione e i ministri Boccia e Speranza.
«Sono stati – spiega Zaia – incontri molto interlocutori, senza nessuna decisione, un giro di tavolo rispetto ad alcune idee. Il confronto vede sostanzialmente 2 linee di pensiero. Il Governo sembra intenzionato a fare un DPCM di minima, lasciando poi la gestione a livello regionale. La nostra posizione è invece quella di chiedere misure importanti a livello nazionale, su temi generali come gli assembramenti. Quelle che il Governo, che ci ha abituato ai DPCM, riteniamo abbia l’obbligo di prendere».

Ruoli diversi tra diversi livelli di governo

«Oggi – ha precisato il presidente – chiediamo cioè che le misure che superano i confini regionali vadano prese a livello nazionale, pur restando chiaro che le situazioni sono diverse da regione a regione e anche all’interno delle stesse. Ci aspettiamo dunque, prima di notte, di essere nuovamente convocati, per capire che proposte ci saranno, visto che non abbiamo ancora in mano bozze di un nuovo DPCM. Anche perché l’idea dei governatori è che si arrivi a un provvedimento nazionale negoziato e concertato con le Regioni, che poi si occuperanno direttamente di cose di minima a livello locale. Noi abbiamo una road map in fasi, stabilendo misure diverse dal lockdown, ma ad esempio attraverso misure di distanziamento sociale».

Scuola: verso congedi parentali più ampi?

Una delle principali tematiche su cui il Veneto chiede un intervento locale è la scuola. «Ci vogliono misure nazionali a 360°: è questo uno degli elementi-base dei ragionamenti che stiamo facendo, fermo restando che ancora non c’è nessuna decisione in merito. In particolare, abbiamo chiesto che, se verranno presi provvedimenti su scuole in cui gli allievi a casa abbiano bisogno di un tutoraggio, si preveda di portare i congedi parentali al 100%. E, in parallelo, per i titolari d’impresa che non ne possono beneficiare, di riconoscere il tema delle baby sitter».

Picco a metà novembre?

Zaia, andando anche oltre le cifre giornaliere, ha allargato anche il ragionamento sulla situazione in Veneto.
«Se verranno confermati gli andamenti del contagio – ha detto – è possibile prevedere il picco di questa ondata attorno al 15-20 novembre. Intanto andiamo avanti con i modelli previsionali e con il tema clinico degli ospedali. Oggi, ad esempio, andrà in Comitato Tecnico Scientifico la ricalibrazione di alcuni servizi dei Covid-Hospital». Al momento, in ogni caso, ha sottolineato il presidente «in Veneto è difficile individuare aree rosse più o meno intense, visto che tutta la regione è coinvolta. E le differenze si legano solo alla densità abitativa».

Presto i tamponi dai medici di base

Sul tema dei tamponi effettuati dai medici di base sui propri assistiti, Zaia ha confermato che i primi tamponi sono in arrivo tra stasera e domani (03 novembre 2020 ndr).

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