I numeri salgono e il Veneto si prepara.
Non ancora con l’ordinanza restrittiva annunciata dal presidente Zaia, che attenderà il prossimo DPCM per emanarla ma in termini di organizzazione.
Innanzitutto con l’attivazione, in molte province già in corso, dei Punti h24, ossia dei luoghi in cui, giorno e notte, se si ritiene di essere un caso sospetto, se si ha avuto un contatto stretto con una persona positiva o se si è in possesso di una ricetta medica, ci si può rivolgere per fare il tampone.
A Venezia, così come a San Donà e a Treviso il servizio è già disponibile.
Altri punti di riferimento
Un aiuto arriverà presto dalle 200 squadre dell’esercito (formate da un medico, un infermiere e un altro operatore) che la Protezione civile ha annunciato saranno messe a disposizione in tutta Italia per i cosiddetti controlli “drive-in”, effettuati direttamente per strada. In Veneto ne dovrebbero arrivare circa 20.
Ma un ruolo cruciale nella gestione dell’emergenza ce l’avranno anche i medici di base.
«Il ministro della Salute – ha rivelato il presidente del Veneto Luca Zaia – nell’incontro di ieri ci ha spiegato che spera di raggiungere un accordo con i medici di base per la fase di test».
Una situazione già ben avviata nella nostra regione. «Oggi – ha sottolineato Zaia – sono 650, il 21% del totale, i medici che somministrano gratuitamente, nei loro studi, i tamponi rapidi ai loro assistiti. Ne sono già stati effettuati 1.100. Noi glieli forniamo gratuitamente e facciamo quindi appello a tutti gli altri medici di base che ci volessero aiutare di farsi avanti, perché darebbero un grande aiuto alla comunità».
L’app di biosorveglianza
Una novità giunge anche per quanto riguarda la gestione delle quarantene. Si chiama “biosorveglianza” e consiste in un’app in grado di tutelare i positivi sintomatici in condizioni non gravi per i quali non è necessaria ospedalizzazione ma che richiedono comunque di essere monitorati.
L’app infatti rileverà quotidianamenti i dati clinici del paziente allertando i medici in caso di peggioramento della situazione.
Una soluzione utile per far fronte a un’eventuale impennata di ricoveri e, nel contempo, a non far sentire “abbandonate” persone in situazione critica ma non da codice rosso.
«Per utilizzarla – conclude Zaia – c’è un problema di privacy. Abbiamo quindi chiesto al Governo di introdurre, nel prossimo provvedimento, una norma che ci dia la facoltà di dare il via a questo tipo di biosorveglianza».
I dati
Nel momento in cui scriviamo (23/10/2020) sono 2.208.831 i tamponi molecolari effettuati in Veneto dall’inizio dell’emergenza coronavirus.
Solo nelle ultime 24 ore, sono stati oltre 16.000. Più almeno 10.000 test rapidi.
Dati, quelli riassunti dal presidente del Veneto Luca Zaia nel punto stampa dalla Protezione civile di Marghera, che confermano come non cala l’attenzione nei confronti del controllo della diffusione del contagio da Covid-19.