È una delle misure dell’ultimo DPCM che maggiormente hanno fatto discutere.
Sul potere di chiudere strade e piazze attribuito implicitamente ai sindaci, è adesso intervenuto il Ministero dell’Interno. Chiarendo che la decisione verrà presa d’intesa dal Comune con la Prefettura, coinvolgendo nel caso anche i responsabili sanitari. E che sarà possibile al tempo stesso adottare misure parziali. Ovvero un coprifuoco solo nei giorni della settimana caratterizzati da un flusso più intenso di persone. Ma anche il cosiddetto numero chiuso, attraverso la chiusura parziale e il contingentamento degli ingressi nei luoghi pubblici all’aperto maggiormente frequentati.
I poteri del sindaco
Le indicazioni applicative comunicate con una apposita circolare dal Gabinetto del ministro Lamorgese ai prefetti si sono incentrate in particolare sulla novità della possibile chiusura di strade o piazze nei centri urbani dopo le 21, prevista dall’articolo 1, comma 1, lettera a) del DPCM del 18 ottobre.
Contrariamente alla prima versione, il testo definitivo del decreto ha infatti eliminato il riferimento esplicito ai sindaci.
La circolare, al riguardo, ricorda però che tali poteri di “chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico” erano già stati attribuiti ai sindaci da precedenti DPCM e decreti legge convertiti. Tutto ciò, nel caso in cui “sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”. La riforma sanitaria del 1978 ha attribuito al primo cittadino la qualifica di “Autorità sanitaria locale”. E il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali aggiunge anche quella di “ufficiale di governo in tema di incolumità pubblica e sicurezza urbana”.
Ecco perché lo “strumento di declinazione” di tale facoltà di chiusura sono le ordinanze del sindaco.
La procedura di chiusura
Pur concretizzandosi attraverso l’atto del primo cittadino, un’eventuale chiusura richiede, secondo l’interpretazione del Ministero, una serie di accorgimenti. In primo luogo, va effettuata una “ricognizione degli spazi urbani nei quali possa ritenersi più elevato il rischio di assembramenti”. “È opportuno – aggiunge la circolare – che la suddetta valutazione venga compiuta anche con l’ausilio delle competenti strutture di prevenzione sanitaria”.
È poi richiesta “la più ampia concertazione e collaborazione tra sindaco e prefetto”.
Sarà quindi il Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica, eventualmente esteso anche alla presenza dei responsabili delle strutture sanitarie territoriali, la sede in cui raggiungere l’intesa e decidere la chiusura. In tal senso, il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, ha dato la massima disponibilità per collaborare con i sindaci.
Comunicazioni ed orari
I Comuni, successivamente, saranno tenuti ad anticipare tempestivamente la disposizione, “con adeguati mezzi comunicativi, sia alle associazioni di categoria, sia alla cittadinanza interessata”. Questo in quanto il DPCM fa salvo il libero accesso alle abitazioni private e agli esercizi commerciali.
Riguardo ai questi ultimi, la circolare precisa anche che continuerà a essere tollerato un “margine di sforamento” di qualche minuto rispetto ai nuovi orari stabiliti per le chiusure. Che il nuovo DPCM fissa per le ore 24 qualora sia prevista la consumazione al tavolo e le 18 negli altri casi.
La vigilanza
Quanto alla “definizione della forza pubblica da impiegare nell’espletamento dei servizi”, il punto di riferimento sono invece i questori. Il tema dovrà essere affrontato in una “apposita riunione tecnica di coordinamento”, in cui interverranno “le Forze dell’ordine e gli altri attori della sicurezza territoriale”.
La riunione servirà anche per definire quanti agenti di polizia locale serviranno per collaborare a garantire il rispetto delle chiusure. Fermo restando che “l’attuazione di tale misura potrà beneficiare del concorso di unità militari”. Questo nel caso in cui, sul territorio, l’Esercito sia già presente nell’ambito dell’operazione “Strade sicure”.
In attesa del nuovo DPCM
Le norme e le relative precisazioni, in ogni caso, fanno chiarezza sullo stato dell’arte. L’evoluzione continua della situazione non esclude infatti, come si sta già iniziando a fare a livello locale in alcune zone d’Italia, che si possa arrivare a un coprifuoco generalizzato a livello nazionale. In tal caso, potrebbe intervenire un nuovo DPCM, definendo a priori la normativa. Un nuovo provvedimento governativo che, secondo i rumors, non è da escludere già per il prossimo week-end, una volta raggiunto l’accordo sulla fascia oraria in cui limitare la circolazione dei cittadini.