È il secondo “bomba day” a Mestre nel 2020. Ma al tempo stesso il primo in tempi di coronavirus, dopo quello dello scorso 2 febbraio.
Ecco perché, per domenica 25 ottobre, è stato necessario organizzare un nuovo piano di sicurezza durante le operazioni di disinnesco.
Il piano
Il provvedimento emesso dal sindaco ordina, a partire dalle 6 di mattina, lo sgombero totale di persone, animali e beni mobili dall’area di sicurezza.
Questa ha un raggio di 468 metri dal punto di rinvenimento dell’ordigno, ovvero il cantiere dell’Università Ca’ Foscari alla fine di via Torino. Sono 10 le vie interessate, parzialmente o interamente, dallo sgombero.
In primis il Quartiere Aretusa e via Torino, ma anche via Forte Marghera, via Paganello, via Molmenti, via Ticozzi. E, sia pur in maniera minore, anche via Lorenzetti (10, 12, 14, 18), via Brunetti (1, 3, 5), via della Libertà (10) e via Moretti (2). L’elenco completo dei numeri civici da sgomberare nelle vie coinvolte è riportato nel materiale informativo realizzato dal Comune.
L’accoglienza
La bomba è la “gemella” di quella rinvenuta a inizio anno: come quella, pesa circa 220 kg, di cui circa 130 di tritolo. Rispetto alle operazioni di febbraio, l’area risulta però ridotta. Allora il raggio era di 1.816 metri, con un numero decisamente maggiore di persone coinvolte. Non a caso, allora fu allestito, come punto di accoglienza temporanea, il palasport Taliercio, omologato per una capienza di oltre 3.500 presenti.
Una soluzione che, adesso, non sarebbe stata più possibile a causa dell’emergenza sanitaria, con le relative misure contro gli assembramenti.
Per la Protezione civile è stato in ogni caso sufficiente allestire un’area di accoglienza nel patronato della parrocchia di San Giuseppe, in viale San Marco 170. Qui, sempre indossando la mascherina e rispettando le distanze di sicurezza, gli evacuati potranno trovare ospitalità fino al termine delle operazioni. Che, salvo imprevisti, si concluderanno entro le ore 13.
Raccomandazioni e chiusure
Chi risiede nell’area di sicurezza e ha particolari problemi di salute, deve comunicarlo alla Protezione civile del Comune di Venezia.
In caso di necessità, per il trasporto sarà assicurato dal Suem 118. Il numero di riferimento è lo 041-041 (attivo tutti i giorni dalle 8.30 alle 17), a disposizione anche per raccogliere le domande di ospitalità e per eventuali altre segnalazioni o richieste di assistenza. Durante il periodo di sgombero, le forze dell’ordine e la Polizia locale garantiranno nell’area di sicurezza un presidio antisciacallaggio.
Oltre allo sgombero, durante le operazioni saranno predisposte anche altre misure di sicurezza. A partire dalle 6.30, sarà infatti interrotto il collegamento ferroviario tra Mestre e Venezia. E, dalla stessa ora, non sarà possibile il transito automobilistico su via della Libertà, tra il cavalcavia di San Giuliano e il cavalcavia Rizzardi. I collegamenti tra terraferma e città insulare saranno così garantiti solo attraverso San Giuliano.
Il disinnesco
L’ordigno inesploso, risalente alla seconda guerra mondiale, sarà disinnescato dagli artificieri dell’8° Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti Folgore di Legnago. Le operazioni si svolgeranno in 2 fasi. La prima, quella di disinnesco, prevede la rimozione delle spolette, effettuata in loco dagli artificieri dell’esercito. Si procederà poi al trasporto e al brillamento dell’ordigno.
Un mezzo terrestre dell’esercito lo sposterà fino al Terminal Rinfuse. Qui sarà imbarcato su un natante rimorchio per il trasporto in mare aperto. L’intervento si concluderà quindi, anche stavolta, con il brillamento di fronte alla bocca di porto di Malamocco, a cura del Gruppo Operativo Subacquei Nucleo SDAI di Ancona della Marina Militare.