Tamponi rapidi e terapie intensive. Sono due dei principali pilastri su cui poggerà il nuovo piano di sanità pubblica del Veneto per fronteggiare l’emergenza-coronavirus. Il piano è in fase di completamento e sarà presentato nei prossimi giorni. Ma il presidente della Regione, Luca Zaia, ne ha anticipato alcuni punti.
Terapie intensive: più che raddoppiate in caso di necessità
«I pazienti-Covid in terapia intensiva sono stabili a quota 52, a fronte di un potenziale di 494 posti – ha detto il presidente Zaia -Il Piano in redazione e quasi ultimato ci permetterà di arrivare a 1.016 postazioni di terapia intensiva. Il vero tema è legato al rischio che la sanità possa collassare a fronte dell’arrivo di tanti pazienti. Al momento, comunque, ricordo che nemmeno nei momenti di maggior difficoltà siamo mai scesi sotto le 200 terapie intensive a disposizione dei pazienti non Covid».
Tamponi rapidi sempre più fondamentali
Proprio per questo, il nuovo piano sarà calibrato maggiormente su tamponi e test rapidi.
«Apriremo un punto per ogni Ulss per l’esecuzione dei tamponi rapidi h24 – ha anticipato Zaia – Ma introdurremo anche il principio dei test rapidi da effettuare ogni settimana per i lavoratori delle case di riposo».
«Il nuovo Piano di sanità pubblica – ha specificato – prevedrà diversi step, che fisseranno le soglie di terapie intensive e di ricoverati per far sì che i cittadini possano dare una lettura della situazione. Non modelli matematici, ma numeri, a fasi diluite, a livello regionale, con ricadute anche provinciali».
I commenti sul DPCM
Dopo aver sottolineato il dato dei sintomatici sui positivi (in Veneto oggi sono 169 su 9.845: l’1,71%), Zaia ha infine commentato le misure introdotte dal nuovo DPCM. «Non ha introdotto grandi rivoluzioni – ha detto – ma mi sembra che siamo solo alla fase del riscaldamento a bordo campo».
Tra le modifiche auspicate da Zaia, quella sulla competenza dei sindaci per l’evacuazione delle piazze per evitare gli assembramenti («se si vuole una regia nazionale, va fatta fino in fondo»). E la richiesta, a fronte della necessità di introdurre misure ulteriormente restrittive da parte delle Regioni, «di decretare un obbligo formale di comunicazione da parte del Ministero dei motivi della necessità, basati sui dati in possesso del Cts». Quanto ai limiti di pubblico ammessi per le manifestazioni sportive, Zaia ha infine dichiarato che «andremo a regime con i 1.000 spettatori per le gare all’aperto e 200 per quelle al chiuso, perché vogliamo essere rispettosi del DPCM».