Insieme alla Bora tira aria di fiducia.
Manca ancora circa mezz’ora, quando scriviamo, alla punta massima di 135 cm di acqua alta previsti per le 10.45 a Venezia.
Il forte vento di bora che ha iniziato a soffiare fin dal primo mattino ha fatto iniziare le operazioni di sollevamento delle barriere del MOSE già poco dopo le 7.00.
Alle 8.30 la laguna era separata dal mare.
Il picco “fuori porta”. In laguna l’ondata di marea non c’è
Alle 9.10, mentre al di là delle dighe mobili la marea toccava i 135 cm alla Diga di San Nicoletto, 140 lato mare in quella di Malamocco e 144 su quella di Chioggia, Punta della Salute registrava in laguna soli 54 cm.
Una città ancora all’asciutto dopo il 3 ottobre, quando il MOSE è stato attivato per la prima volta in una situazione di emergenza segnando una data storica per Venezia.
Marea molto sostenuta ma la vita in città prosegue senza scosse
Con 135 cm di marea, parametro che la definisce “molto sostenuta”, il 50% della città risulta normalmente coperto dall’acqua. San Marco con molto meno.
E’ sufficiente meno di un metro perché l’acqua vada ad intaccare il prezioso nartece della Basilica, oltre che allagare l’intera Piazza.
Mentre si attende la punta massima, in città i commercianti si scambiano occhiate fiduciose.
Nella maggior parte dei casi le paratie sono ancora appoggiate alle vetrine, pronte a esser fissate in caso di necessità. Ma si confida sul MOSE.
Servizi regolari
Gli operatori ecologici possono svolgere la loro quotidiana raccolta dei rifiuti, le passerelle storicamente posizionate nei punti nevralgici della città per garantire un minimo di circolazione anche a chi non è provvisto di adeguati stivali sono disertate e la navigazione prosegue senza interruzioni o variazioni di percorso.
L’acqua non impedisce il passaggio dei mezzi pubblici sotto i ponti più bassi, quelli che di solito obbligano a creare deviazioni di circolazione facendo percorrere ai vaporetti il Canal Grande.
In strada la gente cammina guardando la laguna.
Non sembra vero ma è la seconda volta: Venezia è protetta.
Ecco cosa ne pensano cittadini e lavoratori