È nato dalla volontà di recuperare il legame di Venezia con il mare il Master in Architettura della nave e yacht attivato dallo IUAV. Arrivato al suo quarto anno, si tratta del primo Master a livello nazionale con queste caratteristiche
Recuperare il legame di Venezia con il mare, formando professionisti in grado di progettare e gestire, da un punto di vista tecnico ed economico, il processo di costruzione del mezzo marino. Ma anche comprendere la natura di tale rapporto, che va oltre le semplici implicazioni turistiche e commerciali. Questi gli obiettivi del Master di secondo livello in “Architettura della Nave e dello Yacht”, attivato dall’Università IUAV di Venezia e giunto quest’anno alla IV edizione. Un settore nel quale l’Italia vanta una lunga tradizione e che comprende le imbarcazioni da diporto o da regata, i mega-yacht (di cui il nostro Paese è leader mondiale), le navi da crociera e i traghetti.
Nato nel 2008 come anello di congiunzione tra mondo accademico e mondo del lavoro, il “M Arch N+Y” (acronimo del master) forma oggi designer e naval architects capaci di essere al tempo stesso progettisti, manager e tecnici di cantiere. Venezia, grazie all’importanza dell’industria nautica e crocieristica locale, ma soprattutto per la sua tradizione di Repubblica Marinara, il suo contesto lagunare unico e il suo porto, si è rivelata subito sede naturale per un master di questo tipo. Il Prof. Carlo Magnani è il responsabile scientifico del Master, mentre l’Ing. Carlo Nuvolari e l’Ing. Gianfranco Bertaglia sono rispettivamente responsabili dell’area yacht e dell’area nave. «Il fatto che non vi fossero corsi di formazione in ambito navale – ha spiegato Carlo Magnani, rettore IUAV dal 2006 al 2009 e oggi Direttore del Dipartimento di Culture del progetto – mi sembrava una carenza del sistema universitario cittadino e ben volentieri sposammo l’idea di attivare un master di architettura della nave. Negli anni, si è creata una rete di legami di cui il master rappresenta solo la punta di un iceberg e mi auguro che anche la struttura produttiva del nostro territorio lo identifichi con un luogo di visibilità e di relazioni nazionali e internazionali preziose».
Il programma, che ha durata annuale, prevede un semestre di corsi teorici divisi in 4 aree principali (Teoria e Progettazione, Sicurezza e Costruzione, Allestimento degli Interni, Portualità e Marketing) e un periodo di stage in azienda. Coordinatrice scientifica, nonché anima dell’intero progetto, è l’Arch. Caterina Frisone. Quando e come nasce l’idea di istituire questo Master? «Qualche anno fa ho svolto una ricerca storica sulla nostra Marina Mercantile e sulle nostre compagnie navali – spiega l’Arch. Frisone – In quell’occasione mi sono resa conto che in Italia, soprattutto sul versante adriatico, non c’erano master di Architettura Navale e Yacht, almeno in ambito universitario. Le uniche sedi del sapere tecnico erano le facoltà di Ingegneria Navale di Genova, Trieste, Napoli e Messina. Così mi venne l’idea di questo Master, che è uno dei primi in assoluto attivati allo IUAV. Il nostro impegno era quello di dare a Venezia, città che abita sull’acqua, una sede accademica dove imparare a disegnare una barca o una nave. Ora ci poniamo come punto di riferimento, non solo in Italia. All’estero ci sono master di architettura navale a Delft e a Southampton, ma il nostro know how non ha nulla da invidiare a quello di queste prestigiose università straniere».
Venezia, città-porto per eccellenza, si è rivelata il contesto ideale… «Storicamente la città lagunare ha sempre vissuto del mare. Oggi il rapporto con l’acqua avviene attraverso le piccole navi da diporto o da lavoro o attraverso le grandi navi e il flusso turistico. I veneziani si vedono passare davanti queste navi enormi ma spesso non sanno cosa ci sia dietro: origini, indotto economico per la città, benefici e disagi che ne possono derivare. Quello che vogliamo fare noi è rendere palese, anche attraverso iniziative culturali, l’attività navale che si svolge a Venezia e nel Nord Adriatico».
A chi si rivolge il corso? «Come tutti i master di secondo livello, si rivolge a studenti (ingegneri, architetti e designer) con laurea quinquennale, che dopo la classica formazione in Architettura o Ingegneria Civile vogliono specializzarsi nel settore navale. Oppure a chi ha già un’esperienza nel campo e vuole approfondire le proprie competenze o aprirsi nuove porte. A noi interessa che i nostri masteristi trovino un lavoro e in effetti molti studenti sono stati assunti nelle aziende dove avevano svolto lo stage».
La modalità, quindi, è quella classica: una parte teorica e un periodo di stage in azienda? «Sì, da gennaio a giugno c’è la parte teorica, che si svolge allo Iuav e al CFLI che, con l’Autorità Portuale di Venezia e Venezia Terminal Passeggeri, è il nostro partner principale per quanto concerne le attività collaterali (conferenze, mostre, convegni). A luglio si tiene un seminario di progettazione intensiva che riassume tutte le conoscenze teoriche acquisite durante l’anno. In seguito viene fatta una mostra alla quale vengono invitate le aziende, che possono vedere la qualità dei lavori e decidere quali candidati ospitare in stage. Da settembre a novembre gli studenti svolgono la tesi di master durante il loro periodo di stage, con un progetto sperimentale che deve ispirarsi all’attività dell’azienda ed essere interessante sia dal punto di vista commerciale che accademico. A dicembre, infine, la conclusione del Master con la discussione della tesi di fronte ad una commissione esterna».
L’auspicio e la speranza è che Venezia, che più di ogni altra città al mondo vanta un legame strettissimo con il mare, possa tornare ad essere un esempio per la progettazione, il design e l’innovazione tecnologica di barche, navi da crociera e yacht.
TRA I PROGETTI PIÙ INNOVATIVI DELLE ULTIME EDIZIONI DEL MASTER, NE SEGNALIAMO DUE:
Calypso di Nicola Scopelliti (assistito dall’Ing.Gianfranco Bertaglia) è stata la barca più cliccata sul sito del Salone Nautico di Venezia dell’anno scorso. Si tratta di una piccola barca a vela smontabile. Lunga 3,71 metri e larga 1,50, può essere facilmente smontata (secondo il progettista bastano 9 minuti) e trasportata sul portapacchi della propria auto. Consente di risparmiare i costi di rimessaggio perché durante l’inverno può essere riposta in garage e utilizzata come armadio per lo stivaggio. Una barca al tempo stesso compatta, resistente (scafi in vetroresina) e leggera (65kg di peso).
Doge è invece il nome dell’imbarcazione di Giovanni Crosera (assistito dall’Ing.Carlo Nuvolari), oggetto della sua tesi di master nell’edizione 2012. È un traghetto veloce per il collegamento tra l’aeroporto Marco Polo e il centro storico di Venezia, con propulsione diesel/elettrica che consente di viaggiare in modo pulito nel Canal Grande e ricaricare le batterie nel tratto verso l’aeroporto. Un motoscafo che nel design cerca di coniugare la tradizione veneziana nelle imbarcazioni per il trasporto passeggeri con uno stile più moderno.
DI LUCA CANDIDO