Qualcuno di noi se lo ricorderà quel proverbio che le nostre nonne ci ripetevano come una cantilena: “la buona educazione sta anche a casa del diavolo”.
A giudicare però dalla quantità di rifiuti e microplastiche che galleggia quotidianamente nelle acque dei nostri mari a mancare, spesso, è anche il rispetto. Con l’obiettivo di contenere questo fenomeno e sensibilizzare cittadinanza, operatori e istituzioni sui suoi effetti, l’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR – ISMAR), in collaborazione con Venice Lagoon Plastic Free (PFVL), propone un evento nelle giornate di sabato 3 e domenica 4 ottobre 2020 in occasione del World Clean Up Day: una due giorni di riflessione, condivisione di buone pratiche e pulizia delle rive della laguna cui hanno aderito enti, associazioni di categoria, circoli sportivi e semplici cittadini.
Rifiuti in laguna, c’è chi dice no
L’evento si articolerà in due fasi.
Sabato 3 ottobre, alle 15:30, in occasione dell’ incontro organizzato all’ Hotel Saturnia&International di Venezia (Calle Larga XXII Marzo 2398, S. Marco) saranno presentati alcuni dati derivanti dalle mappature eseguite dal CNR-ISMAR nell’ambito del progetto marGnet, focalizzato sui detriti del fondale marino connessi alle attività di pesca e acquacoltura nonché le importanti rilevazioni condotte dall’Istituto Tecnico e Tecnologico Montani di Fermo circa la presenza di micro e macroplastiche nelle acque della laguna di Venezia nel periodo pre e post lockdown. Per partecipare è necessario prenotare (nicoletta.nesto@ve.ismar.cnr.it) in quanto i posti sono limitati.
Porterà il saluto istituzionale l’On. Alessia Rotta, Presidente VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati.
Dalle profondità del mare alle raffinerie
Domenica 4 ottobre, invece, ci sarà una giornata di clean up esteso che coinvolgerà più di trenta associazioni chiamate a pulire la laguna, un bene comune collettivo e unico al mondo. L’appuntamento è fissato a partire dalle ore 9.30 (fino alle 12) in Campo Santa Fosca, dove ci sarà lo stand per la distribuzione dei materiali.
«Anche questa terza edizione del clean up esteso organizzata da Plastic Free si preannuncia animata da tantissimi volontari e dal prezioso supporto di Veritas, partner dell’iniziativa -anticipa Silvia Rossetti, collaboratrice di Plastic Free Venice Lagoon – Partecipano persone provenienti da tutto il mondo, molte della Comunità Islamica di Venezia, che ha aderito anche alle precedenti edizioni con entusiasmo. Ogni associazione -continua – sceglierà una zona da pulire e il materiale raccolto sarà “censito” cercando di separare la plastica da altro genere di rifiuti e successivamente pesato».
Parte del marine litter (rifiuti marini) raccolto sarà infine inviato presso la SINTOL di Torino, azienda partner del progetto marGnet, per essere raffinato e trasformato in carburante più sostenibile a fini sperimentali. L’evento si inserisce quindi in un’ottica di piena economia circolare, il rifiuto diviene nuova fonte di energia.
Un’area a rischio, un patrimonio collettivo
Aderisce alla terza edizione del WCUD anche il Polo Nautico di Punta San Giuliano con la Canottieri Mestre ASD che pulirà il Seno della Sepa, una piccola striscia di terra che è prolungamento del canale Osellino e del canale delle Rotte. Due zone – quella verso Campalto e quella della barena che costeggia Punta San Giuliano – che vedranno domenica pomeriggio un esercito di volontari armati di sacchi, guanti, stivali e mascherine. Un problema, quello dei rifiuti abbandonati e galleggianti, che va a sommarsi a un progressivo e preoccupante interramento dell’area.
«Abbiamo calcolato che dal 2002 al 2017 sono stati persi ben 23 cm di profondità tra Punta S. Giuliano e il Canale di Tessera -dice Paolo Cuman, direttore di sede della Canottieri Mestre – Un’area vastissima rischia di scomparire».