Una nuova narrazione anche per Venezia?
Chi ha vissuto l’epoca dei registratori o dei videoregistratori a cassette ricorderà sicuramente il simbolo sul tasto del “fast forward”. Due frecce, seguite da una barra, premendo le quali il nastro veniva avvolto velocemente per portarlo avanti, fino al punto alla canzone o al momento del film ricercato.
“Dialoghi d’impresa”, il titolo scelto per il festival della Narrazione d’impresa, si presta perfettamente per ricordare questa idea di una corsa in avanti. E l’acronimo “DDI” non a caso è stato scelto dagli organizzatori per la manifestazione dell’1 e 2 ottobre, rispettivamente al Campus di Treviso e all’Auditorium Santa Margherita dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
L’importanza della narrazione d’impresa
Parlare di narrazione e di cultura d’impresa significa infatti inevitabilmente parlare di futuro.
Non è semplicemente un raccontare quello che la specifica impresa è stata o ha fatto. Al contrario, il racconto di un’impresa è un processo in divenire che può tradursi in un’occasione di evoluzione. «Uno storytelling ben fatto – conferma il lidense Andrea Bettini, narratore d’impresa e curatore della manifestazione – è il mezzo per tirare fuori l’anima che c’è dentro ogni impresa, piccola o grande che sia, dalla bottega all’industria organizzata. Perché una narrazione d’impresa applicata in maniera attenta non significa solo costruire storie. Ma, soprattutto, significa essere coerenti con le imprese che si vogliono raccontare, cogliere l’effettiva identità delle imprese, delle persone che ci lavorano e del sistema valoriale che c’è alle spalle. Non è una semplice modalità di comunicazione, ma l’opportunità di arrivare veramente al cuore delle persone».
Il festival
Il programma dei due giorni di “Dialoghi d’impresa” è ricco di appuntamenti, fruibili anche in streaming.
A partire dalle 9.30, assieme agli esperti di settore sono gli stessi imprenditori a presentare le rispettive esperienze nell’ambito della diffusione della nuova cultura del fare impresa.
Uno degli esempi più significativi è quello che chiuderà il festival: il racconto di Daniele Lago, CEO & Head Design della Lago SpA.
«Lago – sottolinea Bettini – è il primo storyteller della sua azienda. A conferma che il titolare di un’impresa deve essere anche il suo primo narratore. E Lago riesce a comunicare perfettamente cosa c’è dietro un prodotto di design e perché i propri prodotti sono diversi da altri. E non solo per un discorso estetico o funzionale, ma riuscendo a far capire il perché si facciano certe cose. Lo storytelling utilizza linguaggi e canali diversi: non solo i social network o un libro, ma le stesse persone».
Un altro esempio presente al Festival, completamente veneziano, è quello della Fornace Seguso. «Sono riusciti – spiega il curatore – a costruire un percorso narrativo esperienziale diverso dalla classica visita alla fornace di Murano. Venendo accompagnati in questo viaggio, alla fine ci sente davvero parte della fornace stessa. E viene spontanea la voglia di prenderne un pezzo e sentirlo tuo».
Narrazione d’impresa: vantaggi e rischi
Da esperto del settore, Andrea Bettini ben conosce i segreti della narrazione d’impresa.
«Se ben fatta, la sua forza è l’autenticità. Ed è una modalità che tutti possono usare». Ma non bisogna commettere l’errore di ritenerlo uno strumento “facile”. «Occorrono cautela e parsimonia, consapevolezza e attenzione. Si sbaglierebbe, pensando di fare una semplice campagna di comunicazione per aumentare le vendite: il mondo ideale della pubblicità è un’altra cosa. Tanto più che oggi, con la veridicità di una notizia che può essere verificata in tempo reale, una comunicazione sbagliata rischia di essere controproducente».
In una buona narrazione d’impresa, insomma, «l’impresa deve mettersi a nudo davanti a uno specchio. Per essere efficaci, bisogna andare in profondità. E pensare all’azienda senza più pareti, ma con vetrate trasparenti verso l’esterno. Il narratore d’impresa non deve spiegare cosa fa un’impresa, ma come lo fa».
Venezia Metropolitana: un territorio fertile
Ma come si sta diffondendo la cultura d’impresa nella Venezia Metropolitana? «Ci sono diverse aziende dell’entroterra – spiega Bettini – che già si stanno muovendo con una buona attenzione sul tema della narrazione d’impresa, facendone un uso consapevole e interessante». La prospettiva, per il narratore d’impresa, ha però validi agganci anche per le aziende del centro storico di Venezia. «È il momento storico peculiare la base della grossa opportunità che si apre anche per la Venezia insulare. Una nuova narrazione della città storica, se ben giocata, può portare ad attirare un turismo consapevole. E ritengo che sia un’occasione ottima non solo per un turismo esperienziale, ma anche per le stesse aziende che producono beni o servizi».