Pagare in contanti ha un costo sociale importante. Uno studio pubblicato da Banca d’Italia nel 2012 lo quantifica in circa 8 miliardi di euro, pari allo 0,52 per cento del pil.
Un valore superiore alla media europea, attestata allora sullo 0,4 per cento. Rispetto agli altri strumenti di pagamento, il contante risulta quindi il più costoso.
La promozione dei pagamenti elettronici
È per questi motivi, insieme alla maggior efficacia come strumenti di lotta all’evasione fiscale, che l’Italia sta da anni portando avanti una politica di incentivazione degli strumenti di pagamento elettronici, delle carte di credito e dei bancomat.
Si va dall’obbligo di fatturazione elettronica, alla piattaforma PagoPa per i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione; dal credito di imposta del 30 per cento per i negozianti che usano il pos, all’abbassamento della soglia per i pagamenti in contanti (dal 2.999,99 a 1.999 euro fino al 31 dicembre 2021 e successivamente a 999,99 euro). Fino ad arrivare alla lotteria degli scontrini, che partirà da gennaio 2021. Quando sarà anche innalzata la soglia per i pagamenti contactless senza pin da 25 a 50 euro.
Il bonus per l’uso di carta di credito e bancomat
Un percorso che, come ha confermato il premier Conte, presto si dovrebbe arricchire di un ulteriore incentivo: un bonus per chi sceglie di non pagare in contanti.
L’intenzione dell’Esecutivo dovrà essere ora confermata con uno specifico decreto. L’obiettivo è rendere effettivo il nuovo bonus già a partire dal prossimo dicembre.
Il bonus funzionerà con un rimborso semestrale sul conto corrente, anche se non è ancora ben chiaro se cash o in altra forma. Il tetto di spesa dovrebbe essere di 1.500 euro ogni 6 mesi e la percentuale di rimborso del 10%.
In un anno, così, il rimborso potrà arrivare fino ad un massimo di 300 euro. Tra le ipotesi in fase di studio, comunque, quella di prevedere incentivi maggiori per chi effettua la maggior parte dei pagamenti con strumenti tracciabili. Possibile anche la previsione di una percentuale più alta, del 15%, per i micropagamenti, cioè quelli che maggiormente faticano a diffondersi in Italia.
Come dovrebbe funzionare il bonus
Al momento, l’orientamento del Governo sembra essere quello di limitare il bonus ai pagamenti nei negozi fisici, escludendo di conseguenza le transazioni online. Il canale preferenziale per richiedere il bonus dovrebbe essere l’app IO, già utilizzata ad esempio per il bonus vacanze. Di conseguenza, in tale caso sarà necessario munirsi dell’identità digitale Spid.
In fase di registrazione, andrà inoltre associato il proprio codice fiscale alla carta di credito o al bancomat utilizzato e si dovrà inserire il proprio IBAN. Verrà così generato un QR code, da esibire successivamente al negoziante al momento del pagamento.
Il Governo sta valutando comunque anche la possibilità alternativa per l’utente di registrarsi attraverso i canali bancari. In ogni caso, le operazioni andranno rendicontate sulla piattaforma PagoPa e passando attraverso l’Agenzia delle Entrate.