Imparare una nuova lingua, l’idea di un titolo per un progetto futuro, ma anche una cena per due in un ristorante veneziano o il racconto di una serie di barzellette veramente divertenti, condivise con entusiasmo.
Sono solo alcune delle richieste che i 57 artisti partecipanti al progetto Whatever it takes hanno scelto di rivolgere ai possibili “acquirenti” delle loro opere.
Proprio così, perché in occasione del mercatino del baratto artistico, che si svolgerà il 25, 26 e 27 settembre alla Galleria A plus A di Venezia, non lontano da Palazzo Grassi, il denaro sarà completamente bandito per essere sostituito da oggetti, tempo e competenze, uniche forme di scambio accettate per ottenere le opere esposte dagli artisti.
Una nuova filosofia dopo il lockdown
“L’evento, ideato a gennaio 2020 prima della pandemia, esclude l’utilizzo di qualsiasi valuta per rendere evidente quello che durante i mesi del lockdown è diventato chiaro per molti: la vera essenza delle nostre economie deriva da una serie di bisogni concreti e dalla reale interdipendenza tra le persone”, spiega Aurora Fonda, direttrice della galleria A plus A e fondatrice della School for Curatorial Studies Venice, laboratorio aperto a tutte le professioni correlate all’arte contemporanea.
“Cedere un proprio lavoro con l’obiettivo di creare relazioni e collaborazioni con il pubblico partecipante, scaturisce da un principio di reciprocità, inteso come “collante sociale”, in grado di costruire una rete di relazioni che l’antropologo Marcel Mauss ha analizzato nel suo “Saggio sul Dono”, puntualizza Aurora Fonda.
Il baratto curioso
Ma cosa sarà possibile scambiare durante l’evento, e quali sono i desideri manifestati dagli artisti partecipanti al mercatino del baratto ?
C’è chi ha espresso la volontà di collaborare con un compositore, chi di confrontarsi con scienziati e informatici, o di ricevere, in cambio dell’opera, un testo critico sul proprio lavoro. Non mancano richieste curiose: una vespa Piaggio 50 Special, un’autovettura di piccola cilindrata per il figlio neo patentato, vecchi giocattoli, due biglietti per un concerto al Teatro La Fenice, un soggiorno di coppia in una Spa, un giro in barca in laguna, un paio di scarpe su misura, due casse di Amarone, un bonsai medio-grande o, persino, un pappagallo, tassativamente, cenerino.
Ma c’è anche chi dal baratto vuole ricavare un servizio professionale come un consulto psicologico, una consulenza legale, lezioni di batteria o di cucito, un sito internet word press o, perchè no, l’estrazione di un dente del giudizio dolorante.
Dai servizi al vassoio di tramezzini
Il baratto, o per meglio dire lo scambio di servizi, potrà concretizzarsi anche con un contratto d’affitto a prezzo calmierato o con la possibilità di esporre in una galleria d’arte di Venezia, ma anche con materiale e strumentazioni necessari a realizzare, ad esempio, un arazzo oppure delle ceramiche. Non mancano poi le richieste di donazioni, inoltrate da artisti particolarmente generosi: contributi ad Emergency, Greenpace, alla ricerca sull’Alzheimer, alla Cooperativa Rio Terà dei Pensieri che si occupa dei carcerati, o semplicemente, l’adozione di un gatto a distanza.
Tra i partecipanti, per lo più artisti che hanno frequentato l’Accademia di Belle Arti di Venezia o l’università di architettura Iuav, c’è anche chi, prima di lasciare Venezia, desidera esaudire un duplice desiderio: affiancare un maestro vetraio muranese nella realizzazione di un’opera in vetro soffiato e, in aggiunta, ricevere un vassoio di 12 tramezzini, peculiarità gastronomica veneziana evidentemente molto apprezzata.
Ci sono poi diversi artisti che ambiscono a trasferirsi temporaneamente (da uno a tre mesi) in una località scelta dall’acquirente dell’opera, per usufruire di una residenza d’artista (casa e studio) dove poter lavorare ad un nuovo progetto artistico.
“Il luogo non dovrà per forza essere fonte d’ispirazione per il creativo, sarà semplicemente un posto dove l’artista potrà dedicarsi in tranquillità al proprio lavoro – spiega Aurora Fonda – C’è chi, ad esempio, ha chiesto un soggiorno d’artista in una casa vicino ad un bosco o, meglio ancora, in una riserva naturale o accanto ad un lago“.
Un’opera per un po’ del nostro tempo
Il podio per il baratto più estroso va sicuramente al collettivo artistico interdisciplinare Apparatus 22: “la persona che richiede l’opera dovrà andare in spiaggia al Lido di Venezia (o in qualsiasi altra spiaggia) insieme ad una persona cara, o anche a più persone care. Immergere i piedi nell’acqua e ridere. Non abbiamo bisogno di prove che questo sia stato fatto. Abbiamo fiducia in te”. Interessante anche la scelta dell’artista Giorgio Andreatta Calò: “l’opera non può essere barattata. Può essere presa in prestito secondo le indicazioni definite dall’autore in forma di contratto di comodato d’uso gratuito“.
In pratica l'”acquirente” ospiterà la scultura in alluminio di Calò solo per un periodo per poi passarla ad un’altra persona o riconsegnarla all’autore.
Il tempo è un bene prezioso e lo sa bene Jared Munn, artista statunitense residente alle Hawai, autore di un disegno su carta realizzato a china: “Ho dovuto lasciare Venezia con poco preavviso, senza avere la possibilità di ritirare il mio diploma di laurea – spiega Munn – vorrei scambiare il mio lavoro con qualcuno che si rechi al posto mio all’Accademia di Belle Arti di Venezia e faccia spedire all’Università di Manoa, nell’isola di Oahu, Hawai, la copia originale del certificato dei voti e del diploma di laurea”.
Alla Galleria A plus A, che per l’occasione sarà allestita in modo creativo ed innovativo grazie al progetto ideato dal gruppo di giovani allestitori We Exhibit, si potranno ammirare, ed eventualmente acquistare, anzi barattare, disegni, acquerelli, dipinti, sculture, fotografie, libri d’artista, ma anche lavori concettuali.
Per la quasi totalità delle opere ci sono più opzioni di baratto in tal modo saranno plurimi i possibili “acquirenti”.
L’evento si svolgerà il 25-26-27 settembre alla Galleria A plus A, Venezia, dalle 10 alle 20. È possibile ricevere aggiornamenti e maggiori informazioni seguendo la pagina Instagram @whateverittakes_ve. Prenotazione obbligatoria: info@aplusa.it.