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Le attività storiche che resistono sul territorio: Mercerie Soppelsa

Le attività storiche che resistono sul territorio: Mercerie Soppelsa
Mercerie Soppelsa
Ci sono attività imprenditoriali che chiudono. Ma molte altre che resistono. Negozi storici, che sono nei decenni diventati veri e propri punti di riferimento in città. Ognuno, con le proprie competenze e nel proprio settore, ha saputo evolvere nel tempo, rinnovandosi, mantenendo qualità e passione, tramandate per generazioni.
Metropolitano.it è andato a scovarle tra le vie di Mestre e le calli di Venezia.

 

Mercerie Soppelsa: settant’anni di tessuti pregiati e tradizione

 

La signora Rosella ama disegnare, fin da bambina: liceo artistico e mostre in città e fuori, una vera passione.
Così, nel 1972, quando si trattò di creare un logo di sicuro richiamo per la merceria che con il marito Ezio aveva appena aperto in salizzada San Canciano, si ispirò a Mondrian.
Mica uno scherzo per un negozio di maglieria e busti, camicie da notte e calze, vestaglie e intimo.
Ma la storia delle mercerie Soppelsa, divenute nel tempo una sorta di grande magazzino delle qualità per tutta Venezia, non era certo iniziata quel giorno di 48 anni fa.
No, allora si inaugurava solo la nuova sede, al posto di un fritoin che più veneziano non si poteva.
Mercerie Soppelsa erano nate giusto nel 1950 in Ruga Giuffa fondate da Michele, padre di Rosella, e dopo alcuni anni si erano già ingrandite e trasferite tra San Lio e Santa Maria Formosa, in calle del Paradiso.
A ripensarci, doveva essere un vero paradiso per gli acquisti a quell’epoca, quando Venezia contava tanti abitanti; quando andare a comprare “in bottega” era bello e appagante perché c’era sicuramente quello che si cercava e magari ci si affezionava pure a chi stava dietro il banco, comunque mai uno sconosciuto.
Oggi Rosella si fa ancora vedere qualche ora in negozio.

Mercerie Soppelsa
Mercerie SoppelsaL

La “bottega” diventa “casa”

“Qui ho passato anni e non lascio, questa è la mia vita”, dice. Ma a prenderne in mano l’eredità commerciale è il figlio Devid coadiuvato da esperte e attente collaboratrici: Carla, Marianna, Claudia. “Ci vogliono, perché siamo praticamente i soli in città ad offrire questa gamma di prodotti. Ma la clientela è fedele anche se passano gli anni e Venezia si svuota: infatti c’è chi viene da Mestre, dal Lido o da Marghera, forse le figlie o i figli di clienti del passato. Quasi un segno della città unica”.
Che sa apprezzare anche le tradizioni e il servizio personalizzato.
La “bottega” accoglie con le sue vetrine luminose, ampie e con ricche eposizioni. Dentro, atmosfera un po’ fané, a dominare è il grande bancone in legno sormontato da un vetro che fa da vetrina per altra merce, come usava una volta. E poi gli scaffali, i cassetti, i contenitori pieni di articoli in cotone, lana, seta, misto-lana, di tutte le taglie e colori.

Mercerie Soppelsa
Mercerie Soppelsa

I “foresti” amano la tradizione. I veneziani di più

Non è facile trovare un negozio di questo genere, neppure in altre città storiche.
“Infatti, a sorpresa abbiamo cominciato a vedere arrivare anche “foresti”. Forse il passa-parola, forse la voglia di un po’ di autenticità invece di prodotti tutti uguali dei centri commerciali esattamente come a Torino o Amburgo, Lione o Manchester.
Anche questo un segnale” spiega Devid. Il “tesoro” delle Mercerie Soppelsa poi, meriterebbe una visita per la sua vastità labirintica: magazzini stipati di capi e accessori da fare invidia alle grandi catene specializzate.
Tanti decenni di attività, due traslochi, la città che soffre e si rialza come nelle due acque alte eccezionali del 1966 e del 2019 e ora con il Covid, e che si trasforma.
“Anche noi dal nostro “osservatorio” commerciale lo constatiamo con amarezza -ammette Devid riflettendo tra futuro di Venezia e volumi d’affari- in laguna nascono sempre meno bimbi e così abbiamo detto addio al comparto infanzia”.

L’arte di reinventarsi ogni giorno

Eppure, questo storico negozio cittadino ha trovato un equilibrio, “ereditando” settori altrimenti perduti a causa della chiusura di altri negozi.
“Questa è una città d’acqua, bene, abbiamo adottato una sorta di principio dei vasi comunicanti: quello che i residenti non trovavano più perché c’è chi ha gettato la spugna, in parte ora l’abbiamo noi. Anche questo è un servizio alla città e ai veneziani” sottolinea Devid.

Mercerie Soppelsa
Mercerie Soppelsa

E chi magari pensa di ritrovarsi in un negozio che respira storia cittadina ma anche diventato una sorta di “circolo della nostalgia” si sbaglia di grosso.
Guardate la cassa, separata dalla zona vendita come si usava un tempo: campeggia un pc di ultima generazione da cui Devid segue letteralmente tutto. E poi i clienti: non solo le zie della Bragora o Santi Apostoli, ma anche giovani mogli e ragazze che possono scegliere colore, taglio, disegno, senza fretta e seguite con capacità dalle tre collaboratrici.
Se poi c’è Rosella, allora ragazzi siete in una botte di ferro: anche i più esigenti sanno che saranno accontentati.

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Tag:  commercio