Il Protocollo di Legalità per la vigilanza ambientale che mette insieme Città metropolitana, Capitaneria e Guardia di Finanza
In teoria, tutti sanno che è proibito l’abbandono di rifiuti e il loro trasporto abusivo, così come lasciarli in discariche non autorizzate o depositarli in capannoni dismessi.
Vietato anche inquinare le acque e lo sversamento di liquami in agricoltura.
In pratica, poi, la tutela dell’ambiente e del territorio necessita di una costante azione di controllo perché le regole vengano rispettate.
E’ stato in questo senso rinnovato per tre anni il Protocollo di Legalità per la vigilanza ambientale tra Città Metropolitana di Venezia, il Comando della Capitaneria di Porto, e il Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza.
Insieme per la salvaguardia dell’ambiente
Il documento firmato rinnova la collaborazione già consolidata tra soggetti che operano in sinergia perché sul territorio dell’area metropolitana di Venezia siano sempre più contrastati i crimini ambientali. Il primo protocollo in questo senso è stato firmato nel 2010.
Il Comando della Capitaneria di Porto di Venezia e quello del Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza, utilizzando le più moderne tecnologie e ulteriori supporti come materiale informatico e strutture per la gestione dell’attività forniti dalla Città Metropolitana di Venezia, sono impegnati quotidianamente con personale e mezzi per ottimizzare il sistema di controlli.
Nel 2019 i verbali di contestazione in materia ambientale di competenza del servizio protocolli di legalità e sanzioni sono stati 284.
Nel 2020, a fronte di 1904 attività svolte finora a tutela dell’ambiente, sono stati riscontrati solo 4 illeciti, 2 relativi al tenore di zolfo del gasolio marino e 2 ai siti di bonifica a interesse nazionale.
Uno di questi è un’area demaniale di oltre 23.000 mila quadrati a Chioggia, a ridosso del Brenta, dove un tratto delle rive era diventato un punto di scarico abusivo dei rifiuti.
Nessuna infrazione ambientale è stata invece riscontrata con il monitoraggio acqueo (17), né con i campionamenti dell’acqua (44).
Venice Ble Flag: una tutela per Venezia
I controlli sul tenore di zolfo sono a Venezia particolarmente importanti perché, oltre alla normativa nazionale, secondo la quale le navi, all’ormeggio, devono utilizzare gasolio marino con tenore di zolfo inferiore a 0,1% per limitare i livelli di inquinamento atmosferico nelle aree urbane, in città tale obbligo è esteso , grazie all’accordo Venice Blue Flag, sottoscritto tra il Comune di Venezia, il Porto e le Compagnie di Navigazione, anche alla navigazione e alle fasi di manovra delle navi dall’ingresso della Bocca di Porto del Lido.
I comandanti delle stesse, inoltre, sono tenuti a mettere a disposizione della Capitaneria di Porto la cosiddetta BDN (Bunker Delivery Note) del combustibile acquistato.
Sottostanno volontariamente ai parametri stabiliti per il tenore di zolfo anche i rimorchiatori.
L’obiettivo è ora quello di potenziare il controllo di tutta la rete di attività connesse alla tutela ambientale quali possono essere, per fare degli esempi, la vigilanza e monitoraggio sugli scarichi o l’occupazione di aree sensibili.
Il tavolo tecnico di Vigilanza
Il Protocollo di Legalità prevede che, periodicamente, si tenga il “tavolo tecnico di vigilanza ambientale”. Vi partecipano, oltre agli enti firmatari dell’accordo, la Procura della Repubblica, i referenti dei Comandi di polizia e il Dipartimento provinciale dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente che collabora in tutte le campagne di controllo programmate.