E’ iniziata ufficialmente con un commovente omaggio al maestro Ennio Morricone, vincitore del Leone d’Oro alla Carriera già nel 1995, la 77° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Venezia.
Sulle note della colonna sonora del film “C’era una volta in America“, interpretata dall’orchestra Roma Sinfonietta, la cerimonia d’apertura della mostra cinematografica ha celebrato la settima arte e, insieme, un uomo che, con le sue musiche, ha reso ogni film indimenticabile.
A fare gli onori di casa a Palazzo del Cinema, raggiunto fin dal tardo pomeriggio dagli invitati, che sulla passerella preclusa quest’anno al pubblico hanno sfoggiato il dress code più anomalo della storia del Festival, la madrina Anna Foglietta che, con la presidente di Giuria Cate Blanchett, ha consegnato il Leone d’oro alla carriera a Tilda Swinton, definita “musa di numerosi artisti” e “unica per la sua eccentricità e versatilità”.
“Il cinema -ha detto commossa l’attrice – è il mio posto felice”.
Visibilmente emozionata per il conferimento dell’ambito premio, la Swinton non ha mancato di ringraziare Venezia e tutti coloro che lavorano affinché la mostra del Cinema sia e resti “il Festival più prestigioso al mondo”.
Tra i numerosi ospiti, tutti con mascherina intonata agli abiti, oltre al ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini, alle autorità cittadine e al direttore della Mostra del Cinema di Venezia Alberto Barbera, anche i direttori artistici dei principali Festival cinematografici europei che, con la loro presenza, hanno voluto ribadire “in quest’anno eccezionale, la loro solidarietà per l’industria del cinema mondiale, duramente colpito dalla pandemia“.
Ad aprire la Mostra, per la prima volta dopo un decennio, un film italiano: “Lacci”, di Daniele Lucchetti. Un giallo sulla complicità dei sentimenti, delle relazioni di coppia e dei legami interpersonali.
Il film, fuori concorso, uscirà in 100 sale italiane il primo ottobre.
Nonostante lo stile “minimal” imposto indirettamente dalle prescrizioni anti Covid, gli artisti non hanno mancato di conferire anche a questa edizione una nota di eccentricità.
Tra le “mise” che rimarranno nel ricordo del Festival 2020, l’abito scultura dedicato a Venezia realizzato dalla stilista Antonia Sautter e quello di Sandra Milo, rigorosamente settecentesco.