Che succede se in classe un alunno manifesta sintomi febbrili?
Come si devono regolare le scuole in questa situazione?
Dovranno chiudere? Isolare l’intera classe?
La soluzione a queste domande arriva dal nuovo piano di sanità pubblica reso noto dalla Regione.
Il piano non riguarda misure di prevenzione da adottare all’interno delle scuole ma misure sanitarie vere e proprie, per le quali “ai direttori -ha detto l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin – chiediamo un’applicazione ferrea, in quanto si tratta di prescrizioni che si basano sulla procedura prevista dall’Istituto superiore di sanità”.
Per ogni scuola un Covid manager
Le linee di indirizzo prevedono principalmente 2 novità. In primo luogo, va individuato, da parte del Dipartimento di prevenzione e da ogni scuola, un referente unico per rendere più veloce e tempestiva la comunicazione.
Nel caso in cui un alunno avesse la febbre sarà lui a intervenire attivando le procedure previste, che comprendono tamponi rapidi sui componenti della classe e di eventuali altri contatti del bambino in questione.
L‘eventuale chiusura della classe, o dell’intera scuola, sarà decisa successivamente all’esito dell’indagine effettuata.
Nel frattempo lo screening preventivo con il pungidito continua tra i docenti e il personale scolastico. Finora (02/09/2020) sono stati sottoposti al test 32 mila persone. Il test ha rilevato positività per 481 di loro, che dovranno ora sottoporsi al tampone perché il loro stato sia confermato o meno.
Trasporti: 8 milioni per le prime necessità
Uno dei problemi legati all’apertura delle scuole riguarda i trasporti. Nonostante ogni mezzo pubblico possa arrivare all’80% della capienza omologata, mancano all’appello 500 mezzi. Per far fronte alle prime necessità “abbiamo messo a bilancio 8 milioni di euro -ha anticipato il presidente della Regione Luca Zaia – Con questa percentuale però, da qui a fine anno servirebbero 30 milioni, quando il Governo ne ha stanziati 200 per l’intera Nazione”.
Quello dei trasporti è un tema che andrà a definirsi in modo più preciso quando sarà chiara l’analisi della domanda. Di fatto, comporta però anche una serie di criticità che riguardano la logistica, soprattutto a Venezia, dove il ponte della Libertà ogni giorno, dalle 7 alle 8 è percorso da 122 mezzi pubblici che, nell’adeguamento imposto dalle misure anti Covid, dovrebbero essere 200.