Periodicamente, a Spinea, avvengono dei macabri e cruenti omicidi.
L’ex ispettore Davide Marini si trasferisce nella cittadina veneziana trovandosi coinvolto in un mistero da svelare. Inizierà le sue ricerche personali cercando di fare luce sugli omicidi commessi da un serial killer che si ispira al mondo delle favole. E incorrerà in un’oscura verità…
Tranquilli, non stiamo parlando di cronaca nera. È semplicemente la trama di “Fabula”, il film thriller-horror frutto di una produzione interamente locale che è sbarcato adesso sulla piattaforma italiana di Amazon Prime Video. E sta già riscuotendo un buon successo anche in giro per il mondo.
Un serial killer a Spinea
Il deus ex machina di “Fabula” è il 38enne Denis Frison, che della pellicola è sceneggiatore, regista e attore. Nato a Mestre nel 1982, vive a Spinea, dove insegna recitazione in alcune scuole e ai Neverland Studios, così come alle medie di Scorzé e nella zona di Treviso. Ed è poi scrittore di sceneggiature, doppiatore, soprattutto poeta, che spesso viene chiamato a leggere e interpretare le sue poesie.
Frison, che ha alle spalle già diversi medio-cortometraggi e 4 lungometraggi, è da sempre un grande estimatore di Dario Argento e della filmografia gialla di una quarantina d’anni fa.
«Ho sempre provato a immaginare – spiega – come sarebbe stato, prima di tutto per curiosità personale, ambientare una storia di serial killer a Spinea. Un po’ come Stephen King, che orienta i suoi racconti e romanzi nel luogo dove abita, spesso scrivo storie che si svolgono nella città dove vivo. Posso dire insomma di avere gli incubi in casa. E un serial killer, a Spinea, mancava…».
La Spinea del film e la trama
Lo spaccato della cittadina che emerge dalla pellicola è variegato.
«Nelle scene diurne – illustra Frison – c’è una bella visione di Spinea, molto simile alla realtà. In quelle notturne, invece, l’immagine è quella immaginaria di un luogo che sembra nascondere qualcosa di tetro».
Una scelta, questa, funzionale alla trama del film. «Nella pellicola ho provato a esprimere un doppio punto di vista, quello dei luoghi e quello delle persone, tra i quali intercorre un gioco molto strano. Il protagonista viene da Milano e si è trasferito qui perché ci vivono i genitori della sua compagna».
Nella finzione, si capisce da subito che Spinea è una città che nasconde una realtà diversa. Quella del serial killer che ha iniziato a uccidere negli anni Novanta e ogni tanto torna dopo alcuni periodi di sparizione nell’ombra. La gente del posto ha quindi paura che possa tornare di nuovo quello che è stato ribattezzato “l’assassino delle favole”. «Lo hanno ribattezzato così – dice il regista e sceneggiatore – perché uccide ispirandosi alla storia dei 3 porcellini. E si traveste anche così, per motivi che si capiranno nel corso del film».
Ma, da buon giallo, lo spettatore può intuire la verità? «Come un vero serial killer – scherza Frison – anch’io amo lasciare delle tracce. Ma cerco anche di nasconderle bene, in mezzo a false piste. Diciamo che se uno riguarda il film, può notare indizi e depistaggi. Ma per riuscirci alla prima visione deve essere molto abile».
Amazon: un trampolino verso il successo
“Fabula” è stato realizzato nell’estate del 2018, con un lungo lavoro di post-produzione, trattandosi di una pellicola di 2 ore e 10’. «L’ho tenuto fermo a lungo in cantina – ammette il regista – proprio per trovargli un canale di distribuzione importante. Aver firmato il contratto con Amazon è dunque per me un traguardo enorme, che inseguivo da tempo. Ma non è l’unico accordo che ho sottoscritto. Oltre che in Italia, il film è in distribuzione anche negli Stati Uniti, sia in dvd che su diverse piattaforme. E mi sembra che abbia riscontrato fin qui in generale un buon interesse».
La pubblicazione in Italia sul canale on demand è arrivata proprio nel giorno di inizio della Mostra del Cinema di Venezia… «C’è una sottile linea – commenta con filosofia l’autore – tra coincidenza e destino. E lo tengo ben presente, quando le cose non dipendono dalle mie scelte. Dico quindi che “Fabula” è uscito quando doveva uscire. Se sarà un bene o un male, lo saprò solo dopo. Credo che le cose ti portino dove vogliono loro. E, del resto, uno dei miei prossimi progetti di lungometraggi prevede come obiettivo quello di portare un film proprio alla Mostra del Cinema o, in alternativa, al Festival di Cannes».
Se la strada verso la definitiva affermazione è ancora lunga, Denis Frison è quindi pronto ad affrontarla con il giusto spirito. «Proprio le soddisfazioni che mi sta dando “Fabula” – è il suo messaggio – mi confermano che uno deve continuare a credere nei propri sogni, senza pretendere risposte immediate. Come per scolpire il proprio fisico, si tratta di un percorso. E sono solo la determinazione e la passione per qualcosa può portarti dove vuoi».