Il fenomeno dell’abbandono scolastico è presente anche nel Comune di Venezia. Ma, negli anni, si è sempre più consolidata una convinzione. Quella che un’azione tempestiva e coordinata tra Servizi può incidere positivamente sulla ripresa scolastica dei minori. Attorno all’Ufficio dispersione scolastica e al Servizio di progettazione educativa si è così strutturata una rete sempre più articolata.
Perché è importante offrire ai minori una nuova possibilità per la ripresa della frequenza scolastica e del percorso di istruzione. Può infatti rappresentare il presupposto per la realizzazione della loro persona. Trascorrere parte del tempo a scuola contribuisce infatti a limitare l’emergere tra i giovani di situazioni di possibile rischio. E, di conseguenza, arricchire la comunità.
L’abbandono scolastico a Venezia
A fare il punto della situazione è l’appena pubblicato report, curato dalla dottoressa Miatto, sul fenomeno della dispersione nell’anno scolastico 2018/19 per i minori soggetti all’obbligo di istruzione. Le schede di segnalazione pervenute all’Ufficio dispersione scolastica sono state in totale 152. Ovvero una percentuale assolutamente marginale, pari all’1%, rispetto ai residenti nel territorio comunale tra i 6 e i 16 anni di età (che a fine 2018 erano 23.664).
Il fenomeno, in linea con i dati nazionali, riguarda più i maschi (97, pari al 63,8%) che le femmine (55, 36,2%). In valori assoluti, sono stati segnalati più italiani (92, 35 femmine e 57 maschi) che ragazzi con origine migratoria (60, 20 femmine e 40 maschi). Guardando però al totale di alunni per provenienza, il rapporto però si inverte: l’incidenza è dello 0,47% per gli italiani e dell’1,45% per gli stranieri. Nel dettaglio, 24 segnalazioni di italiani riguardano bambini e ragazzi rom e sinti. Per gli studenti di origine migratoria, in 26 casi su 60 la provenienza delle famiglie è originaria del Bangladesh.
Tipi di segnalazione e suddivisione per grado di istituto
Tra le iniziative del Comune negli ultimi anni, va ricordata l’introduzione di una procedura di segnalazione volta a strutturare maggiormente l’iter del procedimento e ad uniformare le modalità attraverso le quali le scuole producono segnalazioni. Le situazioni previste sono diverse. Si va dall’evasione (lo studente risulta iscritto ma non si è mai presentato), che ha registrato 68 segnalazioni, all’elusione (assenza da più di 15 giorni senza una motivazione accertata), per la quale i casi sono stati 45. Oltre ai casi di ritiro, vengono evidenziate anche le frequenze irregolari (39 segnalazioni).
Per ogni segnalazione, i genitori o coloro che esercitano la patria potestà vengono convocati dal Comune, se residenti, o viene effettuata comunicazione all’eventuale altro Comune di residenza. Questo anche per avviare tempestivamente percorsi mirati di sostegno alla frequenza scolastica.
Su un totale di 152 alunni segnalati, 24 erano iscritti alla scuola primaria, 78 alla secondaria di primo grado e 50 alla secondaria di secondo grado. Questo ultimo dato, riguardante la fascia di età tra i 14 e i 16 anni, potrebbe però non essere rappresentativo della totalità delle situazioni, in quanto, a livello normativo, c’è una sovrapposizione di competenze tra Comune e Provincia.
Motivi dell’abbandono e risposte mirate
Le conclusioni del report analizzano nel dettaglio anche le molteplici ragioni, spesso concatenate, all’origine dell’interruzione della frequenza scolastica.
In linea generale, si sono riscontrate in molti casi situazioni di fragilità individuale. Queste sono state affrontate in sinergia con il Servizio per l’età evolutiva Polo adolescenti di Mestre e Venezia dell’Ulss 3 Serenissima. I ragazzi abbandonano la scuola anche percependola come difficile e noiosa. In tal caso, dal confronto con scuole e insegnanti si è cercato di costruire piani didattici personalizzati e momenti di lavoro individualizzato. Un’altra situazione che incide sul fenomeno è quella socio-economica della famiglia di provenienza. Si è allora richiesto l’intervento dei diversi Servizi della Direzione Coesione sociale, anche per rafforzare le competenze genitoriali
Per i ragazzi di origine migratoria, incidono poi la presenza non continuativa nel nostro Paese. Ma, di nuovo, anche la situazione economica del nucleo familiare. In tal senso, l’Ufficio dispersione scolastica collabora fattivamente con il Servizio migrazioni del Comune.
«Dall’esperienza condotta – conclude il report – è emerso in modo chiaro che ogni alunno/studente ha una sua storia, una sua “fisionomia” ed è per questo che l’azione risulta più incisiva se prevede percorsi personalizzati per ogni bambino e ragazzo».