Un salotto della cultura, uno spazio in cui le realtà locali proporranno una serie di incontri durante i quali condividere con gli ospiti idee, riflessioni e aspettative sul futuro della cultura a Veneia.
Dal 29 agosto al 31 dicembre, l’appuntamento è con i Week end del Padiglione Venezia, ai Giardini della Biennale.
Qui, infatti, a 88 anni dalla prima Mostra Internazionale d’Arte della città, sarà allestita un’area multimediale che farà da ponte tra passato e futuro.
A partire dalla proiezione di un filmato in omaggio alla storia del Padiglione Venezia e della Biennale, nata nel 1932 e finendo con un confronto tra professionalità e generazioni diverse sul tema del futuro in una contaminazione tra settori che mette assieme gli antichi saperi dell’arte e dell’architettura con quelli dell’artigianato, della nautica e dell’imprenditoria, dell’editoria e del design, della musica e della filosofia.
Dall’opera alla mente: il pensiero centro del confronto sul futuro
«Quel che vogliamo “esporre” – spiega la curatrice, Giovanna Zabotti – sono soprattutto le persone. Vogliamo che gli artisti, personalità di spicco ed autorevoli nei rispettivi settori, lascino un cameo del loro sapere che parta dall’uomo più che dall’opera. L’idea è quella che, attraverso le loro esperienze, attraverso il loro omaggio alla Città, facciano da ponte tra passato e futuro. Gettando anche le basi per avviare la stagione dei festeggiamenti per i 1600 anni di Venezia».
Non è questa l’unica novità.
La sfida della Biennale con la contaminazione dei settori
Di fatto, quindi, l’esposizione internazionale 2020 nascerà dalla summa delle arti più diverse, unendo anche l’artigianato e la stessa produzione, in un dialogo tra le arti che hanno caratterizzato la Città in maniera contemporanea
«Molti, tra i primi artisti che abbiamo contattato, hanno risposto con grandissimo entusiasmo – anticipa la curatrice- Il momento storico che stiamo attraversando, del resto, è chiaramente cruciale per il ripensamento della Città, ma anche dell’intera società. La chiave di lettura di questa mostra vuole proprio essere una Venezia che guarda ai suoi 1600 anni di storia, individuando le eccellenze che potranno risultare ancora valide anche guardando avanti. Sarà proprio la contaminazione tra settori la sana sfida, anche con il resto del mondo, che ci potrà permettere di continuare a lavorare come abbiamo sempre fatto».
Un grande salotto aperto sul mondo dell’arte
Un ruolo cardine, proprio partendo dall’idea del contatto diretto con i grandi esponenti delle varie arti, sarà quello del grande salone centrale.
«Abbiamo lavorato – racconta Giovanna Zabotti – con due designer milanesi per individuare la linea più adatta per il salone, che accoglierà i vari ospiti. E un’azienda veneziana realizzerà, sulla base di queste linee, apposite sedute speciali per il Padiglione. Parlando di “aperture straordinarie”, la grafica richiamerà quindi le finestre del Padiglione stesso aperte sul mondo dell’arte».
Non dimenticando che siamo nell’epoca del distanziamento sociale, al posto degli ormai classici “bolloni” sarà il grande salotto a essere composto a sua volta di piccoli salottini, per offrire occasioni di incontro in sicurezza.
Sarà possibile quindi prenotare un tavolo da condividere con familiari e amici. Lo spazio incontri ogni settimana sarà declinato all’insegna del tema specifico proponendo eventi e stimoli di riflessione. In più, ancor prima degli eventi-clou del fine settimana, le varie realtà cittadine avranno a disposizione una vetrina per presentare le proprie eccellenze.