Il turismo lento in Veneto si arricchisce: nuovi itinerari
Un viaggio immersi nelle bellezze naturalistiche, storiche ed artistiche del territorio.
Ma, al tempo stesso, anche un’occasione per riflettere, per conoscere meglio se stessi.
Perché spostarsi a piedi è un modo di rigenerarsi attraverso una sorta di ritorno alle origini e il “Cammino” è la forma di vacanza “lenta” che offre queste opportunità.
Un fenomeno, nato inizialmente in ambito religioso, che sta riscuotendo sempre più successo. E sta trovando, nel contempo, un riconoscimento e un supporto sempre più concreto anche nelle iniziative di promozione turistica degli enti pubblici.
La via europea della seta
In Veneto, sono 5 i nuovi itinerari che presto offriranno preziose alternative alle storiche tappe dei cammini in Italia e all’estero.
L’emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha rallentato un po’ i tempi ma l’iter verso la certificazione del Consiglio d’Europa procede, coinvolgendo sempre più realtà.
Uno di questi, proposto dal Comune di Venezia, è quello della “Via europea della seta“.
Una rivisitazione moderna delle tappe percorse alla fine del 1200 da Marco Polo, a partire da Venezia, lungo quelli che erano, in Europa, le aree di produzione e distribuzione della seta, alla riscoperta non solo dei territori del Vecchio Continente ma anche di antiche tradizioni artigianali e culturali.
«Il gruppo di lavoro – ricorda l’assessore comunale al Turismo – lo abbiamo costituito 3 anni fa. E le adesioni continuano ad arrivarci numerose, da tutta Italia e dall’estero. Il concetto del “Cammino”, del resto, è l’emblema di quel turismo lento, semplice e non consumistico che si sta sempre più diffondendo. Un turismo, strutturato su tematiche diverse da quelle tradizionali, che è sempre più posato. Un turismo che cerca non tanto il “vedere” quanto il “sentire”, in una sorta di cammino dentro se stessi».
“La via europea della seta -si legge nel documento al vaglio del Consiglio d’Europa – promuoverà i contatti, l’elaborazione di materiale didattico e gli scambi di buone prassi tra musei e filande storiche che ancora oggi narrano come in varie regioni d’Europa, la bachicoltura abbia lasciato segni materiali e immateriali del suo passaggio”.
Gli altri itinerari veneti
Gli altri itinerari veneti su cui si sta lavorando, alcuni dei quali già parzialmente operativi, sono: la “Via Querinissima“, dal Veneto alla Norvegia, sulle tracce del nobile veneziano del ‘400 Pietro Querini; il “Cammino Fogazzaro Roi“, dedicato allo scrittore vicentino e al marchese Roi, suo genero; il “Cammino del Marin Sanudo“, nei territori delle antiche Venezie, da Bergamo all’Istria e alla Dalmazia; il “Cammino delle Apparizioni“, che prevede, nella Pedemontana, un percorso ciclopedonale di circa 100 km attraverso i santuari (come Monte Berico a Vicenza) che ricordano le apparizioni della Vergine Maria.
Il Registro dei Cammini Veneti
L’obiettivo è quello di farli confluire nella prima delle 4 sezioni dell’appena istituito Registro della Rete dei Cammini Veneti.
Dopo la legge sui Cammini dello scorso gennaio, si è infatti concluso in Regione il relativo iter. Con il parere positivo della Commissione consiliare, la delibera di Giunta è diventata definitiva e adesso si può passare all’effettiva costituzione del Registro. Uno strumento che aiuterà la promozione di tutti i Cammini, locali, nazionali e internazionali, che passano per il Veneto.
Il Registro prevede che i soggetti gestori dei Cammini possano far richiesta di iscrizione. La prima sezione riguarda gli itinerari culturali riconosciuti dal Consiglio d’Europa. A partire dal 1987 (quando fu certificato l’itinerario de “Le vie del Cammino di Santiago di Compostela), a tutto il 2019, sono già 38. Di questi, 26 interessano l’Italia. Le tematiche sono le più diversificate: da “La Via Francigena” a “La Rotta dei Fenici”; da “Le Vie europee di Mozart” a “L’Itinerario Europeo del Patrimonio Ebraico” (che comprende anche il Ghetto di Venezia). Altri 2 itinerari che ricadono anche in territorio italiano (“Le vie dei Longobardi attraverso l’Europa” e “La via del cioccolato“) sono in fase di valutazione da parte del Consiglio d’Europa.
Le altre sezioni del Registro
Il Registro, che sarà aggiornato con cadenza semestrale, prevede altre 3 sezioni. La “sezione 2″ fa riferimento all'”Atlante dei Cammini d’Italia“, attivato nel 2016. Questo prevede 11 criteri di carattere qualitativo per l’inclusione nell’elenco. Tra le altre caratteristiche, si richiede che i percorsi siano fruibili in sicurezza, presentino segnaletica orizzontale e/o verticale per ogni tappa, abbiano una percentuale di strade asfaltate non superiore al 40% e un servizio di alloggio e ristorazione entro 5 km dal Cammino.
Alla data della delibera, la Regione ha evidenziato 4 Cammini interregionali che interessano il Veneto (e, quindi, possono richiedere l’iscrizione al Registro). Si tratta della “Via Claudia Augusta“, dall’abbazia di Novacella (a nord di Bressanone) a Padova, attraverso la Valsugana; della “Via Romea Germanica“, che scende dalla Sassonia, in Germania, e, attraverso l’Austria, raggiunge l’Italia, fino al Lazio; del “Cammino Romea Strata“, iniziativa dell’Ufficio pellegrinaggi della Diocesi di Vicenza che richiama le antiche rotte di pellegrinaggio verso Roma; del “Cammino di Sant’Antonio“, che unisce la Basilica del Santo, a Padova, con i luoghi di sua comprovata presenza in Italia. Venezia, Camposampiero e La Verna (nell’Aretino) sono gli altri punti di partenza previsti.
Nelle ultime 2 sezioni del Registro potranno essere infine iscritti i Cammini interregionali riconosciuti a seguito di intese con altre Regioni o accordi locali e quelli riconosciuti dalla Regione quali cammini locali di interesse regionale.