Fino al 2015, l’Italia risultava, tra i Paesi europei, quello con il più alto numero di rifiuti che finivano in discarica.
Le laute sanzioni per le quali la Corte di Giustizia Europea ci ha condannati le conosciamo un po’ tutti: 43 milioni di euro ogni sei mesi per non aver saputo adeguare le discariche nazionali agli standard previsti.
L’inquinamento ambientale, le multe salate e i rischi per la salute dei cittadini avevano portato il nostro Paese a porsi un obiettivo ambizioso: quello di chiuderne il numero maggiore possibile.
E com’è andata?
Avvicinando una virtuale lente d’ingrandimento alla nostra regione e poi al territorio della Città Metropolitana di Venezia, la prima sorpresa: esiste ancora un’unica discarica per rifiuti urbani attiva nella nostra area: quella di Jesolo.
Tutte le altre discariche comunali, negli anni, sono via via state chiuse.
“Non è più attiva quella di San Donà di Piave, sono state chiuse quelle di Marcon, Noale, Chioggia e Portogruaro – spiega il direttore generale di Veritas Andrea Razzini -Quelle del comune di Venezia sono state le prime a chiudere”.
La seconda sorpresa è di ancor maggior spessore: nell’unica discarica rimasta, quella di Jesolo appunto, arriva appena il 3% del mezzo milione di tonnellate di rifiuti che produciamo.
Meno discariche, più differenziata e impianti
Il dato riguarda il 2018 e rappresenta la certificazione di filiera attualmente più recente.
Ma se, come rileva il presidente di Veritas Vladimiro Agostini “il primo semestre 2020 mostra performance di raccolta differenziata eccellenti tra i comuni del veneziano”, i dati futuri registreranno un’ulteriore riduzione.
“Noi promuoviamo la raccolta differenziata e la collaborazione dei cittadini – continua Agostini -ci ha permesso in questi anni di raggiungere importanti obiettivi. Uno di questi è l’innovazione tecnologica, importante chiave di volta per la realizzazione dei principi di etica ambientale . Disporre di impianti per recuperare energia dai rifiuti non utilizzabili, per esempio, già pone il sistema veneziano ai vertici”.
Per la Città Metropolitana di Venezia, dunque, più raccolta differenziata, meno discariche e meno inquinamento.
Circa l‘80% dei rifiuti prodotti nel 2018 è stato infatti trattato, grazie alle filiere della differenziata, negli impianti del territorio, dai quali sono usciti come materia prima seconda per rientrare nel ciclo produttivo. Il 15% di indifferenziato è stato trasformato in energia.
Con il solo 3% di residuo che finisce in discarica (la media nazionale è del 50%) abbiamo già superato l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata indicato dall’Unione Europea entro il 2035.
Come ricicliamo
Vi siete mai chiesti, gettando negli appositi contenitori carta, vetro, plastica e metalli cosa ne sarà di quei materiali? Quanti ne produciamo e cosa diventeranno? Cosa ricicliamo di più o quanta energia ricaviamo dai rifiuti?
Sul totale di mezzo milione di rifiuti conferiti dai 45 comuni serviti dal Gruppo Veritas, il 12% è stato costituito da carta e cartone.
64.039 tonnellate in un anno, con una produzione pro capite pari a 63,5 kg per abitante.
“Un dato superiore sia a quello del Nord Italia che alla media italiana che evidenzia–sottolinea Veritas- una maggior differenziazione dei rifiuti”.
Il 94,78% della carta e del cartone selezionati sono stati avviati alle cartiere per essere recuperate.
L’obiettivo fissato dall’Unione Europea per le percentuali di riciclaggio per questa tipologia di rifiuto è del 75%.
Vetro, plastica e lattine
Vetro, plastica e metallo hanno fatto registrare ugualmente dei record riguardo il superamento dei parametri europei.
Oltre il 50% di questi rifiuti sono stati conferiti dalla terraferma veneziana (25%) e dai comuni della Riviera del Brenta e del Mirese (26%), con una produzione pro capite di 88,5 kg per abitante. Più della media nazionale, che si assesta su un dato di 59,5%.
Il vetro raccolto ha raggiunto una percentuale del 79,48% (obiettivo UE 70%) ed è stato inviato alle vetrerie per essere recuperato.
La plastica non corepla raffinata raccolta risulta l’80,03% (obiettivo UE 50%) ed è stata riciclata.
Vale lo stesso per la plastica corepla, recuperata al 92% (obiettivo UE 50%) e per i metalli, conferiti con una percentuale del 94,98% (obiettivo UE 50%) e avviati a recupero nelle fonderie del territorio.
“I cittadini stanno facendo un ottimo lavoro ma le analisi merceologiche sul rifiuto urbano residuo (RUR) indicano che il 44,77% del rifiuto conferito è costituito da materiali ancora recuperabili, in particolare per carta, plastica e organico “rilevano i vertici di Veritas.
La sfida è aperta.