Palazzo Moro Lin è conosciuto dai veneziani come il “palasso de le trèdese fenestre“. I 2 piani nobili, costruiti nel 1670, ed il terzo piano settecentesco sono infatti percorsi ciascuno da 13 monofore, divise da lesene decorative. Il sontuoso edificio sul Canal Grande nacque dalla fusione e dalla ristrutturazione di 2 preesistenti palazzi gotici. Questi furono raccordati dallo spazio occupato dalle grandi finestre centrali.
Ma non è questa la peculiarità che l’ha reso famoso e, in un certo senso, lo rende unico. Palazzo Moro Lin è, infatti, il palazzo dei pittori. Perché fu voluto e poi abitato, nel corso del tempo, da diversi pittori più o meno noti. Di Venezia e non solo.
Da Firenze a Venezia
L’insolito palazzo svetta, bianco e composto, nell’ansa della seconda curva del Canal Grande. A disegnarlo, con fervida fantasia, fu un pittore toscano, Sebastiano Mazzoni. Lo ideò per il suo committente, Pietro Liberi detto Libertino, noto pittore anche lui. Il Mazzoni, estroso e collerico, uno dei più prolifici artisti della pittura veneziana del Seicento, fu allievo del Bronzino. Costretto a fuggire da Firenze a causa delle satire pungenti scritte contro i potenti si rifugiò a Venezia. Qui disegnò questo palazzo, ispirandosi probabilmente a palazzo Pitti di Firenze. L’edificio è infatti improntato ad un’ortodossa classicità. Anche se, ormai, in quegli anni si era già affermato il barocco del Longhena.
Hayez e Lipparini a Palazzo Moro Lin
Seguendo la ferrea legge dei corsi e ricorsi storici, Palazzo Moro Lin non ha mai smesso di attirare, per l’appunto, pittori. Il più famoso tra questi fu, nei primi anni dell’Ottocento, fu Francesco Hayez. Uno dei più geniali pittori veneziani del XIX secolo visse qui parte della sua vita di donnaiolo e gaudente. Pittore romantico, classicheggiante, Hayez nacque a Venezia, nella parrocchia di Santa Maria Mater Domini il 10 febbraio 1791. La sua opera più famosa è “Il bacio” uno dei capolavori più celebri del Romanticismo e di tutta la pittura dell’Ottocento in Italia.
Collocato in un contesto medievale, raffigura due giovani innamorati che si stanno baciando con grande passionalità. Per la travolgente carica emotiva, la raffinata scenografia, ed il forte valore civile (la tela è infatti pregna di pulsioni risorgimentali, a simboleggiare l’amore della patria e la lotta allo straniero), l’opera è considerata il manifesto dell’arte romantica italiana; per questo motivo riscosse un grande successo popolare, tanto che venne riprodotta da Hayez in altre tre versioni, con piccole modifiche fra l’una e l’altra.
Dopo il soggiorno di Hayez, verso metà dell’Ottocento, Palazzo Moro Lin fu abitato da Lodovico Lipparini, noto per i suoi ricercati ritratti e per i dipinti ispirati alla ribellione e alla lotta contro i turchi. Nelle sontuose sale del Palazzo sul Canal Grande Lipparini tenne i suoi famosi “salotti” artistici, accademie frequentate da artisti e letterati italiani e stranieri.
L’arrivo della famiglia Lin
Tornando alla storia del Palazzo, morti il Liberi e il Mazzoni, nel 1691 la costruzione fu rilevata dalla famiglia Lin, droghieri originari di Bergamo ed entrati a far parte del patriziato dal 1686. In occasione del matrimonio fra Gaspare Moro e Isabella Lin, fu aggiunto, agli inizi del Settecento, un altro piano che ha stravolto le dimensioni originarie della fabbrica, snaturandone il carattere di struttura totalmente eccentrica nel panorama lagunare.
A quegli anni risalgono le notevoli decorazioni interne che vennero ad aggiungersi a quelle già eseguite a suo tempo dal Liberi. Tra i pittori chiamati a decorare stanze e saloni del Palazzo si annoverano Luca Carlevarijs nel Settecento e Pietro Moro nell’Ottocento. Di quest’ultimo, che durante i lavori soggiornò per diverso tempo a Palazzo Moro Lin, rimane il bel soffitto del salone centrale eseguito nel 1806 e raffigurante le allegorie della Gloria e della Fama.
Palazzo Moro Lin oggi
Attualmente il palazzo, frazionato in vari appartamenti, ospita un condominio. Un intero piano dell’edificio è stato acquistato di recente dall’imprenditore vicentino Massimo Losio che verrà a viverci, una volta terminati i restauri ancora in corso, con la sua compagna, Melba Vicens Bello, conosciuta come Melba Ruffo, attrice, ex modella e conduttrice televisiva di origini dominicana, ex moglie di Fulco Ruffo di Calabria. Abbandonata ormai da tempo la carriera nel mondo dello spettacolo, Melba si sta oggi affermando come pittrice. Caso volle che tra i tanti piani di palazzo in vendita a Venezia in questo ultimo periodo, la scelta sia caduta proprio su Palazzo Moro Lin, il “palazzo dei pittori”.