È l’ultima propaggine del centro storico di Venezia, periferia protesa verso il Lido e la bocca di porto che si apre sul mare. Ma Sant’Elena è destinata, nei prossimi anni, ad avere un ruolo sempre più centrale nell’azione di rilancio della residenzialità nella città d’acqua. Il progetto di realizzarvi un nuovo quartiere, destinato a ospitare stabilmente un migliaio di persone e non dedicato all’ospitalità turistica, va avanti. Anzi, ha adesso registrato un nuovo importante step verso la concretizzazione del progetto di rilancio dell’area ex Actv.
Il progetto
Case, verde, impianti sportivi, ma anche spazi per la nautica e per l’artigianato. Il progetto di recupero è molto ampio e mira a creare un vero e proprio quartiere a ridosso dell’acqua. Il posto dei capannoni, che saranno demoliti, sarà preso innanzitutto da nuovi edifici residenziali, edificati su una superficie lorda di 45.500 metri quadri. Il quartiere potrà poi contare anche su almeno 15.000 metri quadri di spazi pubblici e di un centro sportivo con palestra di almeno 6.500 metri quadri.
Nell’affaccio sulla Laguna, la destinazione di darsena e spazi a terra rimarrà quella legata alla nautica. Così come si intende puntare anche sulle attività produttive, in particolare quelle artigianali, tra il mantenimento dell’attuale falegnameria (che verrà spostata rispetto alla sede attuale) e la possibilità di attrarre nuovi laboratori di dimensioni contenute.
L’idea
L’annuncio della dismissione del cantiere utilizzato per la manutenzione dei mezzi dell’azienda di trasporto pubblico risale al 2012. L’idea, fin dall’inizio del nuovo millennio, era quella di liberare gli spazi, tra gli ultimi edificabili in centro storico, per realizzarvi nuovi edifici destinati ad abitazioni residenziali stabili.
Due anni fa il sindaco Luigi Brugnaro avanzò a Invimit (società di gestione del risparmio del Demanio) la proposta di presentare un progetto per il recupero dell’area proprio a tali fini. Adesso, è arrivato il passaggio in Giunta, che ha licenziato la proposta di variante urbanistica.
L’iter
Per dare il definitivo via libera alla costruzione dei nuovi edifici, la variante dovrà ora avere un doppio passaggio in Consiglio comunale, prima per l’adozione e poi per l’approvazione. Le tempistiche burocratiche fanno ipotizzare un approvazione del progetto tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Sarà direttamente Invimit, a quel punto, a gestire la pratica, fino al bando per la realizzazione, e a vendere poi sul mercato le abitazioni. Nel frattempo, potrà comunque essere valutata anche la possibilità di una convenzione col Comune per parte degli appartamenti.
«Il valore di questo intervento, che è uno dei pochissimi mirati alla grande residenzialità negli ultimi 30 anni – commenta l’assessore comunale all’Urbanistica, Massimiliano De Martin – è proprio legato alla possibilità di portare nuovi abitanti stabili in centro storico. Il tutto recuperando nel contempo alla collettività uno spazio che in precedenza le era precluso».