Nel giorno della sua nascita, viene ricordata una delle pittrici che più hanno saputo conquistare il mondo dell’arte grazie al talento e alla forza di volontà
Oggi (08 Luglio 2020) Google ha deciso di ricordare una delle donne più iconiche della storia dell’arte: Artemisia Gentileschi.
Lo ha fatto con una grafica ricordante il celebre dipinto Autoritratto come Allegoria della Pittura (con le dovute modifiche, ovviamente) realizzato dalla pittrice alla fine degli anni ’30 del Seicento.
Questa grande donna rappresenta una pietra miliare della parità di genere, dell’impegno e della capacità femminile che è riuscita a emergere anche in secoli in cui il patriarcato regnava indiscusso.
Oltre a essere uno dei nomi più noti del suo secolo, è anche una personalità riconosciuta da moltissime città d’Italia visto che, dovendo cercare il proprio spazio per emergere, viaggiò molto nel corso della sua vita, raggiungendo i grandi centri culturali del nostro paese.
Uno fra questi fu proprio Venezia.
Artemisia Gentileschi: una donna come Caravaggio
Nata a Roma nel 1593, Artemisia Gentileschi rappresenta un unicum nel mondo culturale italiano ed europeo.
Fin dalla tenera età, il suo percorso di formazione rappresenta un’anomalia nel panorama del XVII secolo. Rimasta orfana di madre, si narra che seguisse il padre ( pittore fortemente influenzato dai lavori di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio) che fece da tramite tra la giovane e il pittore lombardo per l’apprendimento di uno stile che spesso li vede simili.
Artemisia Gentileschi dovette, in quanto donna, faticare molto a trovare la propria strada e affermarsi in quel mondo di uomini.
Purtroppo, le prove che dovette superare furono molte e molto dure. Le più conosciute sono il superamento dei pregiudizi nei suoi confronti e l’orrore di aver subito uno stupro in piena regola.
Venezia: un luogo di libertà
Per moltissimi degli artisti che nel corso dei secoli hanno visitato il capoluogo lagunare, lo hanno ritratto, lo hanno glorificato con la propria arte, Venezia ha rappresentato molto spesso un luogo di attrazione fatale per la sua bellezza, unicità, per il mistero che comunica o, a volte, per quella malinconia che può suscitare.
Artemisia ha visto qualcosa di più.
La libertà. Ci arrivò nel 1627, trovando una realtà e un panorama politico completamente diverso da quelli fiorentino e romano, dove cercò di imporsi artisticamente senza tuttavia riscuotere successo.
La sua capacità di realizzare scene bibliche, ritratti e pale d’altare non bastò per trovare una dimensione stabile.
La Serenissima era però da sempre un luogo aperto e sicuro per tutti coloro che avevano sviluppato un pensiero diverso rispetto alle strette regole ecclesiastiche. Artemisia si stabilì e visse in laguna per tre anni,venendo influenzata dalla maniera dei veneziani. Purtroppo la storia ha voluto che nessuna delle sue opere rimanesse a Venezia.
Artemisia Gentileschi a confronto con Tintoretto e Veronese
Il dipinto più famoso, tra quelli che hanno attraversato il periodo veneziano, è sicuramente Ester e Assuero.
Realizzato tra il 1628 e il 1635, quest’opera venne iniziata in laguna e terminata a Napoli.
Il tema ha sicuramente risentito della presenza della pittura veneta visto che, sia Jacopo Robusti sia Paolo Caliari, due capisaldi della pittura cinquecentesca, avevano rappresentato questa scena nelle loro opere.
Le differenze sono notevoli, tuttavia si presentano alcune considerazioni interessanti: la scelta della postura della donna, Ester, che torce il collo come a farsi vedere dal basso, sembra un riferimento all’opera di Veronese, situata sul soffitto della Chiesa di San Sebastiano. L’uso della luce, invece, è un tema caldo che rinvia al pittore che ha dato il via alla tradizione della luce: Tintoretto.
Oltre al dipinto riguardante la storia di Ester, anche il dipinto di Maddalena penitente (conservato a Detroit) ha avuto un capitolo importante nella città lagunare.
Un punto cardine della storia dell’arte
Ma fu soprattutto lei, Artemisia Gentileschi, con la sua storia, la sua arte e la sua forza ad essere importante per tutte le donne che si sono trovate a sfidare una società cieca e rigida per far emergere il proprio talento.
Pur forse non rappresentando un punto di svolta stilistico, fu la prima a essere ammessa all’Accademia di Disegno di Firenze, la prima a raggiungere una fama equiparabile a quella degli uomini e, soprattutto, a sapersi reinventare in ogni città d’Italia.