C’è chi vive ospite da amici, chi in roulotte o in macchina e chi non ha proprio un posto dove andare.
Molti di loro hanno figli che non sanno dove poter incontrare, con cui diventa difficile anche mantenere il proprio ruolo di padri.
In estrema difficoltà economica dopo la separazione, con una dignità minata dalla mancanza di una prima normale autosufficienza e spesso un’emotività gravata dai mille fardelli quotidiani, si sentono abbandonati.
Un aiuto è arrivato ora anche per loro: i padri separati e i loro figli.
E’ stato inaugurato a Mestre “Casa con papà”, un progetto portato avanti dal Comune di Venezia in collaborazione con Ipav (istituzioni pubbliche di assistenza veneziane) e l’associazione Padri separati.
Entrato nella fase operativa a fine giugno, prevede l’ingresso, nel mese di luglio, di alcuni padri in difficoltà nei due appartamenti Ipav di via Costa messi a loro disposizione.
Padri e figli: un rapporto in pericolo
“Quella dei padri separati è un’emergenza sociale sempre più impellente, in città e in Italia. Mancavano servizi ad essa dedicati e oggi ne stiamo introducendo uno – dice l’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini – Questi padri saranno ospitati per un periodo di sei mesi, rinnovabile per ulteriori sei mesi, negli appartamenti allestiti per loro e potranno così disporre di un periodo medio lungo per riassestare le loro situazioni continuando a mantenere vivo il rapporto con i loro figli”.
Soprattutto quando si tratta di minori, il problema si pone in tutta la sua evidenza.
“Ci sono situazioni in cui i figli non potrebbero più vedere il loro papà – racconta il coordinatore regionale veneto dell’Associazione Padri separati Alessandro Tosatto – Nell’arco dell’ultimo anno sono un centinaio i papà in queste condizioni che abbiamo incontrato. Questo progetto rappresenta un importante traguardo perché nell’area veneziana sono molti i papà che vivono situazioni di disagio”.
Il progetto
“Casa con papà”, in via sperimentale, mette a disposizione due appartamenti di grande metratura per rispondere alle esigenze di quattro padri in difficoltà, diventati 2 in questa fase di emergenza sanitaria in quanto le misure di tutela imposte limitano l’offerta.
Nell’arco dei tre anni “di prova” potrà aiutare 24 persone nel caso in cui queste riescano a ritrovare una loro indipendenza nei primi sei mesi di ospitalità.
Potranno contare su appartamenti completamente arredati composti da 2 camere, 2 bagni, una cucina e un salotto. Gli alloggi vengono dati in concessione gratuita: nessun affitto da pagare quindi, solo una compartecipazione alle spese vive delle utenze.
La sperimentazione potrebbe protrarsi per altri anni e aumentare il numero degli alloggi secondo l’esito del progetto.
La realtà dei padri separati
Le 2 case di Mestre sono una delle primissime risposte di questo genere messe a disposizione in Veneto.
Anche se l’assegnazione avviene con il monitoraggio dei servizi sociali, l’associazione conserva un certo margine di discrezionalità su chi inserire. “I criteri sono vari – spiega Tosatto – C’è anzitutto il grado di bisogno, la valutazione legata alla presenza o meno di figli e la loro età”.
Perché, a fianco e spesso oltre le difficoltà dei padri, la realtà che va tenuta maggiormente in considerazione è proprio quella della prole.
“Il focus delle nostre attività – conferma il rappresentante dell’associazione Padri separati – si incentra proprio sui bisogni dei figli e sul fatto che, dalla separazione, non vengano a perdere una fondamentale figura genitoriale”..
Ecco, allora, l’importanza di un luogo in cui mantenere il contatto tra figlio e padre. “Ricreare quella che si definisce “home” rasserena i bambini e dà loro una certa regolarità. In più, anche gli stessi padri ritrovano serenità, riducendo il conflitto familiare con l’ex moglie”.
Le attività “ordinarie” dell’associazione
L’emergenza-coronavirus ha costretto l’associazione Padri separati a ridurre l’attività. In tempi “normali”, la sede di Mestre, in via Ospedale, organizzava settimanalmente una serie di incontri che offrivano ai padri la possibilità di incontrare figure professionali, come avvocati e psicologi, in grado di offrire loro indicazioni utili di diversa natura.
“I bisogni di un padre separato – conclude Tosatto – sono di vario tipo. Si va dall’abitazione, per un decreto di sloggio dopo la sentenza di separazione o anche un semplice decreto provvisorio di allontanamento, a questioni legali o economiche. E poi c’è il lato psicologico. Il consiglio che diamo è quello di cercare di abbassare il conflitto guardando al futuro”
Io sono un papà separato o bisogno di un alloggio al più presto o due figli che vorrei continuare a vedere io faccio la guardia giurata e abito a Venezia attendo una vostra risposta vi porgo