Si inizierà con il gioco. Per capire i concetti delle diversità, della salute e del benessere.
Si procederà con l’educazione ambientale, la conoscenza del patrimonio di un territorio, dei beni comuni e dei basilari principi di protezione civile.
Infine si arriverà allo sviluppo sostenibile, allo studio della Carta Costituzionale e delle principali norme nazionali e internazionali per aver consapevolezza di quali sono i diritti e quali i doveri di ogni individuo.
L’educazione civica si rinnova e torna protagonista tra i banchi di scuola.
Come lo fu alla fine degli anni ’50, quando fu per la prima volta introdotta con il DPR 585 del 1958 dall’allora ministro della Pubblica Istruzione Aldo Moro.
Materia trasversale, ma con voto unico
Materia trasversale per eccellenza, occuperà dal prossimo settembre 33 ore e avrà un proprio voto.
Tra le novità vere, uno degli assi attorno ai quali si svilupperanno gli insegnamenti: la cittadinanza digitale.
Il mondo è profondamente cambiato e la scuola si assume un impegno in prima linea per formare utenti consapevoli dell’uso dei social e della rete.
Educazione civica in tutti gli ordini e gradi di scuola
A esser cittadini responsabili si impara da piccoli. Ecco perché, sia pur attraverso il gioco, la materia è prevista nelle Linee Guida che il Ministero dell’ Istruzione ha inviato a tutte le scuole, fin dalla scuola dell’infanzia.
Insomma, dall’asilo.
“Realizzare questo documento e inviarlo alle scuole è un atto non solo amministrativo, ma anche profondamente simbolico – ha spiegato il ministro all’Istruzione Lucia Azzolina – Ci dice che l’avvio del nuovo anno scolastico sarà non solo il momento del ritorno in classe, ma anche l’inizio di un nuovo cammino per portare la scuola nel futuro, rendendola più moderna, sostenibile, ancora più inclusiva”.
Il senso sta nel nome, che non cambia
Il nome della materia resta lo stesso di quando è stata per la prima volta introdotta nel 1958 per sottolineare con il termine “educazione” un’espressione che “si identifica con il fine della scuola” e con il termine “civica” la necessità della scuola di proiettarsi verso la vita sociale dei suoi alunni.
I PTOF (piani dell’offerta formativa) delle scuole venete negli anni hanno proposto numerosi progetti finalizzati alla formazione di “cittadini attivi e responsabili, consapevoli della necessità del rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri”.
Tra questi, i progetti legati alla cultura della legalità e la promozione della “Giornata regionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, che per legge si celebra l’8 marzo di ogni anno. Altri progetti hanno riguardato le “scelte consapevoli ed etiche nei consumi, negli stili di vita, nella mobilità, nel risparmio energetico e nella raccolta differenziata”.