Se qualcosa di buono possiamo trovare fra le macerie lasciate dal coronavirus, è forse l’occasione per discutere del futuro di Venezia con occhi diversi.
Abbiamo la possibilità di metterci a tavolino partendo quasi da zero, elaborando nuove idee e nuove opportunità, nuovi schemi, nuovi paradigmi urbanistici, economici e sociali.
Possiamo ridisegnare, come davanti a un foglio bianco, i modelli che finora hanno tratteggiato la storia recente della nostra città.
È un esercizio che ci siamo permessi di fare raccogliendo le risposte di molti cittadini, anche acquisiti o d’elezione. Partendo dal Primo Cittadino e cercando di sondare tutti gli ambiti di questa grande realtà che, come sempre, e sempre più spesso in questi ultimi mesi, si asciuga le lacrime, si rimbocca le maniche e si rimette al lavoro.
Da oggi, un intervento al giorno per 10 giorni, pubblicheremo i contributi di quanti hanno condiviso con Metropolitano.it idee e suggestioni, immaginando con noi le prospettive e il futuro di una città che si reinventa.
Il Covid-19 ha bloccato il mondo, fermato l’economia. La realtà è sotto gli occhi di tutti, però non è il momento di piangere o darsi per vinti.
Anzi: questa è una straordinaria occasione per ripensare un modello diverso di business. Abbiamo dalla nostra la creatività, l’inventiva, il nostro estro artistico, il nostro saper fare. Possiamo contare su una tecnologia mai così evoluta. Dobbiamo risvegliare il nostro orgoglio di appartenenza ad un Paese straordinario che ha mille risorse e far tesoro di questa lezione.
Sarà sicuramente necessario rivedere le nostre priorità, ma guidando un’azienda che proprio quest’anno celebra i 250 anni di storia e che è sopravvissuta a epidemie, crisi, guerre mondiali, mi sento di guardare con fiducia al futuro.
Siamo ora chiamati a ridisegnare il futuro di Venezia.
Una città unica anche per essere un museo a cielo aperto con tre soli ingressi principali: la stazione ferroviaria, Piazzale Roma e il Porto. Potremmo diventare una città pilota di un nuovo modello di gestione di flussi in assoluta sicurezza.
Chi verrà a Venezia dovrà sentirsi tranquillo. Il Covid-19 ha minato le nostre certezze economiche e sociali, ma non ha minimamente scalfito la bellezza e la ricchezza del patrimonio di questa città e sono certa che la voglia di bello sarà un buon motivo per rimettere in moto la gente.
Come Fondazione Musei Civici di Venezia in questi mesi abbiamo sempre operato in stretto e costante contatto con l’Amministrazione comunale condividendo ogni scelta. Il futuro di questo settore è già oggi.
Insieme al Cda abbiamo lavorato intensamente per garantire la fruibilità dei nostri musei e del patrimonio in vista dell’apertura.
Siamo consapevoli che per quest’anno i nostri visitatori saranno i Veneziani, i Veneti, gli Italiani.
Difficile pensare a un ritorno immediato degli stranieri. I nostri musei sono pronti a riaprire le porte che, a dire il vero, grazie alla tecnologia digitale non sono mai state chiuse mettendo in campo attività e servizi tramite i canali on line social, web, youtube. Certamente favoriremo le prenotazioni, così da consentire ai visitatori di poter accedere in assoluta sicurezza e tranquillità. Stiamo pensando anche di affiancare alle collezioni permanenti alcune rassegne temporanee sfruttando il patrimonio custodito nei nostri depositi, magari esponendo collezioni che da anni non sono visibili. La nostra idea è anche quella di summer camp dedicati ai bambini utilizzando spazi all’aperto come Forte Marghera e continueremo a lavorare su progetti digitali.